Grazie mille a Teodoro Cavalluzzo per la fantastica regia, Alberto Corrado per la splendida location, “L’Arteficio”, Claudio Bonifazio e Gian Casagrande per le super foto, Pasquale Ieluzzi per le riprese video di alta qualità, Mirco Negri per i fortissimi stacchetti, Anto Macrì per i costumi (trovati, lavati e stirati), tutti gli spettatori che ci hanno simpaticamente guardato su Facebook e, naturalmente, in ordine di apparizione, Erica Maria Del Zotto, Cristiano Tassinari, Gualtiero Papurello, Mirco Negri, Federica Fulco, Francesco Lemmi, Giulia Ago, Alessandro Iulianelli – vale a dire i “Teatroci” – tutti insieme sul palco!
Mese: Aprile 2021
Michele Alboreto, vent’anni fa…
Ricordo ancora quando appresi la notizia: smarrimento e sgomento, per un pilota serio, un “non personaggio” che forse non accendeva di passione le folle, ma che con la Tyrrel aveva fatto già vedere cose straordinarie e che con la Ferrari avrebbe meritato senz’altro più fortuna. Italiano a bordo della Rossa: è stato probabilmente il penultimo pilota che ho veramente amato, dopo Piquet e prima di Senna, tutti diversissimi tra di loro. Poi, basta.
Poi, primo italiano dal 1973, l’arrivo in Ferrari, coccolato dal Drake, che lo definiva cosi: “Un giovane che guida tanto bene, con pochi errori. È veloce, di bello stile: doti che mi rammentano Wolfgang von Trips, al quale Alboreto somiglia anche nel tratto educato e serio. Ho sostenuto che è fra i sei migliori della Formula 1 e che con una macchina competitiva non sprecherà certamente l’occasione di diventare campione”.
L’occasione arrivò nel 1985, in un testa a testa con Alain Prost: ma dopo il Gran Premio d’Italia, la Ferrari inanellò cinque ritiri nelle cinque gare conclusive e Alboreto dovette accontentarsi della piazza d’onore nel mondiale piloti.
Triste declino in Formula 1, ma non nelle corse, grazia alla vittoria alla 24 di Le Mans del 1997. Un trionfo che confermava quanto diceva di lui Enzo Ferrari: “Guida tanto bene, con pochi errori”.
O se così volle il Destino degli uomini veloci.
PEPERONI…IN DIRETTA FACEBOOK!!!!
Buon Compleanno, Vespa!
La Vespa è ancora molto…vispa, anche a 75 anni!
Uscita in commercio, per la prima volta, proprio il 23 aprile 1946, la Vespa ha rappresentato un successo assoluto per la motorizzazione italiana di quei tempi, nemmeno un anno dopo la Liberazione, e un trionfo dell’industria italiana, in questo caso la Piaggio, per i successivi anni del boom economico. La Vespa, dunque, non è soltanto un mezzo di trasporto da un luogo all’altro, ma anche un mezzo di passaggio da un’epoca all’altra, un vero simbolo dello sviluppo economico e sociale del Belpaese, poi “decollato” anche all’estero grazie a fermo-immagini indimenticabili, come le celeberrime scene di “Vacanze Romane”, con Gregory Peck e Audrey Hepburn in giro per Roma. a bordo proprio della Vespa.
La scocca della “Vespa 75th” si colora dell’inedito metallizzato “Giallo 75th” che, studiato espressamente per questa occasione, reinterpreta in chiave contemporanea le cromie che andavano di moda negli anni ’40. Sulle fiancate e sul parafango anteriore compare il numero 75 in una tonalità più accentuata, a creare un elegante tono su tono, come anche nella vista frontale, dove la tradizionale “cravatta” è rifinita in tinta opaca giallo pirite.
La Vespa è commercializzata in 83 paesi di tutti i continenti del pianeta ed è oggi il veicolo a due ruote più famoso e amato al mondo. I collezionisti si contendono i pezzi più pregiati, anche a prezzi folli, soprattutto per i modelli storici prodotti dalla Piaggio.
