Il “paese Z”

Michail Sevcuk, “Republic”, Russia. Sito indipendente oscurato da Putin dal 6 marzo 2022.
“Oggi sembrano esserci due paesi, due Russie. C’è una Russia che continua a esistere con il proprio nome e in cui vive ancora la maggior parte dei suoi cittadini: un paese che rifiuta la guerra, che non ha mai attaccato nessuno prima, che non ha minacciato nessuno e che persegue una politica estera all’insegna della pace. Che magari aiuta i profughi, invia aiuti umanitari e non ci pensa proprio a inviare dei soldati di leva in battaglia.
Poi c’è un’altra Russia, anonima e invisibile, il paese Z, che sposta carri armati e lancia razzi. Ma quel paese non siamo noi. Stando così le cose, quindi, si capisce che non è stata la Russia ad attaccare l’Ucraina. Non ci sono le bandiere russe sui carrarmati. C’è solo la Z. A invadere l’Ucraina è stato “il paese Z”.
(traduzione: Internazionale)
Foto simbolo: Berardi disperato.

Italia battuta dalla Macedonia del Nord: addio ai Mondiali per la seconda volta consecutiva

Italia ancora fuori dai Mondiali di calcio, per la seconda edizione consecutiva!

A Palermo, arriva una incredibile sconfitta per gli Azzurri, battuti dalla coriacea Macedonia del Nord con un gol (bella conclusione dalla distanza, in mezzo ai difensori) al 92′ di Trajkovski, un bomber che in Italia (proprio a Palermo, dove ha giocato qualche anno) se lo ricordano a malapena.
Prima, qualche occasione azzurra, con Berardi e Pellegrini: poca roba. Modestia assoluta.
Finisce 0-1, restiamo (giustamente) a casa.

Finisce nei modi peggiori la “luna di miele” della squadra di Roberto Mancini con i tifosi: otto mesi fa Campioni d’Europa e ora, incredibilmente, eliminati dalla corsa ai Mondiali in Qatar, in programma per la prima volta in autunno-inverno (finale prevista per il 18 dicembre).

Una vittoria con la Macedonia del Nord, giudicata scontata, avrebbe – se non altro – spalancato le porte della finale playoff contro il Portogallo, che oggi ha liquidato in scioltezza la Turchia per 3-1.
E, invece, niente.
Per la seconda volta di fila, i Mondiali, li guarderemo in tv.

Inspiegabile trovare il motivo di una simile involuzione tecnica e morale della Nazionale Italiana, che così brillantemente si era esibita alle partite di Euro2020, giocate l’estate scorsa, fino alla vittoria finale, ai rigori, a Wembley, di fronte ai padroni di casa inglesi.

Probabilmente è l’effetto “pancia piena”, o appagamento, che dir si voglia.
Sicuramente è colpa del livello mediocre del calcio italiano, dove peraltro gli italiani “convocabili” faticano sempre più spesso a trovare spazio. L’Europeo era stato un bellissimo fulmine a ciel sereno, ma che ha semplicemente nascosto gli enormi problemi, anche di natura organizzativa (troppi stranieri?) del nostro calcio.

Forse abbiamo vinto gli Europei “per caso”, come accadde ad altre Cenerentole del passato, come Danimarca (1992) e Grecia (2004). Siamo ridotti così?

Essendo i Mondiali in novembre e dicembre, almeno non dovremo rimpiangere – come, invece, fu nel 2018 in Russia – le belle grigliate e pizze in compagnia all’aperto, ma l’umore dei tifosi Azzurri – ce ne sono tanti, anche se “vittime” dei loro stessi club di tifo – stavolta finisce molto sotto il livello di guardia.
Passi per (S)ventura, ma ora anche Mancini…

Roberto Mancini, il “Golden Boy” del pallone e della panchina, quello che ci ha risollevati, quello che diceva “Andiamo in Qatar per vincere i Mondiali”.
E invece…
E invece, stavolta, risollevarsi (calcisticamente parlando) sarà molto dura.

Mariupol, 9 marzo 2022.

