Siamo tornati!

Grazie mille a Teodoro Cavalluzzo per la fantastica regia, Alberto Corrado per la splendida location, “L’Arteficio”, Claudio Bonifazio e Gian Casagrande per le super foto, Pasquale Ieluzzi per le riprese video di alta qualità, Mirco Negri per i fortissimi stacchetti, Anto Macrì per i costumi (trovati, lavati e stirati), tutti gli spettatori che ci hanno simpaticamente guardato su Facebook e, naturalmente, in ordine di apparizione, Erica Maria Del Zotto, Cristiano Tassinari, Gualtiero Papurello, Mirco Negri, Federica Fulco, Francesco Lemmi, Giulia Ago, Alessandro Iulianelli – vale a dire i “Teatroci” – tutti insieme sul palco!

Ce l’abbiamo fatta, dopo 15 mesi!!!!!
Ci vediamo presto a teatro, con il pubblico!!!!
Prima data disponibile: domenica 9 maggio, ore 16, Teatro Sant’Anna, a Torino.
Poi speriamo anche in altre città!

Michele Alboreto, vent’anni fa…

Ad un passo dalla gloria, Michele Alboreto. Con il suo sorriso gentile e, apparentemente, lontano dal mondo-glamour della Formula 1. Ricordiamo il pilota milanese oggi, a 20 anni esatti dalla morte, avvenuta in pista, nel suo luogo preferito. In questo caso, la pista era quella del Lausitzring, in Germania, il 25 aprile 2001, durante un test privato con una Audi R8, un’auto paradossalmente molto più sicura di quelle che aveva guidato sui circuiti. E invece…

Aveva appena 44 anni.
Ricordo ancora quando appresi la notizia: smarrimento e sgomento, per un pilota serio, un “non personaggio” che forse non accendeva di passione le folle, ma che con la Tyrrel aveva fatto già vedere cose straordinarie e che con la Ferrari avrebbe meritato senz’altro più fortuna. Italiano a bordo della Rossa: è stato probabilmente il penultimo pilota che ho veramente amato, dopo Piquet e prima di Senna, tutti diversissimi tra di loro. Poi, basta.
Non aveva una famiglia facoltosa alle spalle che gli potesse “comprare” il sedile, Michele, che si conquistò la Formula 1 grazie ai suoi sacrifici e ai suoi successi nelle serie minori, dalla Formula Monza fino alle due vittorie (a Las Vegas e a Detroit) ottenute con la sgangherata Tyrrel di inizio anni ’80.
Poi, primo italiano dal 1973, l’arrivo in Ferrari, coccolato dal Drake, che lo definiva cosi: “Un giovane che guida tanto bene, con pochi errori. È veloce, di bello stile: doti che mi rammentano Wolfgang von Trips, al quale Alboreto somiglia anche nel tratto educato e serio. Ho sostenuto che è fra i sei migliori della Formula 1 e che con una macchina competitiva non sprecherà certamente l’occasione di diventare campione”.
L’occasione arrivò nel 1985, in un testa a testa con Alain Prost: ma dopo il Gran Premio d’Italia, la Ferrari inanellò cinque ritiri nelle cinque gare conclusive e Alboreto dovette accontentarsi della piazza d’onore nel mondiale piloti.

Da lì, forse, qualcosa si ruppe nell’entusiasmo del gentile e sensibile Michele. Gli anni successivi furono modesti, sia per la Ferrari – che aveva puntato su Gerhard Berger – sia per Alboreto. Il capolinea, a Monza, nel 1988, un mese dopo la morte di Enzo Ferrari.
Triste declino in Formula 1, ma non nelle corse, grazia alla vittoria alla 24 di Le Mans del 1997. Un trionfo che confermava quanto diceva di lui Enzo Ferrari: “Guida tanto bene, con pochi errori”.

Chissà se è stato uno di quei pochi errori ad essergli fatale, vent’anni fa.
O se così volle il Destino degli uomini veloci.

PEPERONI…IN DIRETTA FACEBOOK!!!!

GIORNATA SIMBOLICA: IL 25 APRILE, TORNIAMO SUL PALCO CON UN NUOVO SPETTACOLO IN DIRETTA FACEBOOK…
E’ UN PICCOLO PASSO PER TORNARE ALLA NORMALITA’, IN ATTESA DI POTER NUOVAMENTE FARE SPETTACOLI APERTI AL PUBBLICO….COSI SU FACEBOOK CI POSSONO VEDERE ANCHE QUELLI CHE NON HANNO POTUTO MAI VEDERCI DAL VIVO, CAUSA DISTANZA GEOGRAFICA…
VI ASPETTIAMO DOMENICA PROSSIMA, ALLE 8 DI SERA, PER LA NOSTRA NUOVA COMMEDIA, IN DIRETTA FACEBOOK SUI PROFILI DEGLI ATTORI….
UN’OCCASIONE PER FARSI DUE RISATE E PER SVAGARSI UN PO’.
NELLA LOCANDINA, ABBIAMO SEGNALATO ANCHE LA POSSIBILITA’ DA PARTE VOSTRA DI SOSTENERCI CON UN’OFFERTA LIBERTA PER COPRIRE LE SPESE DI ORGANIZZAZIONE DELL’EVENTO, MA NON E’ ASSOLUTAMENTE OBBLIGATORIO, LA VISIONE SARA’ TOTALMENTE GRATUITA!
E COME SI DICE A TEATRO: MERDA MERDA MERDA!