Sono tre i siti produttivi della Vespa: ovviamente Pontedera, la “casa madre”, la cui produzione è destinata all’Europa, all’America e a tutti i mercati occidentali, Vinh Phuc, in Vietnam, che serve il mercato locale e i paesi orientali e in India, nel modernissimo impianto di Baramati, aperto nel 2012, dal quale escono le Vespa per il mercato indiano e del Nepal.
A metà degli anni 2000 la produzione annuale della Vespa era attorno alle 50.000 unità: da allora – nonostante l’agguerrita concorrenza degli scooter – c’è stata una crescita costante, che l’ha portata a superare quota 100.000 pezzi prodotti all’anno nel 2007 e le 200.000 unità dal 2018, anno dal quale è disponibile anche una versione completamente elettrica.
Non vediamo l’ora di raccontare il traguardo dei 100 anni di storia. Ma ci sono anche tanti chilometri da macinare…
Il “gemello digitale” del David di Michelangelo
In realtà, c’è già ed è partito per l’Expo di Dubai, dove sarà grande protagonista del padiglione Italia.
La celebre scultura è illuminata da scanner ad alta tecnologia 3D per produrre la più fedele e sofisticata riproduzione del David mai realizzata prima.
I ricercatori dell’Università di Firenze hanno collaborato con i tecnici di “Hexagon”, una multinazione svedese specializzata in queste opere di “copiatura” artistica con tecnologie di misurazione di precisione.
Il progetto, iniziato alcuni mesi fa, prevede tre fasi: la scansione del David per creare un “gemello digitale” tridimensionale, la stampa in 3D delle varie parti e la rifinitura e l’assemblaggio dei restauratori.
Un compito non facile, visto che la statua è alta, con il basamento, più di cinque metri.
Dal nostro inviato speciale alle Canarie…
Quando gli amici diventano fantastici inviati speciali….dall’Oceano!!!!
Torna a casa, vecchia Css 175 MV Agusta…
MV Agusta si compra una…MV Agusta molto speciale.
La celebre azienda motociclista ha recentemente acquistato on-line su un sito di aste una Css 175, piccolo bolide, prodotto in 500 esemplari dalla stessa casa varesina, tra la metà e la fine degli Anni ’50. La moto, scovata sul web da un dirigente dell’azienda e acquistata per circa 12.000 euro, era stata preparato per prendere parte alle gare di derivate di serie, ma adesso verrà riportata alle sue condizioni originali, grazie ad un vero e proprio “restauro”.
Stiamo parlando di un pezzo di storia. Acquistata nel 1958 da Chris Newport, la Css fu utilizzata in gara in quegli stessi anni dal pilota e collezionista britannico, che dopo qualche tempo decise di metterla in vendita. Ad aggiudicarsela fu nientemeno che Stan Hailwood, padre di Mike Hailwood (1940-1981), il mitico “Mike the Bike”, 9 volte campione del mondo, tuttora celebrato come uno dei più grandi campioni di motociclismo di sempre.
In seguito, la Css è passata di mano in mano, per ricomparire in Olanda all’inizio dello scorso decennio. Pur avendo subito una maggiorazione di cilindrata (204 cc) e altre modifiche, la moto conserva ancora buona parte della sua componentistica originale. Per la gioia degli appassionati della MV Agusta.
Carbonara Day!
Era piaciuta molto anche ai soldati alleati che, durante la seconda guerra mondiale, si ritrovarono tra Lazio, Abruzzo, Molise e Campania, che ebbero il piacere di provare la tipica pasta “cacio e ova” abruzzese, poi esportata a Roma, aggiungendovi la novità della pancetta affumicata, che i militari americani avevano sempre con sè.
Il nome fa riferimento alla tradizione: si racconta, infatti, che la pasta venne chiamata “carbonara” pensando ai boscaioli che lavoravano sui monti, raccogliendo la legna per farne carbone. Quindi, c’è sempre la tradizione e c’è sempre la novità. Perchè la carbonara, e non solo per il Carbonara Day, è proprio fatta cosi.
E a ognuno, piace farla a modo suo.