Gli scroscianti e corroboranti applausi del pubblico scaldano il cuore dei teatranti di tutto il mondo. E’ di questo di cui si ciba e si alimenta la nostra passione viscerale per il palcoscenico. E’ successo proprio stanotte ai nostri coraggiosi corsari del teatro filocomico, alla nostra grande famiglia dei Teatroci. Palpitazioni ed emozioni senza fine, per la nostra “prima’ del 2018, la nostra commedia “80 VOGLIA DI UNA BADANTE E…SPOSO LA CAUSA”, due spettacoli in uno, una doppia farcitura per i denti sorridenti del pubblico, unico nostro riconosciuto Dio e giudice supremo. Grazie all’atmosfera magica del Teatro Cardinal Massaia di Torino (grazie a Daniele Rinaldi, Kevin e Rinaldi’s family) che ci ospita ormai da 4 stagioni, abbiamo fatto il tutto esaurito (302 posti), il secondo di fila in due anni. Anzi: “sold out”, che suona anche meglio e che ci fa sentire leoni del palcoscenico, almeno per una notte e che ci ripaga di tante ore di sacrifici e di tante sere d’inverno riempite con le prove. Uno spettacolo di due ore e qualcosa, allegro, disinvolto, con un tocco di satira e di costume, al sapor mattacchione della casa di riposo “La Pace dei Sensi” e con la dovuta arguzia al delicato tema delle unioni civili.
Siamo stati tutti bravissimi, noi Teatroci. Certo, nel rapporto minuti in scena-risate-applausi trionfa il motivatissimo Marco Tancredi, spumeggiante e rampicante (visti i capelli rasta…) “figoterapista” di Belo Horizonte e “indiano” di ritorno e buona memoria, pronto a far prendere il bouquet a…tutti, per poi signorilmente consegnarlo alla Rita, la mamma della nostra regista…e la prossima volta, il bouquet lo lanciamo al pubblico! Il buon Marco, da grafico con i fiocchi, firma pure la nostra apprezzatissima e modernissima locandina! Premio della critica al versatilissimo Alberto Errigo, capace di rendere
simpatico persino il Berlusca e persino irresistibile (come Brad Pitt) il povero Ubaldo, uno dei vecchietti piu’ arzilli della Pace dei Sensi (anche se vorrebbe andarsene…poi s’innamora…). Alberto: speriamo di averti presto ancora insieme a noi! Applausi a scena aperta per la sua compagnia di scena, la strabiliante Sabrina Meravigliosa Colosi, nella doppia veste (alla fine addirittura succinta) della bollente badante tedesca (ma non troppo) Greta e della imprevedibile Ramona Tifregu, titolare della sospetta Onlus “Mie mani in tue tasche”. Squilli di tromba e suoni di campane per Don Dolino, alias Francesco Lemmi, che nella parte del “giovane parroco di un’altra parrocchia” ha attirato su di se un sacco degli applausi dei “parrocchiani” (pardon, degli ospiti) del Teatro Cardinal Massaia. E il suo Rinco Starr e’ proprio…rinco! Shelovesyouyeeyeeyee! Di Don Dolino abbiamo apprezzato anche la castigatissima e timoratissima di Dio perpetua “Cenerantola”, liberamente tratta dal vocabolario italiano-calabrese di Caterina Fera, ormai una celebrita’ dalle parti di Scilla e Cariddi (e pure…a Nichelino!).
Di fortissimo impatto emotivo la presenza scenica tutta nera e “crocefissata” dello zio Ulrico, oscurantista interpretato da par suo e con voce nandogazzolesca, dal capocomico Gualtiero Papurello, brillante assai pure nelle vesti di Sor Betto, il gelataio che fa innamorare, e di Red Anzian, vecchio capellone fracassone ex componente dei Puh (si scrive cosi?). Geniale cartoonist, il Papus e’ autore materiale dei cartelloni delle squadre dei torneo di calciobalilla: Pro Pannolone, Atletico Cateteri, Eta’ Lenta, Dinamo Dentiere e Realzheimer!!!! Che rrrridere!
