La “vita è bella” di Roberto Benigni….

di Oliviero Behabenigni-costituzione

E bravo Roberto, che si incarica di confermare la bontà della celebre sentenza di Nietzche, “Si diventa solo ciò che si è”. Che sarà successo negli ultimi giorni, da quando era diventata di dominio pubblico la notizia che Benigni, l’esperto dicitore della Costituzione che lui riteneva – e ritiene (!?!) – “la più bella del mondo”, l’avrebbe interpretata in una prima serata della Rai, ieri, per la festa della Repubblica? Forse si sarà materializzato Ermes, o qualche altra divinità greca particolare, anche solo faunistica o floreale,per suggerirgli che andava corretto in extremis il tiro? Così ieri il toscanaccio di “Berlinguer ti voglio bene” ha messo in scena una “sana” trasformazione del concetto, facendoci sapere che “sul voto di ottobre il cuore mi farebbe optare per il no ma con la mente sceglierò il sì”. Una specie di Gramsci rovesciato, l’ottimismo (la convenienza) della ragione e il pessimismo (la gratuità) della volontà. Caro Roberto, tu, quello che faceva il monologo del “Cioni Mario” quarant’anni fa senza occhiali per non emozionarsi davanti al pubblico, davvero ci stai prendendo per il sedere. Avrei rispettato molto di più un tuo serio cambiamento d’opinione, senza tante ciance, motivando il tutto, e non questa pantomima da “attore” sul cuore e sulla mente. Votare sì è legittimo, da qualcuno condivisibile da molti (mi auguro) no, ma canzonarci francamente è troppo. Anche perché dietro la tua presa di posizione si accoccoleranno tutti quelli che pensano che chi non vuole questa riforma della Costituzione sia passatista, retrogrado, conservatore, immobilista. Non è così, caro anagrafico figlio costituente: la Costituzione se non si deve certamente si può riformare dopo settant’anni, ma bisogna vedere da chi e come, ed è questo il punto centrale. Ma tornando a Nietzche, in realtà forse dobbiamo prendere questo tuo giro di vento come un’affermazione di libertà. Sei sempre stato così ed adesso hai finalmente il coraggio di dircelo.

UNIONI CIVILI: UNA LEGGE NON PERFETTA, MA PUR SEMPRE UNA LEGGE

Dal mese di maggio è finalmente in vigore in Italia la nuova legge sulle unioni civili. Originariamente pensata soprattutto per le coppie omosessuale, ha visto poi allargare il suo raggio d’azione e il suo bacino d’influenza anche sulle cosiddette “coppie di fatto”, da troppo tempo dimenticate dal legislatore, i cui diritti – relegati in acronimi come Pacs e Dico – erano rimasti ad ammuffire in qualche cassetto romano. La legge-Cirinnà, molto dibattuta e discussa nel Transatlantico della politica (e in certi edifici vaticani), non è probabilmente la miglior legge che ci si aspettava, ma è pur sempre un notevole passo in avanti rispetto al precedente vuoto normativa. Parificare alle coppie sposate i diritti di assistenza sanitaria anche per i conviventi, ad esempio, è sicuramente uno dei passaggi più significativi. Dall’altra parte, la mancata reversibilità delle pensioni è una lacuna da colmare nel prossimo futuro non troppo lontano. Cerchiamo di capire insieme i punti principali della nuova legge.
1) La convivenza di fatto viene riconosciuto alle coppie di maggiorenni, sia eterosessuali che omosessuali, che vivono insieme e non hanno contratto un matrimonio civile o un’unione civile. 
2) In caso di malattia e ricovero, i conviventi hanno il diritto reciproco di visita, di assistenza e di accesso alle informazioni personali, con le stesse regole previste dal matrimonio. 
3) Ciascun convivente può designare l’altro come suo rappresentante, con poteri limitati o assoluti, per le decisioni in materia di salute, nel caso di malattia che comporti incapacità di intendere e volere. 
4) Nel caso di morte, ciascun convivente può designare l’altro come suo rappresentante per quanto riguarda la donazione di organi, funerali e modalità di trattamento del corpo. Questa designazione può avvenire attraverso uno scritto autografo oppure in forma verbale davanti ad un testimone. 
5) Nel caso di morte di uno dei due conviventi, che ha anche la proprietà della casa comune, il partner superstite ha il diritto di stare nell’abitazione per altri due anni o per un periodo uguale alla convivenza, se superiore ai due anni, ma comunque non oltre i cinque anni. Se nella casa di convivenza comune vivono i figli della coppia o i figli di uno dei due, il convivente che sopravvive alla morte dell’altro può rimanere nella casa comune per almeno tre anni. 
6) I conviventi possono stipulare tra loro un contratto di convivenza per regolare le questioni patrimoniali: il contratto può essere redatto con atto pubblico o con scrittura privata autenticata da un notaio o da un avvocato. Per valere anche nei confronti di terzi, l’atto dev’essere comunicato all’anagrafe comunale. 
7) Il contratto di convivenza può contenere l’indicazione della residenza comune, le modalità di contribuzione alle necessità della vita comune e il regime patrimoniale della comunione dei beni. 
8) Il contratto di convivenza può essere sciolto per accordo delle parti: recesso unilaterale, matrimonio o unione civile tra i conviventi e tra uno dei conviventi e un’altra persone, morte di uno dei contraenti. 
9) In caso di cessazione della convivenza di fatto, il giudice può riconoscere a uno dei due conviventi, che si trova in stato di bisogno, il diritto agli alimenti per un periodo determinato in proporzione alla durata della convivenza. 
10) 
La convivenza non dà diritto alla pensione di reversibilità.unioni_civili