Un mese di maledetta guerra

Doveva essere una guerra lampo.
La ‘piccola e subalterna’ Ucraina, nelle previsioni di Vladimir Putin, avrebbe ceduto in pochi giorni, atterrita dall’orso russo. E invece lo Zar è precipitato in un incubo: Davide contro Golia. Un mese di guerra, un Paese intero sotto le bombe, attacchi indiscriminati contro i civili, milioni di persone in fuga, più di 120 bambini uccisi, quasi mille i morti totali. Eppure l’Ucraina resiste, e in alcuni casi contrattacca.
Secondo Kiev sono stati uccisi finora 15.600 militari russi, distrutti centinaia di aerei, elicotteri, tank. Un massacro che nessuno, né in Occidente né a Mosca, aveva previsto. La partita è ancora aperta. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha deciso di vendere cara la pelle. E lo dimostra ogni giorno. Eccone la cronaca.

  • 24 febbraio – Alle 4 del mattino le truppe russe invadono l’Ucraina. In contemporanea Putin annuncia che smilitarizzerà il Paese con una “operazione militare speciale”.
  • 25 febbraio – “Forze nemiche di sabotaggio sono entrate a Kiev, ma io resto qui”, annuncia Zelensky.
  • 26 febbraio – Pioggia di missili su Kiev, mentre inizia l’esodo degli ucraini verso i Paesi vicini. Zelensky: “Oltre 100.000 invasori sulla nostra terra”. I Paesi europei annunciano l’invio di aiuti militari e l’Occidente potenzia le sanzioni.
  • 27 febbraio – Putin evoca per la prima volta lo spettro nucleare. La battaglia infuria a Kharkiv. La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen annuncia che per la prima volta l’Unione finanzierà la consegna di armi e apre all’Ucraina nell’Unione europea.
  • 28 febbraio – A Gomel, in Bielorussia, partono i negoziati tra le delegazioni di Mosca e Kiev.
  • 1 marzo – Le truppe russe assediano Kherson e bombardano la torre della tv a Kiev. Missili su Kharkiv. Zelensky in video all’Europarlamento: “Siate con noi, Putin uccide i bambini”.
  • 2 marzo – I civili uccisi sono centinaia. Gli sfollati centinaia di migliaia. Kherson è la prima grande città ucraina a cadere sotto il controllo russo.
  • 4 marzo – Le forze russe prendono il controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa. E’ la notte della grande paura, quando l’area della centrale viene colpita da missili e si sviluppa un incendio.
  • 5 marzo – Mariupol sotto assedio. Falliscono i corridoi umanitari. I media internazionali abbandonano la Russia.
  • 6 marzo – I rifugiati in Polonia sfiorano il milione. Impossibili le evacuazioni da Mariupol.
  • 7 marzo – Mykolaiv sotto le bombe. La Russia approva una lista di ‘Paesi ostili’, tra i quali l’Italia.
  • 8 marzo – McDonald’s chiude 850 punti vendita in Russia. Coca-Cola ferma le attività. Gli Usa, stop all’import di petrolio e gas russi.
  • 9 marzo – Orrore nel mondo per il bombardamento dell’ospedale pediatrico di Mariupol.
  • 10 marzo – Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e l’omologo ucraino Dmytro Kuleba si incontrano in Turchia, senza alcun esito.
  • 12 marzo – Bombardamenti a Kiev e Mykolaiv. Rapito il sindaco di Melitopol. Mariupol circondata.
  • 13 marzo – Un milione di persone senza gas e riscaldamento in Ucraina. Esplosioni a Leopoli.
  • 14 marzo – Il consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan incontra a Roma il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Yang Jiechi.
  • 16 marzo – Bombardato un teatro di Mariupol convertito in rifugio. Oltre mille persone all’interno.
  • 17 marzo – Il Pentagono: “La Russia ha lanciato più di 1.000 missili sull’Ucraina”.
  • 19 marzo – 190 mila civili evacuati attraverso i corridoi umanitari dall’inizio dell’invasione.
  • 20 marzo – Bombe su Mariupol anche dal mare. Colpita una scuola con almeno 400 sfollati. Kiev accusa: “Donne stuprate e uccise”.
  • 21 marzo – Bombe su un centro commerciale a Kiev, missili su Odessa. Tremila morti a Mariupol, cadaveri insepolti nelle strade.
  • 22 marzo – Zelensky in video al Parlamento italiano chiede nuovi aiuti. Kiev tenta la controffensiva e riprende il controllo di Makariv, a 60 km da Kiev.
  • 23 marzo – Bombardato un ponte a Chernihiv, cruciale per portare aiuti umanitari ed evacuare i civili. I rifugiati sono oltre 3.500.000. I bimbi morti sono 121, secondo Zelensky. Le vittime civili quasi mille, secondo l’Onu.
    (ANSA).