TORINO – Niente e nessuno ferma i Teatroci, nemmeno la superstizione (17esima replica, sedie viola, pantaloni e sciarpa viola di alcuni protagonisti, un’attrice rimasta disperatamente chiusa nel bagno del backstage e cacca pestata nel pomeriggio da uno degli attori…). Per il terzo anno di fila, ci siamo esibiti al Teatro Cardinal Massaia di Torino per la nostra nuova “prima”, stavolta de IL SUGO DI UGO, la prima sfida gastro-comica d’Italia tra carnivori, vegetariani e vegani (terza commedia della nostra trilogia cominciata con CANI, GATTI, PARENTI E AFFINI e proseguita con VIENI ANCHE TU SULL’AUTO BLU, ma bollono altri copioni in pentola….) . 302 spettatori: un sold out mai visto prima!!!! (E abbiamo creato uno zoccolo duro di fedelissimi!). E la necessita’, presto, di fare nuove repliche. Ce la siamo cavata anche stavolta, pur tra mille difficolta’ pratiche ed organizzative, che siamo riusciti a superare con grinta e buona volonta’. E le risate cristalline e gli applausi scroscianti del pubblico – gentile anche nel perdonarci qualche piccola sbavatura – sono stati il sorprendente premio per il nostro impegno. Bravissimi tutti i nuovi componenti dei Teatroci: l’esordiente assoluto Francesco Lemmi, perfetto nella parte di Trump, pronto a tutto pur di ritrovare la moglie Melania, il fantastico Maitre Alessandro Iulianelli, proprio elegante e impeccabile (vero Manuela Di Franco?), il geniale Alberto Errigo, crudista, nudista e…Panceras, sempre a letto con le galline, e il nostro 007 Michael Bertuol Mingrone, un Dean Lavan con licenza di uccidere…i germi! E poi i ”vecchi” della compagnia: l’inossidabile Gualtiero Papurello, capocomico e chef stellato molto…Stracco, Erica Maria Del Zotto, regista e nobildonna con qualche difettuccio di deborbante multipersonalita’, Luca Bertalotti, implacabile critico gastronomico alla Crespelli (le stellette dipendono da lui!), Vito Gioia, nelle vesti (succinte, mi pare, cosi hanno detto…) del re del gossip, Cristiano Tassinari, un Annibale Piragna vorace e buzzurro e Giorgia Giardullo versione suora orsolina (“Su Ordina”!) in stile Sister Act. A completare l’opera: Ugo Bruno e Laura M. Vaschetto nella parte dei coniugi profumisti e ballerini signori Amoretti, Marco Tancredi, un tipo insonne, ma vispo (e che bel pigiamone!), Marco Sarro, un sommelier molto professionale e quanto mai sobrio (?), Dora Tota, fruttariana scollatissima e convintissima (dalla panna), Caterina Fera, una simpaticissima Balen, soubrette taglia XXXL e Federica Fulco, un po’ Arpia e un po’ Valeriana Cetrioli, sempre con il sorriso sulle labbra (“Che ridere”!).
Bravo e attento il nostro regista Valter Varesco. Scenografia super di Patrizia Del Zotto, trucco parrucco pollo e polpette a cura di Anto Macrì, foto del mitico Claudio Bonifazio e della “paparazza” figlia d’arte Michela Gioia, riprese video di Alberto Zambernardi. Grazie a Lele Boccardo per le interviste. Grazie a Daniele Rinaldi, Kevin e Luca per la consueta disponibilita’ del Teatro Cardinal Massaia. E che colonna sonora (richiestissimo il nostro dvd.con gli stacchetti musicali…ma senza la commedia, ahahah).
E allora, dopo il trionfo di stasera…adesso mambo!
Ci vediamo presto in giro!
Non perdiamoci di vista!
