Quattro mesi, più di quattro mesi. 122 giorni, per la precisione.
Senza lavoro, senza sentirmi utile.
Non per colpa della crisi, non per colpa della guerra, non per colpa del terrorismo.
Ma per colpa di un nemico invisibile, il virus.
Ora, dopo tutto questo tempo, non nascondo di essere emozionato a tornare al lavoro, qui nel Cubo Verde di Euronews, a Lione.
Ormai non ci speravo più, perchè temo che il virus rischi di diventare una buona scusa per ridurre ancora di più il lavoro e le attività economiche.
Chissà. Per ora non ci penso. Per ora mi godo il ritorno al lavoro, una delle mie ragioni di vita (insieme alla famiglia, s’intende). Ma senza lavoro è dura, e non soltanto per la mancanza di denaro.
Il lavoro è vita.
Sono lieto perciò di pubblicare questa mia foto, per certi versi storica, ma nemmeno bellissima, mi è venuta una strana espressione sardonica.
Sarà stata l’emozione, pochi minuti prima di entrare di nuovo al lavoro.
122 giorno dopo.
Giorno: 23 Giugno 2020
Quei mancini di Dio…
Se ne sono andati in punta di piedi, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro: Mariolino Corso e Pierino Prati.
Due nomi con il diminutivo per due Campioni con la C maiuscola.
Due “mancini di Dio”, baciati in fronte dal talento pallonaro.
Una vera sfida da derby di Milano, come tutti quelli che hanno giocato a San Siro.
Mario Corso detto “Mariolino” ancora di più, con il suo sinistro fatato, le sue punizioni “a foglia morta”, le grandi vittorie con l’Inter morattiana nonostante un rapporto non certo idilliaco con il “Caudillo” Helenio Herrera, che tutte le estati ne chiedeva le cessione, inutilmente. Per poi accorgersi di non poter fare a meno di Mariolino.
Piero Prato detto “Pierino”, attaccante di razza e di potenza, mancino e pure ambidestro, le sue fortune con il Milan nella notte della tripletta di Coppa Campioni con l’Ajax, poi i gol spettacolari e acrobatici con una Roma che era Rometta, ma che pure lo ha amato immensamente.
Insieme a Pietro Anastasi, detto “Petruzzu”, ora Lassù formano un tridente imbattibile, che meraviglierà anche il mondo celeste con i loro prodigi e i loro gol. Chissà se poi l’allenatore lo farà Helenio Herrera o Nereo Rocco…