“Nel nostro cielo un Rombo di Tuono”: un docu-film su Gigi Riva

Grande sorpresa al Teatro Massimo di Cagliari: per la “prima” del film a lui dedicato, in sala, un po’ “nascosto” tra il pubblico, era presente proprio Gigi Riva, che lunedì 7 novembre ha compiuto 78 anni.
Il grande attaccante, recordman di gol in azzurro (35 reti), non partecipava ad un evento pubblico da anni. Stavolta ha assistito alla proiezione di “Nel nostro cielo un Rombo di Tuono” – con riferimento al celebre soprannome coniato da Gianni Brera -, del regista Riccardo Milani (“L’ho inseguito per vent’anni”, ha detto il regista) insieme ai figli Nicola e Mauro.
Il documentario racconta la parabola sportiva e umana di Luigi Riva da Leggiuno (Milano), Campione d’Italia con il Cagliari nel 1970, protagonista del celeberrimo Italia-Germania 4-3 a Città del Messico, un lombardo diventato sardo a tutti gli effetti, amato dai sardi e dalla Sardegna, regione dove è rimasto a vivere alla fine della carriera. Un legame indissolubile, che si “sente” vividamente tra le pieghe della storia molto accurata del docu-film, caratterizzata anche dalle testimonianze di tanti compagni di squadra di “Giggirriva”.
Ovviamente, alla fine della “prima”, il pubblico ha riservato al film e a “Rombo di Tuono” una autentica standing ovation. Meritatissima. 

 

Ciao, Sebastiano.

Quella volta, al mitico Sebastiano Strano, la foto l’avevo fatta io, all’aeroporto di Collegno. Ma tutte le altre 2.364 foto le aveva fatte lui a me!
Sebastiano era stato anche il primo fotografo ufficiale dei Teatroci!!!
Quante cose che abbiamo fatto insieme, trovandoci – magari per caso – nello stesso posto, a Torino e dintorni.
Ci mancheranno i tuoi scatti, i tuoi ricordi di giovinezza, la tua barba bianca, la tua simpatia.
Rip.

L’età d’oro del Rally!

Con un pizzico di nostalgia, il mondo del motorsport si rispecchia nella mostra “The Golden Age of Rally”, aperta al Museo dell’Automobile (MAUTO) di Torino, fino al 2 maggio 2023.
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vetture da corsa in esposizione, protagoniste di sfide diventate leggenda, che raccontano le gesta di piloti e scuderie, dalla metà degli anni ’60 ai primi anni ’90.
E uno dei più grandi piloti di rally è stato “Miki” Biasion, due volte iridato (1988-1989), con l’inseparabile navigatore Tiziano Siviero e la loro Lancia Delta.
“Io, che ho corso e vedo queste macchine, ho la pelle d’oca! Devo dire che anche i non appassionati di rally possono vedere una storia epica, possono vedere veicoli meccanici, possono ascoltare storie e vedere filmati che mostrano quanto sia bello il rapporto uomo-macchina”.

18 dei 19 esemplari esposti provengono da una delle collezioni più importanti al mondo, quella della “Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica”.
Fiore all’occhiello della mostra è la rarissima Fiat X1/9 Abarth Prototipo del 1974, di cui si hanno solo 5 esemplari: e questo è l’originale con cui il pilota Clay Regazzoni, con Gino Macaluso, il navigatore (grande personaggio del mondo dei motori), gareggiò al Giro Automobilistico d’Italia.


E poi tante Lancia, molte con la livrea Martini Racing, a cominciare dalla mitica Stratos, vettura spartiacque nella storia dei rally.
Ma si può anche sbirciare l’Audi Quattro del 1981, guidata da una delle poche donne che gareggiavano nei rally all’epoca, la francese Michéle Mouton.
In totale, in mostra ci sono: 6 Lancia, 4 Fiat, 2 Ford, 1 Mini, 1 Porsche, 1 Audi, 1 Alpine, 1 Renault, 1 Peugeot e 1 Toyota.

