Mentre si avvicina la Fase2, con le prime riaperture delle attività economiche decise dal governo italiano durante l’emergenza-Coronavirus, pare sempre più evidente quanto il mondo dello spettacolo (musica, cinema e teatro) venga considerato un’attività “non essenziale”: i rischi di un lungo stop e – poi – di mille problematiche di stanziamento sociale sono davvero concreti, purtroppo.
Sull’onda emotiva della lettera scritta dalla cantautrice Paola Turci e inviata a tutti i mezzi di informazione per sensibilizzare il problema economico enorme che coinvolge artisti, produttori e maestranze del mondo dello spettacolo, abbiamo chiesto a Cristina Bugatty, attrice di teatro e di cinema, come si esce da questa situazione di stallo.
“Purtroppo c’è solo una speranza: che il virus svanisca completamente. Perchè altrimenti il teatro è finito! Ho sentito parlare di teatri che potrebbero riaprire solo a dicembre, facendo entrare soltanto un terzo degli spettatori che può contenere, una poltrona si e due no. 100 spettatori anzichè 300, ad esempio. Vi sembra possibile? Chi avrebbe comunque il coraggio di tornare a teatro? Basti pensare che molti degli spettatori del teatro non sono più giovanissimi… E il cinema? Sento parlare di sanificazione delle sale appena finito un film e prima di far entrare il pubblico per lo spettacolo successivo: ma quanto costa questa sanificazione? A carico del privato? E servirebbe davvero? Temo proprio che, se il virus non sparisce, molti gestori di cinema e teatri saranno costretti a chiudere”.
Poco prima del lockdown in tutta Italia, Cristina Bugatty ha fatto quanto meno in tempo a completare la prima parte della tournèe nazionale dello spettacolo teatrale a due con la mitica Anna Mazzamauro, dal titolo “Belvedere – Due donne per aria” e farsi notare da milioni di spettatori in una bella parte nel film “La dea fortuna” di Ozpetek, uscito a Natale 2019. Ma chissà, ora, quanti impegni saltati…
“Sono rovinata! E molto arrabbiata! Noi e il nostro musicista avevamo in programma ancora due mesi di tournèe a teatro, con uno spettacolo che tocca tematiche delicate e a volte scabrose – ad esempio il sesso per i disabili, ma non solo – ma che noi siamo riuscite a rendere nel modo più sensibile, in modo da ottenere l’approvazione da parte del clero. Abbiamo avuto ovunque un ottimo successo, dovevano ancora andare a Firenze e perfino a Tor Bella Monaca, zona difficile di Roma, dove abbiamo in atto un progetto a sfondo sociale. Insomma: un sacco di cose da fare e, invece, tutto è stato bloccato dal maledetto virus”.
Cristina Bugatty ci racconta come sta vivendo la sua quarantena solitaria. “Vivo da sola, in centro a Milano. Per fortuna la solitudine non mi dispiace, anzi. Sto bene con me stessa. Faccio la spesa on-line e non sono mai uscita, fino a qualche giorno fa. Esco, con la mascherina e i guanti, cerco di stare a debita distanza e poi mi capita di incrociare un tizio senza mascherina che mi tossisce in faccia…allora meglio restare a casa!”
E per il suo futuro a teatro? Come la vede? “Bisogna tornare alla fiducia, nostra e degli spettatori. Ma sapete quanti baci abbiamo dato io e Anna Mazzamauro alla fine degli spettacoli al pubblico che veniva a congratularsi con noi? Centinaia e centinaia di baci! Ed è bellissimo! Ecco, quello è il vero teatro, dobbiamo tornare ad avere fiducia in questo, ma ci vorrà del tempo. E le istituzioni dovranno investire di più in tamponi, in salute, in prevenzione, anche in comunicazione, per farci vincere anche un altro pericoloso virus: la paura”.