Sulla dichiarazione della conduttrice Nadia Toffa delle “Iene” a proposito del presunto “dono” ricevuto insieme al suo tumore, poi sconfitto, pubblico questo post di Dora Esposito, scritto su Facebook in data 25.9.2018.
“No, cara Nadia Toffa, io non ti giudico e non sono nessuno per dirti quello che devi o non devi pensare, però vorrei solo dirti che forse per te il cancro è stato un dono, ma ti assicuro che vedere morire, consumarsi, giorno per giorno le persone care, è una maledizione. Non c’ho messo molto, con questo tuo pensiero a ricordarmi della prima volta in cui mi sono offerta di rasare i capelli a zero di mio padre dopo la prima chemio, non c’ho messo neanche molto a ricordarmi di tutte le volte che l’ho visto soffrire dal dolore, piangere dal dolore e io lì inerme a sentirmi inutile, a far finta di stare bene, a fingere di ridere, a ridere quando non avevo voglia di ridere e a piangere quando non avrei mai voluto piangere. Non c’ho messo molto a ricordarmi del via vai di tutte le ambulanze e i medici nelle notti inoltrate, di quando sono stata ferma, zitta e di quando ho dovuto mantenere la calma per non agitare lui e chi mi stava intorno. Non c’ho messo molto a ricordare dell’ultima volta che è ritornato dal suo ultimo ricovero e mi hanno detto: “Gli è arrivato alle ossa e al cervello, ha poco tempo!” e dormivo vestita quelle poche ore perchè mi alzavo per andare a controllare se respirasse ancora. Non c’ho messo molto a ricordarmi di tutte le volte che l’ho visto piangere di nascosto perchè sapeva. E non c’ho messo molto neanche a ricordarmi di tutte le volte che ho pianto di nascosto prendendo a pugni il muro in bagno perchè dalla sua stanza si sentivano le urla di dolore. Di mia madre che non dormiva mai per stargli notte e giorno vicino. Delle piaghe. Della sua agonia. Di quel “ti voglio bene” detto l’ultimo minuto della sua vita. Perciò, cara Nadia, il cancro non è un dono. Il vero dono è l’amore di chi ha vissuto ed ha avuto la forza di combattere nonostante la guerra persa. Il dono è l’amore che hai donato a chi sapevi che dovevi perdere.
No, non c’ho messo molto a ricordare di quando mi hanno dato la diagnosi: “Carcinoma polmonare in stadio avanzato. Tuo padre ha due giorni di vita” ma ha vissuto cinque anni, solo altri fottuti cinque anni. Un inferno, Nadia.
E tutto questo, me lo sono ricordato solo grazie a te.
Grazie“.