La guerra “dimostrativa”

di Vittorio Zucconi
(Repubblica)

No, non è l’inizio della Terza Guerra Mondiale. L’attacco di Cruise e altri missili e bombe teleguidate sulla Siria e sulla capitale Damasco è finito ed emerge quello che si era capito da giorni, da quando impulsivamente Donald Trump aveva preannuciato un attacco “entro 24 o 48 ore”:  i militari americani e russi aveva avuto cura di ‘deconflict’, di evitare le condizioni di un confitto diretto.

Nei piani abbozzati da Trump alle 21 di Washington e confermati da Londra e Parigi l’intenzione è quella di eventualmente ripetere questi attacchi a distanza avendo estrema cura nell’ evitare scontri diretti con aerei o truppe russe che ormai infestano la Siria e hanno il vero controillo della forze armate siriane.

L’attacco è dunque, per tragico che sia dirlo in questi momenti, sostanzialmente dimostrativo, un’operazione di ‘deterrenza’ come ha detto Theresa May contro il futuro impiego di armi chimiche da parte del dittatore – il ‘mostro’ lo chiama Trum – Bashar Assad, ammesso che sia state effettivamente usate.

È il genere di operazioni militari a distanza già tentato in passato senza nessun altro risultato che rafforzare la presenza dei forza russe e iraniane a sostegno di Assad.

Ma nella vaghezza degli obiettici strategici, nella totale mancanza di risultati concreti da poter sfruttare per risolvere l’osceno gomitolo di sangue siriano, la campagna aerea voluta da un presidente americano che aveva bisogno di un tremendo diversivo per uscire dalla gabbia dell’inchiesta che si sta stringendo attorno a lui, sta il tremendo rischio di questa operazione.

Il rischio è l’incidente, l’imprevisto,  il missile stupido che colpisce un reparto russo, una base iraniana, un base aerea con velivoli russi o, al contrario, il missile antiaereo russo che abbatte un caccia bombardiere americano o inglese o colpendo una nave al largo.

I pianificatori di questa campagna hanno cercato di minimizzare i rischi utilizzando quelle che nel gergo si chiamano armi ‘stand-off’, sparate da navi, sottomarini, aerei fuori dalle acque o dai cieli siriani e facendo le solite, desolanti promesse di ‘evitare danni collaterali’, civili uccisi. Ma solo due risultati possono uscire da queste avventure: il nulla, lasciando Assad nel guscio protettivo dei russi che gli Usa non osano attaccare. O l’incidente, la scintilla involontaria che scatena l’incendio.

La Storia ha un lungo elenco di guerre cominciate “per caso”. E l’operazione, annuncia il Pentagono, potrebbe riprendere. Dunque il rischi di imprevisti cresce.