UN FEDELE SERVITORE DELLO STATO

Un fedele servitore dello Stato. Si dice così, no? Allora lo possiamo dire senz’altro del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Giovedì 3 settembre saranno passati 33 anni dalla sua morte. Avrebbe compiuto 62 anni qualche settimana dopo. Nato a Saluzzo (Cuneo) il 27 settembre 1920, figlio di un Generale dei Carabinieri, il giovane Carlo Alberto si godette poco la gioventù saluzzese in epoca fascista e combatté in Montenegro durante la Seconda Guerra Mondiale come sottotenente, entroò nei partigiani dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, quindi seguì le orme paterne entrando nei Carabinieri. Negli anni ’70, gli “anni di piombo”, fu alla guida del Nucleo Antiterrorismo, con base a Torino. E proprio dal capoluogo piemontese fu uno dei principali artefici della lotta al terrorismo, in particolare contro le Brigate Rosse. Nel 1974 ad un passaggio a livello a Pinerolo vennero arrestati Renato Curcio e Alberto Franceschini, ideologi e fondatori delle Brigate Rosse. Curcio restò poco dietro le sbarre: evase nel febbraio del ’75 dal carcere di Casale Monferrato, grazie ad un blitz dei compagni brigatisti capeggiati dalla moglie di Curcio, Margherita “Mara” Cagol. Qualche anno dopo, la donna rimase uccisa in un conflitto a fuoco con i carabinieri sulle colline di Acqui Terme. Questo episodio, le rivelazioni del pentito Patrizio Peci e la successiva sanguinosa irruzione (quattro brigatisti e la proprietaria dell’appartamento restarono uccisi) di via Fracchia (1980), un covo delle BR a Genova, portò all’inizio della fine del terrorismo in Italia.
Nel 1982, il Generale Dalla Chiesa fu nominato Prefetto di Palermo dall’allora ministro dell’interno Virginio Rognoni, che gli assicurò poteri straordinari per combattere la mafia come aveva fatto con il terrorismo. Ma furono solo parole: più volte Dalla Chiesa si lamentò di essere stato lasciato senza uomini, mezzi e sostegno dello Stato.
Dopo la morte per infarto della prima moglie nella loro casa di Torino (1978), il Generale Dalla Chiesa si risposò il 12 luglio 1982 con Emanuela Setti Carraro, una giovane infermiera di Vercelli, di 30 anni più giovane. Il loro matrimonio durò fino a quella maledetta sera del 3 settembre 1982: alle 21,15 la piccola A112 bianca sulla quale viaggiava il Generale Dalla Chiesa, guidata dalla moglie, fu affiancata in una via di Palermo da una Bmw, dalla quale partirono alcune raffiche di kalashnikov, che uccisero sul colpo Dalla Chiesa e la moglie. Dietro, un complice fulminò a colpi di mitra anche l’autista e guardia del corpo, che seguiva Dalla Chiesa a bordo di un’altra auto di servizio.
Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa è sepolto a Parma, nel Cimitero delle Villette. 280px-DallaChiesa