La nostra regista Erica Maria Del Zotto e’ stata divina, proprio come le due “divine” che e’ stata chiamata ad interpretare: la ballerina “balena spiaggiata” Carla Stracci e la cantante “storpiatrice” Maria Pallas. I suoi gorgheggi di grande livello musicale, insieme a testi sgangherati, hanno mandato in sollucchero persino i fan di Puccini e Bellini (non Pulcini e Fellini, che diamine!). Inoltre, la Celeste di Erica, civile e comprensiva, aiutera’ i nostri “eroi” a realizzare quel loro piccolo grande sogno che e’…ehm, lo scoprirete….uno dei due “eroi’ e’ Angelo, un eccellente ed equilibrato Luca Bertalotti, nei panni dell’uomo che sposa un amico per necessita’. E il dottor Vecchietti, direttore della Pace dei Sensi, se la cava bene tra le mille rogne della sua attivita’. E pazienza se proprio non sopporta Vetrilia, l’elettrica donna delle pulizie della casa di riposo, una Federica Fulco forse effettivamente maniaca dell’ordine e della pulizia. Secondo noi, e’ proprio cosi! Una tizia che ti squizza il detergente anche sulla tazza della camomilla! Da rinchiudere in cella di rigore! Ordung un dizipline, direbbe la nostra Greta. A fare le spese di Vetrilia, anche il generale in pensione Ferruccio La Martora (Cristiano Tassinari), plurimedagliato sul pigiama e pluriscordato dell’Amplifon e di qualsiasi cornetto acustico, il che rende il generale cosi sordo da capire sempre fischi per fiaschi e giunture per punture! Nel secondo atto, Antonino – detto Nino – La Causa, quello del titolo, e’ il corrosivo “marito” del matrimonio per convenienza. E ovvio che poi Cristiano Malgioglio canta “Mi sono innamorato di tuo marito”…
A proposito di musiche e stacchetti: ringraziamo il mitico sound engineer Mirco Negri, e la sua girl friend reginetta del walkie-talkie: Mirco, pero’, si e’ fatto un po’ prendere la mano e ora vuole essere pagato un tot a stacchetti (sono tanti, ci rovini!). Si-puo’-fare??? Chissa’….certo il denaro e’ solo una invenzione borghese per Alessandro Iulianelli (il suo manager e’ Manuela Di Franco), quando interpreta Agostino, detto Bakunin, anarchico per eccellenza, fancazzista per vocazione e ancora in seconda media a 24 anni…. Poi, quando Iulio interpreta Igor Coltellacci e racconta la storia del topicida-omicida, dei nonni e delle amiche della canasta, ci fa venire i brividi dalla paura…
Giorgia Giardullo e’ una dei 5 ”sopravvissuti” che hanno iniziato l’avventura dei Teatroci (20 e passa repliche fa…) e si conferma personaggio insostituibile, fuori e dentro il palco, in questo caso anche in due piccole parti di pregio: Jane Fionda, la guru della ginnastica, e Santina Licheri, avvocatessa delle cause perse in arrivo direttamente da “Forum”. E fa rigare dritti tutti!!!!
Citazione d’onore per la leggendaria Monica Carelli, che nel ruolo di Pinella fa talmente bene la parte dell’anziana madamina piemontese che sembra quasi…esserlo veramente!!!! E smettila di dire Scopa!…che poi ci viene il magone…. Speriamo, naturalmente, di vedere presto sul palco la nostra amica Barbara Cagliero: ti aspettiamo!!!
Un ringraziamento speciale a Lorenzo Bellelli e ad Angelica Zagaria, i nostri angeli custodi e body guards (uno barbuto, l’altra dalle fulve chiome, piu’ tutto il loro staff) della scenografia, realizzata in appena 40 giorni in maniera impeccabile, tassello importante per una crescita graduale ma costante della nostra compagnia. La scenografia fa, eccome!!!! Sormontata, peraltro, dallo striscione inconfondibile, quello della Pace dei Sensi, griffato dalla geniale Patrizia Del Zotto, per il resto validissima ”donna di copione”, al pari di Anto Macrì, utilissima anche come costumista e specialista di trucco e parrucco (anche per chi non ha i capelli, of course). Lode onore e gloria, come direbbe Don Dolino, al nostro maestro fotografo di fiducia Claudio Bonifazio: le sue foto mirabolanti racconteranno per gli anni a venire le belle emozioni di una serata come questa, sul palco e soprattutto nel “sancta santorum” dei camerini… Da crepare dal ridere il video realizzato da Pasquale Ieluzzi, e che presto potrete vedere integralmente su Youtube. Ma dal vivo e’ meglio… Infine, un grazie fuori palco al vecchio amico Marco Sarro, che con la sua versione dell’inconfondibile accento genovese di Beppe Grillo (“E’ una cosa pazzesca!”) ha scatenato un sacco di risate e sghignazzamenti.
