Con un plebiscito attorno al 60%, il popolo sovrano italiano a respinto al mittente la riforma costituzionale proposta dal governo-Renzi. Credo che, in realtà – come hanno affermato autorevoli commentatori politici – agli italiani fregasse ben poco del cambiamento della Costituzione Italiana, che sta lì da 70 anni e per quanto ci riguarda può rimanerci altri cento. E’ evidente che si trattava di un voto PER Renzi o CONTRO Renzi. E poichè è stato un vero e proprio esame per il governo, per la prima volta chiamato al confronto elettorale diretto, è evidente che gli elettori hanno votato in base alla propria pancia e alle proprie tasche, ponendo in primo piano la loro situazione economica, ma anche la percezione di sicurezza (o insicurezza) che viviamo nelle nostre città, nei nostri paesi, nelle nostre case. Intendiamoci: hanno fatto bene a votare SI al referendum quelli che, al momento, continuano a star bene, con la pancia piena e soddisfatti. E hanno fatto bene a votare NO quelli che, invece, non stanno bene in questa Italia delle promesse, con la pancia vuota e il cassetto dei sogni pure. E, come immaginavamo – non c’è bisogno di essere sondaggisti per capirlo – quelli che stanno male sono decisamente la maggioranza. Quel ceto medio che, ormai, è diventato medio-basso. Se non peggio. Lo capisca Renzi, se rimarrà (l’età e l’ambizione glielo consentono) sulla scena politica; lo capiscono quelli che verranno dopo. Agli italiani interessa, anche egoisticamente, star bene. Punto. Anche se non c’è scritto in nessuno dei 139 articoli della nostra bellissima (dicono) Costituzione.