Buon Compleanno, Vespa!

La Vespa è ancora molto…vispa, anche a 75 anni!

Uscita in commercio, per la prima volta, proprio il 23 aprile 1946, la Vespa ha rappresentato un successo assoluto per la motorizzazione italiana di quei tempi, nemmeno un anno dopo la Liberazione, e un trionfo dell’industria italiana, in questo caso la Piaggio, per i successivi anni del boom economico. La Vespa, dunque, non è soltanto un mezzo di trasporto da un luogo all’altro, ma anche un mezzo di passaggio da un’epoca all’altra, un vero simbolo dello sviluppo economico e sociale del Belpaese, poi “decollato” anche all’estero grazie a fermo-immagini indimenticabili, come le celeberrime scene di “Vacanze Romane”, con Gregory Peck e Audrey Hepburn in giro per Roma. a bordo proprio della Vespa.

Dalla primavera del 1946, sono stati prodotti 19 milioni di esemplari della Vespa e non poteva certo mancare un modello celebrativo di questo compleanno: una serie speciale “75th”, assemblata nello stabilimento di Pontedera (Pisa), dove la Vespa ha visto la luce grazie alla geniale intuizione di Enrico Piaggio, che – dopo averla “inventata” – la chiamò così perchè gli ricordava proprio la forma di una vespa…
Per il suo 75° compleanno, la Vespa si presenta – come detto – in una serie speciale “Vespa 75th”, disponibile per Vespa Primavera (nelle cilindrate 50, 125 e 150 cc) e per Vespa GTS (nelle cilindrate 125 e 300 cc), limitatamente al 2021.
La scocca della “Vespa 75th” si colora dell’inedito metallizzato “Giallo 75th” che, studiato espressamente per questa occasione, reinterpreta in chiave contemporanea le cromie che andavano di moda negli anni ’40. Sulle fiancate e sul parafango anteriore compare il numero 75 in una tonalità più accentuata, a creare un elegante tono su tono, come anche nella vista frontale, dove la tradizionale “cravatta” è rifinita in tinta opaca giallo pirite.

La Vespa è commercializzata in 83 paesi di tutti i continenti del pianeta ed è oggi il veicolo a due ruote più famoso e amato al mondo. I collezionisti si contendono i pezzi più pregiati, anche a prezzi folli, soprattutto per i modelli storici prodotti dalla Piaggio.

Sono tre i siti produttivi della Vespa: ovviamente Pontedera, la “casa madre”, la cui produzione è destinata all’Europa, all’America e a tutti i mercati occidentali, Vinh Phuc, in Vietnam, che serve il mercato locale e i paesi orientali e in India, nel modernissimo impianto di Baramati, aperto nel 2012, dal quale escono le Vespa per il mercato indiano e del Nepal.

A metà degli anni 2000 la produzione annuale della Vespa era attorno alle 50.000 unità: da allora – nonostante l’agguerrita concorrenza degli scooter – c’è stata una crescita costante, che l’ha portata a superare quota 100.000 pezzi prodotti all’anno nel 2007 e le 200.000 unità dal 2018, anno dal quale è disponibile anche una versione completamente elettrica.

Lunga vita, quindi, alla Vespa!
Non vediamo l’ora di raccontare il traguardo dei 100 anni di storia. Ma ci sono anche tanti chilometri da macinare…

Il “gemello digitale” del David di Michelangelo

Clone del David di Michelangelo
In realtà, c’è già ed è partito per l’Expo di Dubai, dove sarà grande protagonista del padiglione Italia.
La celebre scultura è illuminata da scanner ad alta tecnologia 3D per produrre la più fedele e sofisticata riproduzione del David mai realizzata prima.
I ricercatori dell’Università di Firenze hanno collaborato con i tecnici di “Hexagon”, una multinazione svedese specializzata in queste opere di “copiatura” artistica con tecnologie di misurazione di precisione.
Il progetto, iniziato alcuni mesi fa, prevede tre fasi: la scansione del David per creare un “gemello digitale” tridimensionale, la stampa in 3D delle varie parti e la rifinitura e l’assemblaggio dei restauratori.
La sfida unica, che coinvolge un appassionato team di ingegneri, tecnici e restauratori, combina l’arte classica con le tecnologie più avanzate.
La copia del capolavoro rinascimentale, attualmente in fase di forgiatura a Firenze, sarà protagonista della riprogrammata Expo 2020 di Dubai, in programma il prossimo ottobre.
Un compito non facile, visto che la statua è alta, con il basamento, più di cinque metri.