L'inviato speciale.

“Questa mostra è la naturale evoluzione dell’attività che la Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica svolge da anni per far conoscere la cultura di questo mondo dei rally, così importante, che abbiamo voluto definire l’Età d’Oro dei Rally”, spiega Monica Mailander Macaluso, presidente della Fondazione.

Chissà se tornerà l’età d’oro dei rally…
Quella di Torino, intanto, è – per usare un termine rallystico – la prima “prova speciale” della mostra, prossimamente destinata ad altri musei d’Europa.

 

 

Che bei mondiali…

L’Organizzazione non Governativa “Human Rights Watch” accusa la FIFA e il comitato organizzatore dei Mondiali di calcio in Qatar di aver fatto pagare…per lavorare.
Gli operai, immigrati provenienti da paesi vicini poveri, prima di cominciare a guadagnare (come loro promesso), dovevano pagare un’altissima tassa di reclutamento, costringendoli a dover lavorare per potersela ripagare, non potendo più lasciare il lavoro, in quanto indebitati. Una vera e propria schiavitù!
Ma la FIFA ha permesso tutto ciò, in nome del business?
Che bei mondiali…

 

Cuba: “Vamos bien”? Mica tanto

“Una ragazza con la pelle scura e il vestito nero entra nella macelleria di stato cubana Los Fornos, a L’Avana, sventolando la tessera del razionamento. Dice, gridando: Perché non mi vendete la carne macinata? Ho fame!
La dipendente della macelleria le spiega: lei, come tutti, ha diritto a quattro confezioni di carne macinata al mese, e le ha già prese. Dovrá aspettare il mese prossimo.
🔻 I cittadini cubani sono preoccupati e arrabbiati, ma forse persino rassegnati. Tanto qui non cambia mai niente, dicono.
In un altra bottega, la gente è in coda per comprare un pezzo di sapone e delle salviette umide. Per pulire il viso ai bambini, dice un mamma. Ma la bottega ha finito le scorte.
🔻 Davvero il governo cubano aprirà agli investimenti delle aziende straniere?, si chiede un piccolo commerciante. Magari, darebbe lavoro a tanti cubani. Ma una cosa sono le parole e un’altra i fatti”.
🔻 Nel 2022, centinaia di migliaia di cubani hanno lasciato l’isola, quasi 180.000 cubani sono entrati negli Stati Uniti. Un esodo più grande di quelli del 1980 e 1994.
🔻 “Vamos bien”?
I cartelli con la faccia di Fidel Castro ci sono ancora, ma le cose – a Cuba, per i cubani – vanno tutt’altro che bene. Anzi, a dirla tutta: vanno decisamente male.

“L’imprevedibile mare di Milano”

Ho finito di leggere un altro bellissimo romanzo di Enrico Brizzi, scrittore bolognese famoso per “Jack Frusciante”, e appassionato di camminate e sentieri. Stavolta ci racconta l’imprevedibile viaggio a piedi, dal centro di Milano fino al mare in Liguria, di sette persone (più la guida) completamente diverse tra loro, che dopo questo percorso “dell’anima” – tra avventure, disavventure, amori, litigi, sbronze, acquazzoni e vesciche – non saranno più le stesse…

 

POSTE TEDESCHE BATTONO POSTE ITALIANE

Per fortuna, c’è ancora chi si scambia cartoline, anche nel 2022. È il caso mio e dell’amico Robi Masca. Ci scriviamo cartoline da oltre 30 anni e, nel tempo, ci siamo accorti che i tempi di consegna si sono sempre più allungati.
Festeggiamo, dunque, le Poste tedesche, che – in 8 giorni – hanno recapitato al Masca a Ferrara una “Ansichtkarte” proveniente da Monaco di Baviera!!!
Massimo biasimo (ma non mi stupisco…), viceversa, per le Poste italiane, che non hanno ancora consegnato a Ferrara una cartolina imbucata a Serra San Bruno (Vibo Valentia) il 5 settembre. E oggi, quando scrivo questo post, è il 16 ottobre…
Quanto dovremo ancora aspettare?

