Ciao, mitico “Goreno”!

Quanta panchina mi ha fatto fare, il mister “Goreno”! Ma si vede che me la meritavo…
Però allora ci rimanevo male: e una volta, quando mi disse “Scaldati!” ad un minuto dalla fine, ritenni giusto rifiutare, per somma dignità. Una volta, viceversa, che ero stranamente titolare con la maglia numero 7, nonostante una buona partita, mi tolse dal campo nel secondo tempo, sostituendomi…e io gettai la maglia dalla rabbia…un po’ come le vere star viziate del pallone! Poi ci fu un anno in cui giocavo spesso titolare, ma anche lì – puntualmente – mi toglieva a tutte le partite dopo dieci-quindici minuti dall’inizio del secondo tempo…e mi giravano le scatole!
In realtà, a discolpa del leggendario mister Renato Caselli, va il fatto che io fossi un’ala destra sì veloce e generosa, ma senza alcuna confidenza con il gol, senza un gran talento e senza nemmeno una grande…visione di gioco (a causa delle mia apocalittica miopia!).

Ecco perchè “Goreno” (non ho mai saputo il perchè di questo soprannome!) aveva sempre ragione: ma lo riconosco ora, 30 anni dopo la fine di una disonorevole carriera, molti chili e molti capelli dopo. E adesso che ci ha lasciati – in attesa che, giustamente, gli intitolino il campo sportivo di Sant’Agostino (Ferrara) – mi tornano in mente tanti aneddoti, legata alla maglia verdi dei “Ramarri” (il nomignolo del C.S., Circolo Sportivo, proprio per via del colore verde), ma anche a trasferte improbabili, su una Renault 4 o un Fiorino stracolmi di giocatori, a gelati e pizze pagate a tutta la squadra dopo una vittoria, a tanti momenti di allegria e spensieratezza, per noi che giocavano nel vivaio del C.S. e che al pallone dovevamo, ovviamente, abbinare lo studio, rubando due ore di qua e due di là, per gli allenamenti. E poi, le partite del sabato o della domenica mattina…
E questi ricordi, e pure qualche foto un po’ sfumata dal tempo, ci rimangono dentro e ci rimarranno per sempre. A tutti i giocatori che “Goreno” ha visto passare sotto le sue “grinfie” in 50 anni (mi sa di più!): qualcuno poteva diventare un campione e non ce l’ha fatta, qualcuno si è divertito a giocare una vita tra i dilettanti, altri – come me – erano proprio dei brocchi. Non siamo diventati campioni, ma uomini sì, anche grazie agli insegnamenti del mister. E pure grazie alle mille panchine che ho fatto. Ma quante ne ho fatte!
Ciao, mitico “Goreno”.