Maglia da record (con polemiche) per Maradona

Un numero 10 per cui spendere sette milioni di euro: quello della maglia storica che accompagnò la leggenda del calcio Diego Armando Maradona in una delle partite più importanti del mondo dello sport, e che ora è in vendita sulla piattaforma online di Sotheby’s.

La maglia passò alla storia durante i Mondiali del 1986, nella sfida contro l’Inghilterra, che si concluse con un trionfo assoluto del calciatore argentino: in un’azione indimenticabile, Maradona riuscì a distrarre il portiere inglese Shilton e a segnare – di mano – il primo gol della partita, un momento che venne da lui stesso definito il risultato della “Mano de Dios”, la Mano di Dio.

Ora Sotheby’s punta a raccogliere una cifra da record nella vendita on-line di questo inestimabile cimelio, il cui prezzo si aggira intorno ai 5,2 milioni di dollari: se questo valore dovesse essere raggiunto o superato, la maglia di Maradona supererebbe per valore stimato e di vendita la divisa indossata dalla leggenda del baseball americano Babe Ruth con i New York Yankees, nel 1920, che è stata acquistata nel 2019 per 5,6 milioni di dollari.

Trattandosi di Maradona, però, non poteva mancare la polemica: una delle figlie, Dalma, ha dichiarato che la maglia messa all’asta – di proprietà del calciatore inglese Hodge, in campo quel giorno del giugno 1986 – non è quella del gol con la “Mano di Dio”, bensì quella del primo tempo, mentre la celeberrima rete fu segnata nella ripresa. “Io so chi ha quella maglia, ma non lo dico”, ha concluso misteriosamente Dalma Maradona, confermando che la maglia non è in possesso della famiglia del calciatore. 

A chi crederà il mondo delle aste on-line? 

 

Biglietto da 55 milioni di dollari per i “turisti dello spazio”!

Astronauti “privati” nello spazio. O, per meglio dire: “turisti spaziali”. 
Il primo viaggio “commerciale” verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) è giunto a destinazione. 
L’uomo d’affari israeliano Eytan Stibbe è stato il primo ad arrivare, a bordo della Crew Dragon “Endeavour” di SpaceX (di proprietà di Elon Musk) della missione “AXiom-1”, che si è agganciata alla Stazione Spaziale Internazionale, in orbita sopra l’Oceano Atlantico. 
Aggancio riuscito, ma solo al secondo tentativo.
L’equipaggio resterà nello spazio per dieci giorni: gli imprenditori Larry Connor (americano), Eytan Stibbe (israeliano, ex pilota di caccia F-16) e Mark Pathy (canadese), che hanno pagato 55 milioni di dollari a testa per questo viaggetto, mentre l’ex astronauta della NASA, Michael Lopez-Alegria (258 giorni nello spazio), vice-presidente Business Development della compagnia texana Axiom, ha fatto da “capo-equipaggio”.
I tre piloti “privati” non sono certo arrivati impreparati al grande appuntamento: hanno svolto circa mille ore di addestramento!
Dopo il decollo, venerdi 8 aprile (ore 17.17 in Italia), dal Kennedy Space Center NASA di Cape Canaveral, in Florida su un razzo Falcon 9 di SpaceX, la capsula Dragon è arrivata alla meta, ma con un ritardo di circa mezzora, dovuto ad un problema con il segnale video, che permette alla Stazione Spaziale di “vedere” il muso della navetta e di seguire cosi ogni manovra che avviene in modo completamente automatico.
Tutti gli altri sistemi di bordo del Crew Dragon – ha fatto sapere la NASA – funzionavano regolarmente e attorno alle ore 14 di sabato (ora locale) si è lavorato per risolvere il problema e completare la manovra di aggancio che, al secondo tentativo, è poi avvenuta alle 14.30.
SpaceX aveva informato che la navetta aveva carburante sufficiente per mantenere la posizione di attesa a 20 metri dall’ISS per almeno due ore.
Il 21 aprile toccherà all’astronauta italiana Samantha Cristoforetti (44 anni) partire con la Crew Dragon “Freedom” per raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale e cominciare una nuova missione scientifica di lunga durata.