Ma, con un volo cargo da Milano Malpensa, hanno fatto un ottimo lavoro. 
Mentre il gemello in 3D è destinato ad andare ad essere la star del padiglione Italia a Dubai, il David originale aspetta il ritorno degli oltre 1,5 milioni di visitatori che, ogni anno, visitavano la Galleria dell’Accademia di Firenze da tutto il mondo.

Torna a casa, vecchia Css 175 MV Agusta…

MV Agusta si compra una…MV Agusta molto speciale.
La celebre azienda motociclista ha recentemente acquistato on-line su un sito di aste una Css 175, piccolo bolide, prodotto in 500 esemplari dalla stessa casa varesina, tra la metà e la fine degli Anni ’50. La moto, scovata sul web da un dirigente dell’azienda e acquistata per circa 12.000 euro, era stata preparato per prendere parte alle gare di derivate di serie, ma adesso verrà riportata alle sue condizioni originali, grazie ad un vero e proprio “restauro”.
Stiamo parlando di un pezzo di storia. Acquistata nel 1958 da Chris Newport, la Css fu utilizzata in gara in quegli stessi anni dal pilota e collezionista britannico, che dopo qualche tempo decise di metterla in vendita. Ad aggiudicarsela fu nientemeno che Stan Hailwood, padre di Mike Hailwood (1940-1981), il mitico “Mike the Bike”, 9 volte campione del mondo, tuttora celebrato come uno dei più grandi campioni di motociclismo di sempre.
In seguito, la Css è passata di mano in mano, per ricomparire in Olanda all’inizio dello scorso decennio. Pur avendo subito una maggiorazione di cilindrata (204 cc) e altre modifiche, la moto conserva ancora buona parte della sua componentistica originale. Per la gioia degli appassionati della MV Agusta.

Carbonara Day!

Il grande dilemma – guanciale o pancetta? – aggiunge persino un pizzico di mistero al gusto comunque inconfondibile di questo Carbonara Day, che si celebra proprio oggi, 6 aprile. E la carbonara, in fin dei conti, piace proprio a tutti: ai puristi e agli innovatori, a quelli che usano la pasta lunga o la pasta corta, a chi preferisce il pecorino o il parmigiano, l’uovo intero o solo il tuorlo, piace molto anche agli stranieri, anche se magari ci mettono il bacon e la frittata.
Era piaciuta molto anche ai soldati alleati che, durante la seconda guerra mondiale, si ritrovarono tra Lazio, Abruzzo, Molise e Campania, che ebbero il piacere di provare la tipica pasta “cacio e ova” abruzzese, poi esportata a Roma, aggiungendovi la novità della pancetta affumicata, che i militari americani avevano sempre con sè.
Il nome fa riferimento alla tradizione: si racconta, infatti, che la pasta venne chiamata “carbonara” pensando ai boscaioli che lavoravano sui monti, raccogliendo la legna per farne carbone. Quindi, c’è sempre la tradizione e c’è sempre la novità. Perchè la carbonara, e non solo per il Carbonara Day, è proprio fatta cosi.
E a ognuno, piace farla a modo suo.

Siamo sempre “in onda”!

Che bello poter gridare al mondo “Son tornato!”
Per tre pomeriggi, infatti, è stato cosi: dopo quasi quattro anni, sono tornato a condurre la trasmissione “In Onda”, il programma – …in onda su Tvqui, canale 19 del digitale terrestre in Emilia-Romagna – più bello e più luuungo (oltre 7 ore in diretta) della televisione italiana, interamente dedicato alla musica da ballo, ma non solo, con un occhio di riguardo alle “contaminazioni” musicali dei giorni nostri.
Da adesso in poi, per coadiuvare il conduttore Maurizio Rizzi, ci sarò anch’io, qualche pomeriggio al mese, per accontare le centinaia di dediche e richieste che ci arrivano da tutta l’Emilia-Romagna e oltre, grazie al sito Home – Tv Qui Modena.
Una serata speciale l’abbiamo dedicata a Raoul Casadei e il mio primo ospite è stato il mitico Diego Zamboni, bresciano di Montichiari, da vent’anni sulla scena della musica da orchestra. Un grande artista che, non a caso, nella foto che abbiamo fatto negli studi della tv, è l’unico che…sembra serio!

Posso dirlo, forte: a volte è proprio bello “tornare a casa”!