“Con la sola imposizione delle mani…”.

Al “Revolution Fantasy Festival” di Saint Vincent ho passato alcuni giorni davvero belli, ospite dell’elegantissimo Grand Hotel Billia, proprio di fianco allo storico Casinò. E’ stata l’occasione per vedere da vicino alcuni dei trucchi dei più grandi maghi, illusionisti e prestigiatori del mondo, veri e propri artisti internazionali, tutti presenti nella capitale della magia per il tradizionale congresso magico di fine maggio. E così abbiamo potuto intervistare personaggi famosi, come i simpaticissimi Raul Cremona e il Mago Forest, ma anche come Marco Berry e – addirittura – conoscere il fenomeno dei cosplay (gli appassionati di fumetti e di fantasy, che finiscono…per vestirsi come i loro personaggi preferiti) e partecipare persino ad una “zombie-walk”, una autentica parata di morti viventi. Il trucco, il parrucco e…il sangue sono talmente reali da mettere i brividi: abbiamo visto anche dei bambini che, vedendoli arrivare sulla piazzetta di Saint Vincent, si sono spaventati sul serio e si sono messi a piangere! Ma era tutto uno scherzo, un piacevole gusto del macabro, che attira sempre. Come il mago Hannibal che fa il giocoliere, da brividi, con le motoseghe accese!!!!! Poi, per fortuna, ci sono anche i prestigiatori meno…pericolosi!
C’erano tutti, mancava solo il mitico Silvan, in giro per il mondo, in tournèe con il suo inconfondibile “Sim-sala-bin”.
E anch’io, tutto sommato, non me la sono cavata male: sono un vero mago…della comunicazione, perchè è già da un paio di anni che riesco a farmi invitare al Masters of Magic di Saint Vincent (in questo caso: grazie a Tvqui, al direttore artistico Walter Rolfo e al direttore del Saint Vincent Resort & Casino, Marco Fiore).
Un buon risultato, per uno come me, che – nella realtà – non riesce nemmeno a far…sparire gli scocciatori.  Mi piacerebbe saperlo fare, “con la sola imposizione delle mani”, come direbbe qualcuno. raul
Ma mi sto allenando, eccome se mi sto allenando…

Ritorno a casa…

Bello il mio ritorno a casa, in tv, a Quartarete. Lì ci ho passato anni bellissimi. E martedi scorso, il 24 maggio 2016, dopo oltre due anni, sono tornato a condurre un programma (di calcio) in onda proprio su Quartarete. Grazie a Davide Boscaini per l’opportunità. Grazie a tutti gli amici che non mi avevano comunque perso di vista e che hanno avuto il “coraggio” di guardare il ritorno. Grazie anche a chi ha definito la trasmissione “piatta e scontata”. Cercheremo di fare meglio la prossima volta. IL CAMPIONATO

