Trionfo israeliano al Torino Film Festival. Il miglior film è “Don’t forget me” del regista Ram Nehari. E’ la storia di una ragazza che soffre di anoressia e di un giovane suonatore di tuba un po’ svitato: il loro amore cresce, piano piano, tra ospedali psichiatrici, centri di riabilitazione alimentare e voglia di normalità. Il successo di “Don’t forget me” è completato dalla statuetta come miglior attore per Nitai Gvirtz e come miglior attrice per Moon Shavit, ad ex aequo con l’inglese Emily Beecham di “Daphne”.
Tra gli altri premi: premio della critica per “Fabrica de Nada” del portoghese Pedro Pinho, un film ruvido e realista sulla crisi economica in Portogallo. Premio del pubblico per due pellicole francesi: “A voix haute” di Stephane De Freitas, ambientato all’università di Saint Denis. tra grandi oratori e grandi educatori e per “Kiss and Cry”, di Lila Pinell e Chloè Mahieu, dedicato al duro percorso nella vita e nel pattinaggio. Tra i documentari, premio Cipputi per la sezione dedicata al lavoro al regista toscano Quadri, con il suo “Lorello e Brunello”, la storia di due gemelli agricoltori e pastori e la loro vita aspra nelle campagne della Maremma.
Finisce cosi la 35esima edizione del Torino Film Festival, con buoni risultati di pubblico e di critica. A dimostrazione che la formula scelta, film poco conosciuti ma di qualità, è quella giusta.