Tra la tragedia di Charlie Hebdo, l’attentato di Tunisi e l’aereo della Germanwings fatto precipitare contro la montagna da un pilota depresso, il 2015 è già da annoverare fra i peggiori anni della nostra vita. E siamo solo a fine marzo! Alla faccia dei brindisi di “Buon Anno” di appena tre mesi fa. Ricordate?
E tutti questi sono avvenimenti “globali”, che riguardano indirettamente tutti, in ogni angolo di mondo. Poi, a peggiorare un anno già funesto, ci si mettono anche le piccole grandi tragedie personali. Nel mio caso, la scomparsa della mia mamma e il terribile suicidio di un giovane collega che consideravo un amico.
Già non vedo l’ora che questo maledetto 2015 si tolga dai piedi.
Sembrava impossibile fare peggio del 2014, invece…al peggio non c’è mai fine.
E, come se non bastasse, i problemi di lavoro, che ormai attanagliano tutti. Con la paura dell’incertezza. Con l’incertezza della paura.
Già:la Paura.
Ormai è diventata fedele compagna della nostra vita: abbiamo paura del futuro, abbiamo paura di non arrivare alla fine del mese, abbiamo paura di avere una brutta malattia, abbiamo paura delle bande di rumeni e albanesi (e italiani) che assalgono le nostre case, abbiamo paura dei terremoti e delle alluvioni, abbiamo paura delle facce da arabi, avremo paura di andare al museo, avremo paura di salire su un aereo, avremo paura di andare persino in spiaggia sul Mar Rosso, la nostra vita non sarà più senza paura.
E’ l’effetto del “terrorismo del Terzo Millennio” (anzi: mi sono stupito che nessuno abbia rivendicato, anche falsamente, la tragedia dell’aereo tedesco), è l’effetto di una crisi che sembra non finire mai, e’ l’effetto di una microcriminalità dilagante, è l’effetto della mancanza di fiducia verso le istituzioni, verso la scuola, persino verso la famiglia.
Come ne usciamo dal tunnel della paura?
Affrontandole, le nostre paure.
Evitando le situazioni e – soprattutto – le persone negative.
Più facile a dirsi che a farsi, certo.
Io stesso sto cercando di togliermi le piccole grandi paure che ho, nella vita di tutti i giorni. Bisogna farlo, altrimenti rimango impantanato nelle sabbie mobili di una vita sottotono, di una vita che non ci appartiene. E anche stavolta scomodiamo Paolo Borsellino: “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”.
Una bella frase ad effetto, anche stavolta più facile a scriversi che a farsi.
Ma anche una sacrosanta verità.
Vi fa paura?
O ci proviamo a non aver paura?