CHE “PAZZA GIOIA”, QUESTO FILM DI VIRZI’

Ancora un bellissimo film di Paolo Virzì, secondo me di gran lunga il miglior regista italiano: LA PAZZA GIOIA è una emozionante, divertente, toccante storia sulla pazzia, sulla depressione, sul disadattamento alla vita quotidiana, ma anche sull’amore, sulla maternità, sulla famiglia, sulla voglia di essere felici, sulla voglia di fuggire e di darsi…alla pazza gioia (fosse anche scappare dal ciak di un film a bordo di una decappottabile d’epoca!)
Straordinarie le due interpreti: Valeria Bruni Tedeschi (la sorella bruttina, ma bravissima, di Carla Bruni), nella parte di Beatrice, una disinvolta donna di classe, di famiglia benestante, con una vita improvvisamente travolta da un amore sbagliato e Micaela Ramazzotti (moglie e musa di Virzì) nel drammatico ruolo di Donatella, una ragazza dal passato di droga, di prostituzione e di un altro amore sbagliato, da cui nasce un figlio, poi dato in adozione, con tutto quello che questo significa per una madre che si è pentita……
Bravissimi tutti gli altri attori, con una nota di merito per una irriconoscibile Anna Galiena e un disilluso Marco Messeri, nella parte dei genitori “disperati” di Donatella. Per dire, che l’infelicità arriva da lontano.
Un consiglio per chi andrà a vedere questo film: portatevi il fazzoletto, si piange parecchio! Ma si ride anche tanto….perchè la vita è cosi.

virzi

E ORA DIRITTI ALLE COPPIE DI FATTO ETEROSESSUALI….

Ok, adesso che è stata fatta GIUSTAMENTE la legge per le Unioni Civili per le coppie omosessuali, diritti-civili(un uomo e una donna che si amano e vivono insieme, ma senza la fede al dito), affinché non siano costrette a contrarre necessariamente matrimonio solo per poter usufruire degli stessi diritti di un marito e di una moglie.
Numericamente, credo di non sbagliarmi, le Coppie di Fatto sono oltretutto molto più numerose delle Coppie Omosessuali.

