In questi giorni di quarantena, ho rivisto con piacere uno dei miei film preferiti in assoluto: “Tutta colpa del Paradiso”. Per me si tratta di un capolavoro, firmato da Francesco Nuti alla regia e come attore principale, insieme ad una bellissima Ornella Muti, che in quell’anno di grazia 1985 compiva 30 anni. Io ne avevo 15, ma il film lo vidi qualche anno dopo, in tv.
Un film divertente e, al tempo stesso, toccante: la storia di un papà appena uscito di carcere che vuole rivedere il figlio di sei anni, adottato da un’altra famiglia e inventa una serie di stratagemmi per stargli vicino, fino a quando non viene scoperto da un puntigliosa e spietata assistente sociale (Laura Betti).
Secondo me, il punto più alto della carriera di Nuti, insieme all’altro suo film “Caruso Pascoski“, interpretato insieme a Clarissa Burt. Ma “Tutta colpa del Paradiso” è ancora meglio: non solo per gli occhi di Ornella Muti, non solo per la caccia “matta e disperatissima” allo stambecco bianco da parte di Roberto Alpi (il marito di Ornella Muti nel film), ma proprio per la bellezza del Gran Paradiso, dove fu ambientata la pellicola, con bellissimi scorci delle montagne e belle scene di paese girate a Champoluc. Un film che mi ha stregato, un “Paradiso” che mi ha stregato.
Uno dei film che più ho amato di Francesco Nuti, a cui va il mio eterno ringraziamento per la sua comicità intelligente e stralunata.
E un pensiero a lui, in questa sua lunga e difficile fase della sua vita.