Mese: Gennaio 2017
IL MIRACOLO BATTE’ LO STATO
di Cristiano Tassinari
Un vero miracolo. Forse, in realtà, un mezzo miracolo: non tutti gli ospiti dell’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara) sono stati salvati, infatti. Ma è sempre meglio un mezzo miracolo che nessun miracolo. E mentre noi stiamo qui al calduccio, davanti al computer e alla tastiera, a scrivere e a leggere queste righe, i meravigliosi soccorritori sono ancora lassù, alla pendici del Gran Sasso, a scavare disperatamente nella speranza di salvare altre vite umane, il più possibili. Inutile, ora, fare la statistica dei superstiti, di chi non ce l’ha fatta e di chi è ancora tra i dispersi. E’ già incredibile pensare che qualcuno possa essere riuscito a farcela: nemmeno io avevo più speranze, sentendo le ultimissime dai telegiornali, dopo un giorno e mezzo di affannosa impossibilità a raggiungere quel luogo impervio, dove una slavina – forse una vera e propria valanga, causata dalle scosse di terremoto di quelle ore – aveva letteralmente sommerso e stritolato l’albergo. Non avevo più speranze io, figuratevi come dovevano stare i parenti dei famigliari intrappolati lassù! Poi, all’ìmprovviso, la speranza diventa realtà. Con i primi salvataggi. La mamma e il figlio. La bambina. Tutti gli altri, salvati. E allora possiamo proprio dire che è stato un miracolo, possiamo proprio dire che i fantastici soccorritori (pompieri, finanzieri, carabinieri, volontari della Protezione Civili, volontari…) e…Dio hanno sconfitto le negligenze di uno Stato inetto, assolutamente incapace di reagire a questa calamità naturale. Gli uomini si, i mezzi no. Non è il caso, ora, di fare polemiche. Ma, dopo, bisognerà indubbiamente fare il punto della situazione su una penuria organizzativa nella macchina dei soccorsi – pur in condizioni complicatissime – che non fa onore alla nostra tradizione di protezione civile (scritta senza le maiuscole, per indicare l’attività e non la struttura predisposta alla nostra…protezione!).
E i politici? In tutta questa tragedia, si è notata la loro clamorosa assenza, come se non sapessero cosa dire per giustificare quel che è accaduto, come se non sapessero cosa fare per evitare fischi e polemiche. Gli stessi fischi, le stesse lamentele dei cittadini colpiti dal terremoto in agosto e in ottobre, costretti a giocarsi la casa…al sorteggio!
Qualcosa (molto) non va in questo nostro Belpaese: meglio averlo capito subito (ma lo abbiamo capito?) e correre ai ripari.
Non ci saranno sempre i volontari e Dio a proteggerci. A proteggerci anche e soprattutto dallo Stato.
BRUTTI FIGLI DI QUESTO MONDO
Riflessione di Cristiano Tassinari
La tragedia di Pontelangorino, in provincia di Ferrara, sulla strada che porta verso il mare, mi ha colpito ancor più da vicino: sono le mie terre, le mie zone, persino le mie spiagge. Sono ferrarese proprio come Riccardo, il ragazzo di 16 anni che l’altra notte ha ammazzato a colpi di ascia il papà Salvatore e la mamma Nunzia. Avete letto bene? Ha ammazzato il papà e la mamma. Colpevoli, forse, soltanto di averlo rimproverato – più e più volte, certo, come fanno i genitori – per il suo pessimo rendimento a scuola. Al culmine di una insopportabilità famigliare impossibile da capire razionalmente, il ragazzo ha coinvolto addirittura il suo migliore amico – un altro minorenne, di 17 anni (diventerà maggiorenne a novembre) – offrendogli mille euro per dargli una mano ad uccidere i genitori (cento euro in anticipo e il resto a “lavoro compiuto”). Terribile spietatezza calcolata. Doppio omicidio premeditato, come recita l’accusa nei confronti dei due ragazzi assassini.
Chissà che fine faranno: per un delitto tanto efferato non c’è sufficiente condanna nè sufficiente giustizia, nemmeno il massimo della pena. Non vorremmo, però, in questo paese iper-garantista, che il fatto di non aver ancora raggiunto la maggiore età sia un alibi per scaricare la coscienza di giudici che, con le condanne, ci vanno sempre inspiegabilmente con i guanti di velluto.
Questi due ragazzi assassini, Riccardo e il suo amico “prezzolato”, sono figli di un brutto mondo e brutti figli del mondo. Un mondo che non conosce la gratitudine, nemmeno da parte dei figli nei confronti dei genitori. Pensateci bene: i figli non restituiscono nemmeno l’1% di quello che mamma e papà hanno fatto (e fanno) per loro. Quante volte la mamma ha dovuto sopportare i pianti, i capricci, le malattie, i problemi di salute e di carattere dei figli? Quanto il papà ha dovuto spaccarsi la schiena per tirare avanti la famiglia e mantenere una vita decorosa per i propri figli? Pensateci, fa riflettere. E in tutto questo, i figli, cosa restituiscono? Pochissimo, in molti casi nemmeno i buoni voti a scuola, il minimo indispensabile.
