A BARCELLONA SEMBRA TUTTO NORMALE, MA…

Sono appena tornato da un breve soggiorno di lavoro a Barcellona. E’ una città meravigliosa, una città che ho già visitato diverse volte, ma che non mi stanco mai di ammirare. E’ una città che accoglie tantissimi italiani, anche quelli alla ricerca di un futuro migliore. E’ la città che poche settimane fa, giovedì 17 agosto, è stata teatro di uno dei più sanguinosi attacchi terroristici degli ultimi anni. La cronaca dei fatti la conoscete, purtroppo: un terrorista affiliato all’Isis ha imboccato il viale pedonale delle Ramblas al volante di un furgone bianco lanciato a folle velocità, ha travolto e ucciso 15 persone – tra cui due italiani, Bruno Gulotta e Luca Russo – e ferito altri 88 esseri umani. Fuggito tra i vicoli del centro di Barcellona e braccato in tutta la Spagna, il terrorista Younes Abouyaaquob è stato ucciso qualche giorno dopo, in un conflitto a fuoco, in un paese ad una cinquantina di chilometri da Barcellona.
A distanza di venti giorni è quasi surreale passeggiare per le Ramblas come se niente fosse. O quasi. A Barcellona sembra tutto tornato normale. Ma… Ma non si può fare a meno, almeno io non ci sono riuscito, di guardare le terribili fotografie del dopo-attentato e paragonare lo stesso pezzo di strada dove è avvenuto il massacro a quello dove stavo passeggiando io. Mi è capitato all’inizio delle Ramblas, all’altezza del Burger King, la cui insegna avevo notato in una fotografia raffigurante un ferito che veniva soccorso. Mi è capitato soprattutto calpestando il mosaico di Mirò, nel centro delle Ramblas, proprio là dove il furgone della morte ha terminato la sua folle corsa. Un’opera d’arte realizzata dall’artista catalano proprio per elogiare l’accoglienza e lo spirito internazionale di Barcellona…
La mia, spero lo capiate, non è morbosità, è solo umana curiosità. Riflettendo, naturalmente, su quanta fortuna abbiamo avuto a non essere in quel posto (sbagliato) nel momento sbagliato. Come, purtroppo, è successo alle vittime, ai feriti e persino ai superstiti. Che non dimenticheranno mai e poi mai. 
A Barcellona sembra tutto normale, ma non è così. Il venticello del tramonto è meraviglioso, il mare e la spiaggia di Barceloneta annunciano un settembre ancora “caliente”, i ristoranti sulle Ramblas sono già pieni di turisti a caccia di paella e sangria, la vita – inevitabilmente – continua. La polizia catalana (il Mossos d’Esquadra) vigila in maniera nemmeno troppo discreta: anzi, i poliziotti sono un po’ dappertutto, la loro presenza rassicura come non mai noi piccoli e indifesi turisti. Due furgoni belli robusti della polizia sono sistemati ai lati della fermata della metropolitana di Plaça de Catalunya, dove tutto è maledettamente cominciato. Sembrano le imponenti misure di sicurezza del “senno di poi”, ma tant’è. La paura c’è, ma è meglio non confessarla. Tanto che cosa possiamo mai fare? Stare barricati in casa? Non andare più da nessuna parte? La vita continua. Purtroppo o per fortuna.
E Barcellona rimane bellissima. Anche se non è più la stessa.