Il nostro obiettivo, del resto, commedia dopo commedia, e’ migliorarci sempre di piu e farvi ridere sempre di piu’. Saremo in giro ancora, magari vicino alla vostra citta’. Vi chiediamo fiducia, vi regaleremo un sorriso!!!
Di questi tempi, e’ un grande regalo.
Ciao…e grazie a tutti! Anche e soprattutto a chi, ne conosciamo tutti, ci ha guardato con benevolenza e si e’ fatto quattro risate dal grande teatro di Lassu’.
Mese: Gennaio 2018
Riflessioni sulla genitorialità
Ammetto di essere parte in causa, chi lo sa bene, chi non lo sa ancora lo scoprirà. E allora mi lascio andare ad alcune riflessioni “nere su bianco” sulla genitorialità. Premetto che è un mestiere che immagino difficilissimo e di cui non ho alcuna conoscenza, ma proprio per questo posso forse rifletterci sopra con maggior distacco. Frequentando, ultimamente, diverse cliniche ed ospedali – il reparto maternità, per fortuna: il piu’ bello tra i reparti di un ospedale – mi sono accorto che l’età media dei genitori italiani è sempre piu’ alta. Io, d’accordo, non faccio testo: come futuro papà – se accadrà – sono decisamente oltre la media consentita, con i miei 48 anni abbondanti. Se non mi do una mossa, divento un nonno prima ancora di diventare un papà. Ma anche le mamme…sono sempre piu’ “grandi”. Non credo, ovviamente, di scoprire l’acqua calda, visto che da decenni, ormai, l’età media delle donne che partoriscono il primo figlio è cresciuta fino ai 35 anni e oltre. Ma, mentre con mia moglie – che ne ha 40 – ci accingevamo all’ennesima ecografia con le dita incrociate, guardandomi attorno mi sono sentito confortato (e meno solo): su dieci coppie con il pancione (lei con il pancione, io solo con…la pancia) almeno 7/8 erano ben oltre i 35 anni, sia l’uomo che la donna. E il resto della percentuale, le altre 2/3 che rimangono fuori dalla nostra statistica, era comunque nella fascia 30/35. Nessuna, secondo me, sotto i 30. Forse una, sui 27-28, straniera, con il velo e un bel sorriso felice.
E allora torno alle mie riflessioni sulla genitorialità: dove sono finite le belle giovani mammine di 22/23/25 anni? Che mondo è mai questo che, per mille problemi pratici, costringe uomini e donne a fare figli in età ormai piuttosto avanzata?
Ma, in realtà, conta davvero l’età dei genitori? Non conta piuttosto la quantità di affetto e di amore e di attenzioni da riversare (e riservare) al figlio piuttosto che la quantità di primavere sulle spalle?
Ma una ragazza che fa figli a vent’anni non si preclude tutta una giovinezza fatta anche di studi, di esperienze e – perchè no?- cazzate, che poi rischierà di inseguire disperatamente in una “seconda giovinezza” quando lei ne avrà 40 e la figlia 20?
Tante, troppe domande, anche sulla scorta di esperienze personali, mie, di amici, di conoscenti, di voi, di tutti. E non esiste una sola risposta valida per tutti, perchè ognuno ha la propria storia, il proprio vissuto, le proprie origini, i propri sogni, i propri progetti. Riflettevo (ancora!) sul fatto che, di solito, la risposta per giustificare una genitorialità tardiva (ammesso e non concesso che ci sia qualcosa da giustificare) è sempre piu’ o meno questa: “Eh, prima non avevano il lavoro sicuro e una casa, quindi abbiamo aspettato”. Già, a rischio di aspettare troppo.
Poi, per fortuna, non è mai troppo tardi e meno male che esistono metodi scientifici – se non avete problemi etici e morali – che permettono di avere figli a chi, altrimenti, non potrebbe averne. Io credo che sia meraviglioso. Non è una scorciatoia, è soltanto un percorso diverso verso la Maternità e la Paternità. E poi chissà che un giorno non si tornerà a fare figli…come conigli, come canta De Gregori in quella sua canzone. Vorrà dire che ci sarà tornata la voglia di famiglia numerosa, di fare casino, di fare all’amore, di avventura, di “buttarci senza il paracadute”, senza la maledetta crisi che giustifica tutte le rinunce del nostro piccolo mondo. Io, tuttavia, preferisco la risposta “di giustificazione” di mia moglie: “Perchè abbiamo aspettato tanto? Si vede che doveva andare cosi”.