Ma non tiriamo in mezzo la società e i tempi che cambiano: ci sono sempre stati figli che hanno ucciso il padre e la madre, e senza neppure scomodare Edipo. La cronaca ci ricorda il caso di Pietro Maso, che nel 1991 ammazzò i genitori nella loro casa in provincia di Verona. Questione di soldi e di bella vita. E la cronaca ci ricorda persino il caso di Erika e Omar, nel 2001, a Novi Ligure: la ragazza uccise la madre e il fratellino. E potremmo continuare con molte altre tragiche storie, dalla famiglia Carretta in poi, prima e dopo….
Non è solo questo brutto mondo ad aver generato figli assassini. Figli assassini lo si è già dentro. Altrimenti non si arriva a commettere follie come quella di Pontelangorino, nelle mie terre, le mie zone, le mie spiagge, il mio mare. E quello di genitori si conferma il lavoro più difficile del mondo: provate a chiederlo a chi ha tre figli, per esempio. Io ne conosco diversi di genitori con tre figli, una cifra già abbondante per le stitiche famiglie di questi tempi. Due figli bravissimi e uno disgraziato. Succede. Spesso. Eppure: gli stessi genitori, la stessa educazione. Gli stessi frutti che non dovrebbero cadere troppo lontani dagli stessi alberi. E allora? Che avesse ragione Lombroso con la sua teoria del “criminale dalla nascita”?.
Difficile dare una risposta ad un quesito così delicato.
Di sicuro, chi commette atti brutali e barbari come l’assassinio dei genitori è un brutto figlio di questo mondo.
ISTANBUL, L’ATTENTATO DI CAPODANNO. E IL 2017 COMINCIA MALE….
Un’altra volta, l’ennesima volta. Un altro atto terroristico, con la firma dello Stato Islamico. La tragedia di Istanbul, dove nel night club “Reina” hanno trovato inaspettatamente la morte 39 persone, ricorda da troppo vicino l’attentato di Parigi, al Bataclan. Un’azione criminale e animale, ai danni di uomini e donne, ragazzi e ragazzi, che in una città sempre più tormentata come Istanbul e in un paese sempre più dilaniato come la Turchia stavano soltanto cercando un refolo di spensieratezza, per qualche ora, nella notte di Capodanno. Nei pochi siti internet non oscurati dal governo turco, ho visto foto raccapriccianti: corpi a terra, uno addosso all’altro, sanguinanti, senza vita, senza pietà, passati in un attimo dall’effimera felicità all’abisso della morte.
Il 2017 è iniziato male, malissimo, con la “solita” strage di innocenti, assassinati in nome di chissà quale Dio, di chissà quale religione, di chissà quale orizzonte virtuoso, di chissà quali interessi….
A colpirmi, però, è stato anche il nostro atteggiamento di noi occidentali: un attentato in Turchia – ormai sono tanti, all’ordine del giorno – non vale lo stesso effetto emotivo di un attentato a Parigi, a Bruxelles e a Berlino. Purtroppo, l’assuefazione – anche al peggio – esiste e noi ci siamo incredibilmente abituando al peggio. Ma, terribile a dirsi, non sono in pochi quelli che pensano che la Turchia paghi a caro prezzo la propria ambiguità politica, il proprio atteggiamento voltagabbana in Siria, prima contro Assad e Putin, ora al fianco del dittatore siriano e dello Zar di Mosca, insieme contro i “ribelli” che voglio scacciare Assad, dalla devastata Aleppo come dal resto del paese. E poi ci sono gli oppositori interni, i curdi...ma che colpe hanno i poveri uomini, donne, ragazzi e ragazze del “Reina” se Erdogan combina tutto e il contrario di tutto, auto-colpo di stato compreso? Ormai la Turchia, lo dice chi ci vive e chi non ci vuole più vivere, è diventato un luogo pericoloso. E non solo per colpa del terrorismo. Da una Turchia europea, ad un passo dall’ingresso nell’Europa Unita, fino ad una Turchia integralista e ben poco integrata in quella porzione di Europa che si affaccia all’Asia, e viceversa. Ma il vero problema, oltre ai folli killer reclutati dall’Isis in giro per il mondo, Cina inclusa, sono i Grandi della Terra: da questa parte del mondo, oltre al Califfo, banchettano solo i già citati Erdogan e Putin, con un clamoroso doppio vuoto: quello lasciato dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti. Confidando ben poco nel nostro Vecchio Continente troppo preso dalle sue beghe finanziarie, ci rimane solo una speranza: quella del nuovo presidente americano Donald Trump. E va a finire che dobbiamo sperare che sia lui (insieme all’amico Putin?) a risolvere una volta per tutte il problema Medio-Oriente. La vedo francamente dura, anche per Trump, l’Uomo Forte. Ma qualcosa bisogna pur farlo, per impedire altri Bataclan, altri Reina e chissà quanto sangue ancora innocente….