Un anno dopo, l’alluvione ha lasciato in profondità i suoi segni.
La notte tra il 2 e il 3 maggio 2023 rappresentò l’inizio della tragedia per la Romagna: una tragedia continuata con un’alluvione ancora più devastante, due settimane dopo, uno spietato colpo di grazia su un territorio già duramente provato.
17 furono i morti (due nella prima fase, 15 nella seconda fase), vittime di allagamenti, straripamenti e frane che coinvolsero in tutto 44 comuni, colpendo in particolare le province di Ravenna, Cesena-Forlì e Rimini (e, in misura minore, Bologna), causando decine di migliaia di sfollati.
Fu stata la provincia di Ravenna a pagare il dazio più pesante, con 8 vittime.
Il primo a perdere la vita fu un pensionato di 80 anni, a Castelbolognese, sepolto sotto il fango, nel cortile della sua casa.
Un anno dopo, quei tragici eventi sono ancora una ferita aperta.
Un anno dopo, il piano di ricostruzione, affidato al Commissario straordinario, il Generale Francesco Paolo Figliuolo, continua, faticosamente.
Un anno dopo sono numerosi i sindaci del territorio colpito dalle alluvioni a lamentarsi degli indennizzi che non sono mai arrivati, ancora alle prese – ogni giorno – con argini da ripulire, strade da rattoppare, infrastrutture da ripristinare e cantieri ancora da avviare.
Dando sempre uno sguardo preoccupato verso il cielo, affinché non accada mai più.