Un buon consiglio per gli amministratori pubblici di Genova e Torino, ma ci potremmo aggiungere Milano, Roma, Napoli e chissà quanti altri capoluoghi di provincia (e non solo) alle prese con un traffico sempre più pressante ed asfissiante. Anche dal punto di vista ambientale.
La storia che vi raccontiamo arriva dalla Francia: ad una cinquantina di km da Lione, esiste “Transpolis“, la città-laboratorio dei mezzi di trasporti del futuro, naturalmente (e rigorosamente) a Impatto Zero, o giù di lì.
Di fatto, questa “Transpolis” è una città fantasma, dove non ci abita (ancora) nessuno, ma dove ci sono strade, incroci, rotatorie, semafori, navette elettriche, mezzi pubblici ecosostenibili, persino un tratto di autostrada. Costruita da una ex base militare dell’Esercito francese, “Transpolis” si trova nel nulla più assoluto nelle campagne di Saint- Maurice-de-Rémense, nel dipartimento dell’Ain. È qui che vengono effettuate vere e proprie sperimentazioni sui veicoli del futuro (un po’ anche del presente), riproducendo situazioni critiche reali della circolazione stradale, cercando di trovare soluzioni anche in termini di sicurezza.
L’area su cui si trova “Transpolis” – un progetto in parte concluso nell’estate del 2018, ma ancora non del tutto arrivato a regime – è dotata di tutte le più moderne infrastrutture: 300 km di fibra ottica, la tecnologia 5G e 2.000 kwh di potenza.
L’investimento nel progetto da parte della società che si chiama proprio “Transpolis” è stato di 18 milioni di euro, in parte finanziati dagli enti locali e da un polo d’eccellenza tecnologica denominato “Cara”, specializzato in mobilità urbana.
Per le strade di “Transpolis” si può trovare il meglio di quello che, presto, troveremo sulle strade delle nostre città: i semafori veramente “intelligenti” (non come quelli a cui siamo abituati!) che si regolano al passaggio dei veicoli, con una corsia prefenziale per i camion, in modo da smaltire più velocemente il traffico pesante, i lampioni dell’illuminazione stradale notturna che si accendono soltanto al passaggio di una vettura, per poi spegnersi subito dopo, con considerevole risparmio energetico e le navette di trasporto pubblico, completamente elettriche e senza conducente, che frenano automaticamente di fronte alla presenza di un ostacolo o di un pedone che attraversa la strada…
E poi, naturalmente, tutta la serie ormai consolidata di autobus elettrici ad Emissioni Zero, le “self-driving cars” (le auto autonome, che si guidano da sole, senza bisogno di guida umana), i crash-test per migliorare la resistenza delle vetture in caso di incidente e il sistema di guida che, non solo controlla autonomamente la velocità, ma conserva la giusta traiettoria anche in caso di sbandamento dell’auto, ad esempio nell’eventualità di un malore del conducente.
In buona sostanza: tutto quello che sarà il traffico del futuro è già in corso di sperimentazione a “Transpolis”. Con una piccola avvertenza: per il momento, in giro per la città-fantasma, ci sono solo manichini che sostano ai semafori in attesa del verde o che sono seduti tranquillamente all’interno dei mezzi pubblici. Con gli umani, beh, sarà un po’ diverso. Ma mentre Genova annaspa nel suo traffico quotidiano – anche in seguito al crollo del Ponte Morandi – e Torino è alla prese con la Ztl e con il blocco della circolazione, quasi quasi la speranza è che il visionario sogno di “Transpolis” diventi realtà il prima possibile.
(c.t.).