In poco più di 24 ore avrei potuto fare una scorpacciata di film di Clint Eastwood, attore e regista ormai di culto. Per la prima volta, l’altra sera in tv, ho visto il suo “Million Dollar Baby”, con la splendida, intensa interpretazione di Hilary Swank nel ruolo di una cameriera trentenne che, stufa di una vita sottotono, cerca di affermarsi con la boxe. E, con gli insegnamenti del suo maestro, per un po’ ce la fa: fama e ricchezza. Poi succede il patatrac, fino al tragico epilogo finale. Senz’altro un eroe (anzi: un’eroina di tutti i giorni, per i perdenti della vita di tutti i giorni) che diventa il cardine di quello che viene definito forse il miglior film di Clint Eastwood da “anziano” (la pellicola è del 2004).
Su un altro canale, sempre l’altra sera, davano addirittura “Una 44 Magnum per l’Ispettore Callaghan”, un classico degli anni ’70 con un ancor giovane Clint Eastwood, poliziotto dai metodi ruvidi ma efficaci, con i capelli scuri e il ciuffo sbarazzino, alla prese con tutti i malaffari delle grandi città americane e della stessa polizia. Un altro eroe “anti-eroe”, di quelli che piacciono al vecchio Clint e agli spettatori di tutto il mondo, che un po’ si riconoscono nel riscatto sociale di chi, ogni tanto, ce la fa. Uno su mille, o giù di lì.
Il giorno dopo, in preda alla Eastwood-mania, sono andato al cinema a vedere il suo ultimo film da regista: “American Sniper”, interpretato da Bradley Cooper e Sienna Miller. Preceduto da milionari incassi a stelle e strisce e critiche divise in Italia, devo dire che non mi entusiasmava molto l’argomento: i film di guerra mi hanno un po’ stufato, dai “Cannoni di Navarone” in poi. Però è di Clint Eastwood, mi sono detto, diamine: e invece ho preso un solenne granchio. Un film di guerra che è l’apoteosi dell’uomo che diventa il cecchino più temuto di tutto l’Iraq, da Falluja fino a Mosul. Secondo me, un’americanata: nel peggior senso della parola. Ma è evidente che, proprio negli States, dove è forte il senso patriottico, il film ha avuto grande successo. A me non è piaciuto per niente: basta con “buoni contro cattivi”. Per essere un eroe, non serve imbracciare il fucile e ammazzare tutta quella gente. Nè nella realtà, nè tantomeno al cinema. Stavolta Clint Eastwood ha toppato. Lo aspettiamo al prossimo film. Farà sicuramente di meglio. Soprattutto se tornerà a raccontarci storie di quotidiano eroismo.
Giorno: 21 Gennaio 2015
LE INUTILI POLEMICHE SULLE FIGLIE DEGLI ALTRI
Adesso che le acque sembrano essersi un po’ calmate, mi va di dire la mia sulla vicenda di Greta e Vanessa, le due ragazze di 20 anni che per 6 mesi sono state prigioniere in Siria e che dopo Natale erano apparse nei nostri teleschermi festivi tutte vestite di nero, implorando il nostro paese di liberarle. Sono contento che siano tornate a casa. Come lo sarò, quando torneranno a casa dall’India i due marò. La storia delle due ragazze è, però, più “pacifica”: con la spensieratezza -e l’ingenuità- dei loro vent’anni sono partite alla volta dell’Iraq e della Siria nella convinzione di poter “salvare il mondo”. Si sono sbagliate. E di grosso. Lo hanno capito, chiedendo scusa a tutti, in particolare a mamma e papà. E laggiù non ci torneranno più. Potranno fare del bene anche vicino a casa loro. Non hanno salvato il mondo, ma l’importante è che si siano salvate almeno loro. Nei giorni successivi alla loro liberazione, invece di tirare un immenso sospiro di sollievo insieme alle loro famiglie, ci siamo impegnati tutti -soprattutto certi giornali davvero di basso livello, seguiti a ruota da un becero tam tam dei social network- nel gioco al massacro più inutile degli ultimi tempi: sparare addosso alle due ragazze, inventare balle incredibili e improbabili (addirittura sesso consenziente con i rapitori, invocando persino la sindrome di Stoccolma o addirittura pensare che Greta e Vanessa fossero già al soldo del Califfo dell’Isis. E qualcuno ha pure visto che le due ragazze erano ben nutrite, come se fossero state in vacanza in Medioriente..). Che tristezza tutta italiana. E poi, la domanda più assurda di tutte le domande: l’Italia doveva davvero pagare questi presunti 12 milioni di dollari (50 centesimi per ogni italiano!) ai terroristi islamici per il rilascio delle due ragazze? Facile fare polemica con i figli degli altri. Io credo che, a questa domanda, ci sia solo una risposta: SI. Provate ad immaginare, anche solo per un attimo, che Greta e Vanessa fossero state le vostre figlie. Cosa avreste voluto? Che lo Stato le liberasse a qualunque costo? Ecco, appunto.