Ridiamoci sopra, cari Emmanuel e Volodymyr

Una foto “storica”, immortalata a Kiev dal fotoreporter Ludovic Marin, per Associated Press, a margine dell’incontro tra quattro leader europei – l’italiano Mario Draghi, il francese Emmanuel Macron, il tedesco Olaf Scholz e il romeno Klaus Iohannis – in Ucraina.
Una giornata altrettanto “storica”, nel pieno della guerra con la Russia e ad un passo dallo status di Paese candidato all’Unione europea proprio per l’Ucraina. 
Ma è la foto ad aver fatto sensazione, questa che vedete qui. Macron, che con il sorrisino birichino, sussurra qualcosa – di malizioso? – al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che sbarra gli occhi, sorpresissimo, come se quello che ha appena sentito non gli sia piaciuto granchè…
Magari era un progetto di bombardamento al Cremlino, chi lo sa…
Il web, naturalmente, si è scatenato, con post, meme, video e fake-news, immaginando chissà quali liasons omosessuali tra i due leader (su Macron, qualche chiacchiera c’è sempre, da quando è diventato presidente, nel 2017…), ma finchè ci si limita a sorridere e a “valorizzare” il potenziale omosex di una innocente fotografia di un importante summit politico, va bene cosi.
Per coprire una certa pochezza di spirito e un certo pruritino maschilista, vabbè, ridiamoci sopra. 
Credo che ci abbiano riso sopra anche Emmanuel e Volodymyr.

Ukrainian President Volodymyr Zelenskyy, left, shakes hands with France’s President Emmanuel Macron after a press conference in Kyiv, Thursday, June 16, 2022. The leaders of four European Union nations visited Ukraine on Thursday, vowing to back Kyiv’s bid to become an official candidate to join the bloc in a high-profile show of support for the country fending off a Russian invasion. (Ludovic Marin, Pool via AP)

Ciao, Enrico!

Apprendo con sorpresa e sgomento la notizia della morte di Enrico Gherardi, avvenuta durante una vacanza a Caorle (Venezia).
Ci eravamo conosciuti il 2 febbraio 2017, ecco la foto di quel pomeriggio, in un centro commerciale a Vignola (Modena), per un incontro letterario organizzato da Daniele Cavani, insieme all’amico Simone Muratori, a Micol Carli e ad altri autori.
Poi, con il professor Gherardi, ci eravano sentiti su Facebook, con commenti e messaggi sempre briosi e simpaticamente corrosivi. Proprio come era lui.
Rip, Enrico.

God Save the Queen! Ma tanto la Regina si salva da sola…

La Regina Elisabetta II d’Inghilterra celebra il “Giubileo di Platino” per i suoi 70 anni sul trono britannico.

È la terza monarca più longeva della storia, preceduta, per ora, soltanto da Luigi XIV di Francia, il “Re Sole”, e da Bhumibol Adulyadej, detto Rama IX, Re di Thailandia fino al 2016.

Le celebrazioni per il Giubileo si terranno in tutto il Regno Unito e nel Commonwealth: oltre alla parata “Trooping the Colour” che ha aperto il programma, ci saranno – tra gli altri eventi – un concerto dal vivo davanti a Buckingham Palace e il “Platinum Jubilee Pageant”, un’autentica e spontanea processione carnevalesca per le strade di Londra.

Ma non è la prima volta che la Regina celebra un anniversario importante sul trono.

La storia di questi 70 anni è straordinaria. 

Il “Giubileo d’Argento”, che segnò il 25° anno di Elisabetta come Regina, ebbe luogo nel 1977. 
Il Regno Unito organizzò parate e feste in tutto il Paese, così come altre nazioni del Commonwealth, come l’Australia, il Canada e la Nuova Zelanda, che la Regina Elisabetta visitò nell’ambito dei festeggiamenti.

Diversi luoghi del Regno Unito hanno preso il nome da questo Giubileo, tra cui la Jubilee Line della metropolitana di Londra e il Silver Jubilee Bridge, che attraversa il fiume Mersey, vicino a Liverpool.

In un discorso al Parlamento, la Regina disse che il Regno Unito era cambiato molto durante i suoi 25 anni di regno e che la decisione di aderire alla Comunità Economica Europea (CEE), precursore dell’Unione europea, è stata “una delle decisioni più significative” del suo regno.

Il “Giubileo d’Oro” della Regina Elisabetta, che celebrò i 50 anni di regno, avvenne nel 2002, in un momento di forte impopolarità per la Monarchia.

Gli anni ’90 avevano visto tre divorzi all’interno della Famiglia Reale, un incendio al castello di Windsor e la tragica morte della Principessa Diana (31 agosto 1997).

Anche la sorella di Elisabetta, la Principessa Margaret, e la Regina Madre, morirono all’inizio del 2002.