L’ECATOMBE DEI CANDIDATI-SINDACO A ROMA

A Roma, in questa lunga volata pre-elettorale, stanno facendo tutti il gioco del Movimento 5 Stelle, che non rappresenta nemmeno più una ventata di freschezza, novità e trasparenza (basta vedere il caso del sindaco di Livorno, Nogarin), ma che rimane – agli occhi di molti cittadini – pur sempre una valida alternativa ai “soliti” politici.
Qualcuno si è tirato la zappa sui piedi da solo, come Stefano Fassina, ex Pd silurato dai poteri forti del partito (anche se lui dice di essersi tolto prima che gli dessero il benservito), la cui lista elettorale non è stata ammessa per irregolarità nella raccolta firme e che quindi non potrà essere della partita capitolina, a meno che in extremis non venga accettato il suo ricorso.
Un altro che è stato fatto fuori, stavolta dal “fuoco amico”, è stato Guido Bertolaso, disastrosa scelta berlusconiana sacrificata poi all’altare di sondaggi altrettanto disastrosi per l’ex boss della Protezione Civiel Spa.
Un altro candidato, già più credibile in quanto almeno conoscitore profondo della vita romana, Alfio Marchini, se ne esce con una dichiarazione che assomiglia molto ad un autogol dei più clamorosi: “Non celebrerò mai matrimoni gay”, dichiara proprio alla vigilia dell’approvazione della legge sulle Unioni Civili, scatenando la reazione della ministra Boschi che, tirandogli le orecchie, gli ricorda che “se sarà sindaco, dovrà rispettare la legge”. Marchini si alienerà le simpatie di qualcuno e risulterà simpatico ad altri, ma insomma, poteva evitare questa uscita poco felice, come se i mille problemi di Roma fossero solo i matrimoni gay…
Giorgia Meloni, di tutti, è la più famosa, se non altro per le sue frequentissime apparizioni televisive e la sua gravidanza iper-annunciata. Romana della Garbatella, appoggiata da Salvini (che le procurerà sicuramente un bel po’ di voti e altrettante antipatie), se la gioca con Marchini per far arrivare un candidato del centrodestra almeno al ballottaggio. Con il rischio concreto, però, di farsi fuori a vicenda…
Il candidato Pd, Roberto Giachetti, è davvero pallido e invisibile: di lui si ricorda solo una dichiarazione rilasciata al problema sulla presunta “questione morale” dei suoi candidati nella sua lista: tolleranza zero per chi ha problemi con la giustizia, non sono ammessi nemmeno quelli che hanno preso una modesta querela per diffamazione (reato, si, ma non gravissimo, ad esempio per i giornalisti, a tal punto che dopo 5 anni viene cancellato dal casellario giudiziario). Basterà per guadagnare voti? Ne dubitiamo.
Alla fine, la favorita, è l’avvocatessa Virginia Raggi, classe 1978: parla bene, è di bella presenza, sguscia velocemente dai confronti con gli altri candidati, come l’accusano di fare quelli del Pd. Ma è l’idea (presunta) di “novità” del Movimento 5 Stelle che potrebbe farle prendere il volo. A patto di non fare poi la figura di Pizzarotti a Parma e di Nogarin a Livorno…
Cosa? SINDACO ROMADite che fare peggio di Alemanno e Marino è impossibile? Chissà, speriamo. Ma al peggio, di solito, non c’è mai fine.
Crediamo proprio che i cittadini di Roma abbiano voglia di facce nuove, idee nuove per risolvere problemi vecchi come il Colosseo: dalle buche per strada alla corruzione imperante. Ci vorrebbe un Movimento Gente Onesta. Speriamo presto. 

RIFLESSIONI (AMARE) SUL LAVORO. E NON SOLO IL 1° MAGGIO…

di Luca Colantoni colantoni

Negli ultimi anni ho mangiato troppi bocconi amari, vista troppa polvere, passato troppi momenti bui, alle prese con chi prometteva, chi non pagava, chi ha aperto e chiuso situazioni lavorative per i suoi interessi personali. Alle prese con centinaia di mail da spedire, centinaia di telefonate e di sms senza ottenere uno straccio di risposta. No, oggi Primo Maggio, non me la sento di festeggiare. No, ho troppo rispetto per chi, come me, sa cosa vuol dire cercare e non trovare, sbattere contro muri di gomma e porte chiuse… Al contrario, invece, penso che oggi, nonostante tutto, mi sento fortunato perché non ho mai abbandonato la strada maestra e quindi oggi, per colpe non mie, mi ritrovo a lottare per fare sempre il lavoro che amo e che cercherò di fare fino allo stremo delle forze con voglia e orgoglio perchè ci credo…. Ecco, questo allora è il mio vero augurio per il Primo Maggio: che tutti possano, prima o poi, fare quello che più desiderano, che vengano fatte salve le professionalità di ognuno nei rispettivi ambiti, che ognuno possa vivere felice facendo ciò che sa fare di più e che quindi vengano messi al bando i nani e le ballerine di turno in questo Paese che si dice evoluto, ma che ancora, sottobanco, usa meccanismi da Prima Repubblica per far lavorare gli amici del loro quartierino. Se solo chi ci governa la smettesse con liti da vecchi bottegai per due o tre voti in più e con gli scandali. Se solo chi ci governa la smettesse di perdere tempo in discussioni il più delle volte inutili, di prenderci in giro, di tenersi strette poltrone, di farsi male e farci male. Se solo chi ci governa si guardasse intorno seriamente vedrebbe il vero volto dell’Italia: arte, cultura, gente onesta, grandi lavoratori, eccellenze, professionalità che andrebbero sfruttate e non maltrattate… e forse saremmo un Paese migliore… ma finchè non sarà così, mi dispiace, ma non sarà mai un Buon Primo Maggio… !!!