Oktoberfest, è sempre come la prima volta

MONACO DI BAVIERA (GERMANIA) – L’Oktoberfest è proprio una festa!
E finalmente, dopo due anni di stop causa pandemia, la Festa della Birra è tornata…e noi non potevamo mancare!
Oggi sono qui, per una “zingarata” da ultra50enni, 9 anni dopo la mia ultima volta, in totale è la mia Oktoberfest numero 7, ed è sempre un piacere.
Anche se ora è una festa meno “libera”, con più controlli di polizia e molti percorsi obbligati.
Anche se ci hanno dato un bel giro ai prezzi (13,50 euro un impareggiabile litro di birra, 25 euro una Wiener Schnitzel, una cotoletta!).
Ma lo spirito è ancora intatto, soprattutto per i tedeschi, che vivono la festa con molta partecipazione, con i loro costumi tradizionali, indossati proprio da tutti.
Festa nei capannoni della Paulaner, dell’Augustiner, della Lowenbrau e delle altre birre, festa nello spettacolare Luna Park, illuminato come se non ci fossero problemi globali di risparmio energetico…
E, in sottofondo, il profumo della salsiccia e quello della cannella. E non fa neppure troppo freddo, ma è piovuto assai…
Una volta nella vita bisogna venirci, dai.
Intanto, godiamoci queste due belle birrone!!!!

MEDIOEVO IRANIANO

IL RICONOSCIMENTO FACCIALE PER IDENTIFICARE CHI NON PORTA IL VELO E PER IL CONTROLLO DI MASSA
Nonostante le proteste in tutto l’Iran dopo la morte di Mahsa, una ragazza curdo-iraniana di 22 anni, pestata a sangue in caserma dopo l’arresto perchè non indossava in maniea “appropriata” l’hijab (il velo), il governo conservatore iraniano del presidente Ebrahim Raisi vuole usare il riconoscimento facciale per identificare le donne che violano le regole sull’abbigliamento.
Da luglio, le regole sono state ancor più inasprite. L’obbligo di indossare il velo, in vigore dalla Rivoluzione Islamica del 1979, ora riguarda tutte le donne, qualunque sia la loro religione. Mentre prima le iraniane dai 9 anni in su dovevano uscire di casa con il capo velato e il corpo coperto da un vestito largo e lungo, ora sono obbligate ad indossare un velo che copra non solo i capelli, ma anche il collo e le spalle.
Come se non bastasse, il regime iraniano ha istituito, per il 12 luglio di ogni anno, la “Giornata Nazionale dell’hijab e della castità”.
L’accesso alle istituzioni pubbliche potrà essere negato a chi non si conforma alle nuove regole in tema di abbigliamento. Nella città di Mashhad, le autorità hanno recentemente vietato l’accesso alla metropolitana alle donne che non usano correttamente il velo, che rischiano, tra l’altro, l’arresto.
Ma il riconoscimento facciale è già usato dal regime di Teheran per “identificare e arrestare manifestanti e dissidenti politici e la raccolta di dati biometrici potrebbe fornirgli gli strumenti per farlo ancora più efficacemente”, secondo l’organizzazione Minority Rights Group International.
Dal 2015, infatti, il governo iraniano ha cominciato ad emettere carte d’identità biometriche, dotate di un chip contenente la scansione della retina, delle impronte digitali e delle immagini facciali di ogni individuo.

Kurdish women activists hold portraits of Iranian Mahsa Amini, during a protest against her death in Iran, at Martyrs’ Square in downtown Beirut, Wednesday, Sept. 21, 2022. Protests have erupted across Iran in recent days after Amini, a 22-year-old woman, died while being held by the morality police for violating the country’s strictly enforced Islamic dress code. (AP Photo/Bilal Hussein)