Nonostante ciò, nel Regno Unito e in altri Paesi si svolsero celebrazioni del “Golden Jubilee” su larga scala, tra cui un concerto pop nel giardino di Buckingham Palace, davanti a 12.000 persone.

I festeggiamenti ebbero sei temi chiave: “Celebrazione”, “Ringraziamento”, “Servizio”, “Coinvolgimento dell’intera comunità”, “Guardare avanti e indietro” e “Commonwealth”.

Nell’ambito di quel Giubileo, Elisabetta visitò ancora una volta diversi Paesi del Commonwealth, tra cui la Giamaica.

Il “Giubileo di Diamante” del 2012, che segnò i 60 anni di regno della Regina, si svolse nello stesso anno in cui Londra ospitò le Olimpiadi.

Le celebrazioni riguardarono ancora una volta concerti, parate e un servizio di ringraziamento.

La sfilata di 1.000 imbarcazioni fu la più grande flotta vista sul Tamigi negli ultimi 350 anni e, in pieno stile britannico, la gente si è allineò sulle rive del fiume per assistere alla manifestazione, nonostante la pioggia torrenziale di quel giorno.

La Regina Elisabetta e suo marito, il Principe Filippo, visitarono diversi luoghi del Regno Unito, mentre altri Reali viaggiarono in altri Paesi del Commonwealth.

Inoltre, l’iconica torre dell’orologio di Londra che ospita il Big Ben fu ribattezzata “Elizabeth Tower”.

Nonostante l’età della Regina (96 anni compiuti il 21 aprile), il “Giubileo di Platino” di quest’anno promette di essere più grande e migliore di quelli precedenti.

Le celebrazioni sono iniziate quando la Regina ha aperto ufficialmente la Elizabeth Line a Londra, in onore del Giubileo.

Oltre a parate, concerti e, naturalmente, un’apparizione sul balcone della Famiglia Reale (anche se non al completo…).

il Regno Unito continuerà la tradizione di accendere i fari del Giubileo in tutto il Paese.

I cittadini inglesi, fedeli sudditi di Sua Maestà, potranno anche godersi un lungo week-end festivo di quattro giorni, da giovedì 2 giugno a domenica 5, organizzando feste in strada e rilassandosi un po’, finalmente, dopo diversi anni duri, nel Regno Unito. E non solo per la pandemia.

A 96 anni, ci si chiede quanto sarà presente la Regina Elisabetta durante le celebrazioni.
“Il più possibile”, fanno sapere da Buckingham Palace. 

Ma dato che ha raggiunto un traguardo senza precedenti, si prevede che sarà un “Giubileo di Platino” da ricordare.

Assolutamente indimenticabile.

Russia: McDonald’s chiude tutto e vende a “Zio Vanja”

Il famoso arco giallo di McDonald’s è destinato a sparire, almeno in Russia. 
Il gigante americano del fast-food, infatti, ha messo in vendita tutte le sue attività in Russia; 850 ristoranti che danno lavoro a 62.000 persone.
McDonald’s ha sottolineato la crisi umanitaria causata dalla guerra, affermando che mantenere le proprie attività in Russia “non è più sostenibile, né coerente con i valori di McDonald’s”.
Lo scorso 9 marzo, l’azienda con sede a Chicago aveva annunciato la chiusura temporanea dei suoi locali in Russia, continuando però a pagare i dipendenti. Ora Mc Donald’s ha dichiarato che cercherà di far assumere i lavoratori da un acquirente russo e di pagarli comunque fino alla chiusura definitiva della vendita.
L’amministratore delegato di McDonald’s, Chris Kempczinski, ha dichiarato che la “dedizione e la fedeltà dei dipendenti e delle centinaia di fornitori russi” hanno reso difficile la decisione di andarsene dalla Russia, “ma abbiamo un impegno nei confronti della nostra comunità globale e dobbiamo rimanere saldi nei nostri valori”.
McDonald’s sarà probabilmente rimpiazzato in Russia da “Zio Vanja“, neonato brand gastronomico che prende il nome dall’opera teatrale di Anton Cechov.
Per dribblare le sanzioni imposte dall’Occidente, promette di usare materie prime “russe al 100%”, con la possibilità di ignorare i brevetti dei Paesi che Mosca considera ostili. La catena, però, non si discosterà un granché dallo stile dei Big Mac. Un indizio arriva dal marchio: una B gialla, che nell’alfabeto cirillico corrisponde alla V di Vanja, su sfondo rosso, un marchio che roteato di 90 gradi somiglia molto alla ‘M’ del fast food americano.
McDonald’s è stato il primo fast-food americano ad aprire nell’Unione Sovietica, proprio a Mosca: era il 31 gennaio 1990. E fu subito un clamoroso successo.
Ma ora l’epoca della “democrazia americana degli hamburger” è finita. 

 

Marilyn batte tutti i record!

