L’attacco terroristico compiuto ai danni del settimanale satirico francese “Charlie Hebdo”, a Parigi, è stato definito “l’11 settembre europeo”. in realtà, negli anni scorsi, c’erano già stati attentati gravi, nel 2004 ad una stazione ferroviaria di Madrid e nel 2005 alla metropolitana di Londra, ma questo di Parigi -forse per la brutalità dei kalashnikov- ci appare come più devastante, più terribile, persino più grave. Qui, in gioco, non c’è soltanto la libertà di stampa e di espressione, ma la nostra stessa libertà. Da Al Qaeda all’Isis, da Bin Laden al Califfo, le nostre prospettive sono decisamente peggiorate. Se i terroristi islamici cominciano ad adottare il sistema dei “comuni terroristi” (le Brigate Rosse di casa nostra, per esempio), allora per noi il rischio-paura sarà perenne, giorno dopo giorno, ad ogni angolo di strada, di ogni città e di ogni paese. E, prima di addormentarci, ci domanderemo: e adesso come faremo ad essere tranquilli, almeno a casa nostra? Come invocata da più parti, serve una risposta con il pugno di ferro, senza arrivare alla guerra totale voluta da Bush dopo l’attacco alle Torri Gemelli, che è sicuramente la causa dell’attuale diffusione a macchio di leopardo del terrore islamico nel mondo, da Sydney a Parigi: magari non gruppi organizzati, forse anche soltanto una “cellula dormiente” oppure i cosìdetti “foreign fighters”, cittadini europei che vanno a combattere sotto la bandiera nera dell’Isis e poi tornano in Europa, carichi di armi, di esperienza e di rabbia contro la società occidentale. Sembra davvero di essere tornati ai tempi delle Crociate, ma alla rovescia: non sono più i cristiani a voler convertire gli “infedeli”, ma è esattamente il contrario: sono gli arabi a dare la caccia agli “infedeli”, a casa loro o a casa nostra non importa. E noi, nelle nostre comode vite rese solo più scomode dalla crisi economica, abbiamo indietreggiato troppo, passo dopo passo, crocefisso tolto dopo crocefisso tolto. Noi che, ora, ci limitiamo a guardare in cagnesco quelli che parlano in arabo, ma non abbiamo nemmeno il coraggio di dire loro qualcosa, se per caso fanno casino nel parchetto sotto casa. Perchè abbiamo paura, perchè quelli lì sono pericolosi, perchè quelli lì – diciamo noi – ci mettono un niente a tirare fuori il coltello e ad ammazzarti. E’ possibile un dialogo con l’Islam moderato presente in Europa? Non so, non vedo tutto questo Islam moderato. Ma sarebbe sbagliato dare la colpa solo ed esclusivamente alla religione musulmana: in un tremendo passato sappiamo bene cosa combinò la Chiesa Cattolica e ancor oggi, in tempi recenti, dalla ex Jugoslavia all’Israele fino al Medioriente, abbiamo visto tutti quello che il fanatismo religioso provoca, a tutte le latitudini, sotto diversi nomi, un vero oppio per i popoli. Senza voler assolutamente giustificare una carneficina come quella avvenuta a Parigi, forse i vignettisti di “Charlie Hebdo” avevano un po’ troppo calcato la mano: sapendo di avere a che fare con persone (e con religioni) poco ragionevoli, avrebbero dovuto abbassare un po’ il tiro. Alcune delle loro copertine suonavano veramente macabre, qualcuna è stata una cupa profezia. Lo sappiamo che la matita (e la lingua) può uccidere più di una pistola, ma stavolta non è stato cosi. Non so cosa sarebbe successo, da noi, se un giornale arabo avesse fatto vignette simili contro Dio, Gesù e la Madonna. Siamo sicuri che nessuno avrebbe pensato di farsi giustizia da sè? Purtroppo non ne sarei così sicuro. Purtroppo siamo rimasti ai tempi delle Crociate. L’evoluzione dell’uomo, in fondo, è stata ben poca cosa.