La battaglia delle “Crevettes pailletèes” contro l’omofobia in Russia

Quanto mai di attualità, è uscito mercoledi 13 aprile in Francia (arriverà in Italia in maggio) il film “La Revanche de Crevettes pailletèes”, il seguito dell’acclamatissima pellicola sulla squadra di pallanuoto gay, uno dei più grandi successi di pubblico – in tutta Europa – del 2019. Stavolta il film è girato quasi completamente in Ucraina (a Kiev e Leopoli, sotto la neve), fingendo di essere in Russia, dove la squadra – composta da uomini non tutti omosessuali – si ferma per una sosta “aerea” verso i “Gay Games” di Tokyo: e qui deve affrontare l’ondata strisciante di omofobia presente nell’attuale Russia di Putin. La banda dei pallanuotisti scanzonati “politicamente scorretti” scopre, con sgomento, e a loro spese, le spedizioni punitive anti-gay e le terrificanti “terapie di conversione”, in atto in certi luoghi “di detenzione correttiva”, a Mosca e dintorni. Il film – che somiglia ad “action movie” in stile James Bond, con una spettacolare fuga da un centro di conversione – non è stato girato in Russia per ovvi motivi: sarebbe stato complicato giustificare una storia contro l’omofobia russa…
“Si ride, certo, ma questa volta si tratta anche di una commedia politica”, ha commentato il regista Cédric Le Gallo, che porta in scena gli stessi protagonisti del primo film, in Italia poco brillantemente titolato “Gamberetti per tutti”. 
Il film è destinato ad essere nuovamente campione d’incassi, almeno in Francia, e a rilanciare la discussione sui diritti della comunità LGBTQ in alcuni paesi dell’Europa dell’Est. E non soltanto la Russia (ad esempio: Polonia e Ungheria).