195 milioni di dollari (circa 185 milioni di euro): è il valore astronomico raggiunto da una delle celebri opere della serie di serigrafie Shot Marilyn del leggendario artista Andy Warhol, dedicate naturalmente a Marilyn Monroe.
L’asta, da Christie’s a New York, per l’opera “Shot Sage Blue Marilyn”, realizzata da Warhol nel 1964, è durata meno di quattro minuti: il compratore è il celebre gallerista Larry Gagosian, presente al Rockfeller Center, che non ha però rivelato se l’acquisto è tutto per sè o per qualche facoltosissimo suo cliente.
Il dipinto apparteneva all’eredità di due commercianti d’arte svizzeri: i fratelli Doris e Thomas Ammann, che nel 1977 aprirono una galleria di arte moderna e contemporanea a Zurigo.

Marta Russo, 25 anni dopo

Marta Russo, ve la ricordate?
Il 9 maggio 1997, 25 anni fa, fu colpita da un proiettile vagante all’Interno dell’Università La Sapienza di Roma.
Morì 5 giorni dopo. Aveva 22 anni.
Un colpo esploso per errore?
Ma perché una pistola all’università?
Uno scambio di persona?
Fu condannato per omicidio colposo il professor Giovanni Scattone, che si è sempre dichiarato innocente.
Condannato per favoreggiamento anche il professor Salvatore Ferraro. Anche lui si è sempre dichiarato innocente.
Come andò veramente, quella mattina di 25 anni fa?
Io ricordo esattamente dov’ero quando appresi la notizia.
Un altro mistero d’Italia.

Diritti all’aborto: gli Stati Uniti stanno per tornare indietro di 50 anni

In piazza per difendere il diritto all’aborto.
Centinaia di attivisti si sono radunati martedì davanti alla Corte Suprema a Washington dopo la fuga di notizie relativa a una bozza di parere, secondo la quale la Corte sarebbe pronta a ribaltare la storica sentenza del 1973 che ha riconosciuto il diritto all’aborto a livello federale.

Il caso “Roe vs Wade”, che in queste ore è tornato sulla bocca di tutti, è stato tra i più esaminati al mondo in materia di bioetica e giurisprudenza: fino alla sentenza del ’73, solo un terzo degli Stati Uniti aveva in vigore leggi che consentivano l’aborto, e solo in alcuni casi.

La storia di Jane Roe (in realtà il suo nome era Norma McCorvey) e il processo contro le istituzioni del Texas (rappresentate dall’avvocato Wade, che completa il nome della sentenza) cambiò le carte in tavola e la Corte Suprema decise che lo Stato non poteva e non doveva intervenire sulle decisioni più intime e personali dell’individuo, tra cui la scelta di abortire.
L’unico aspetto su cui la legge può deliberare è la tempistica di accesso all’Ivg: in particolare, il caso “Roe vs Wade” garantisce l’accesso all’aborto fino al periodo compreso tra le 22 e le 24 settimane dal concepimento, a seconda dei casi. Il fattore tempo, in effetti, è controllato dallo Stato in tutti i Paesi in cui l’aborto è legale, in alcuni casi rendendolo completamente inaccessibile.
Ad esempio, proprio il Texas ha di recente limitato l’accesso all’interruzione di gravidanza entro le sei settimane, che è di fatto il periodo in cui la maggior parte delle donne scopre di essere incinta; proprio per questo motivo, la maggioranza degli aborti avviene solitamente dall’ottava settimana in poi. I nove giudici della Corte Costituzionale, invece, stanno esaminando il ricorso della Jackson Women’s Health Organization contro la norma del Mississippi che vieta l’Ivg dopo la 15esima settimana.

Reazione infuriata della vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris: “Questi leader repubblicani che stanno cercando di usare la legge come arma contro le donne… Come si permettono? Come osano dire a una donna cosa può fare e cosa non può fare con il proprio corpo?”

Ha parlato di retorica sfrenata, invece, Mitch McConnell, leader della minoranza repubblicana in Senato: “Per anni, la sinistra radicale ha attaccato l’istituzione della Corte Suprema. Proprio al momento giusto, i massimi democratici hanno iniziato a pubblicare dichiarazioni selvagge riguardo a quanto la Corte potrebbe decidere, una retorica sfrenata che facilmente potrebbe istigare, dar fuoco alla miccia”, ha detto McConnell.
Si tratta di una bozza “autentica, ma non definitiva”, ha precisato il presidente della corte suprema, John Roberts.

Cauta la reazione di Planned Parenthood, l’organizzazione senza scopo di lucro che fornisce assistenza all’aborto. “E’ solo una bozza. Per quanto sia scandaloso, non siamo ancora arrivati alla versione definitiva. L’aborto è il nostro diritto ed è ancora legale.

Se questo primo parere dei giudici venisse confermato, per gli States significherebbe mettere in dubbio la tutela costituzionale sul diritto all’aborto. Uno scenario che lascerebbe nuovamente ciascuno Stato libero di decidere autonomamente sull’interruzione di gravidanza, come accadeva prima del 1973.