In tutto questo terrificante periodo di aperture e chiusure a singhiozzo – tra zone gialle, arancioni e rosse – una costante c’è: teatri e cinema sempre chiusi.
A dire il vero, sempre chiuse anche le palestre, le piscine, i musei, le fiere e i congressi, le discoteche…
Ma, in questo caso, vorrei soffermarmi su due luoghi di “culto” (e di cultura) a me molto cari: il cinema e il teatro. Il cinema perchè ne sono da sempre un grande frequentatore, il teatro perchè solo qualche anno fa ho realizzato il sogno – nel mio piccolo – di calcarne il palcoscenico. E vorrei continuare a farlo…
Ebbene: sembra proprio che ai signori del governo non interessi minimamente riaprire i luoghi della cultura, mai e poi mai si parla di possibili riapertura di cinema e teatri, forse destinati ad avere sempre il grande schermo buio e il sipario abbassato.
Eppure, nella tregua estiva senza-Covid, cinema e teatri avevano dimostrato di sapersi organizzare bene, rispettando le regole, e con dati infinitesimali di positivi (nei teatri italiani, un solo positivo, addirittura!). Ma, a quanto pare, non basta.
Non basta mandare in rovina i proprietari dei cinema e dei teatri, non basta rovinare una scena culturale per anni (poi ci sarà il virus-paura che azzererà gli spettatori), non basta nulla di tutto ciò per far pensare ai Potenti di turno di farli riaprire. Con le regole da rispettare, ma aperti, che diamine!
Eh, ma il cinema e il teatro non fanno business come i supermercati e i centri commerciali…
Un pensiero tristissimo a questo governo – ma accade anche all’estero, in paesi che pensavo più evoluti – che ritiene “non essenziale” l’attività di svago e intrattenimento, come mai era venuta a mancare, nemmeno sotto guerre e bombardamenti…
Ma, evidentemente, di cinema e teatri (e delle altre attività succitate) non frega niente a nessuno.
Ce ne ricorderemo.
Promessa. E minaccia.
5Gen