Passi per Stefano Accorsi che, palesemente ben poco convinto, dice di avere i brividi nel guidare una Peugeot (e si vede pure che gli viene una finta pelle d’oca), passi per Laura Chiatti che ha sostituito indegnamente Cristina Chiabotto, l’unica vera maestra del genere “plin plin” pubblicitario, passi per il sempreverde Raoul Bova alle prese con il peggior operatore telefonico che si ricordi, passi per Christian de Sica che si divora la Simmenthal, passi insomma per i nostri attori di casa – in passato ce ne sono stati tanti, e bravi, che hanno fatto la pubblicità, a cominciare da Carlo Dapporto con il sorriso Durban’s e Tino Scotti con Falqui nel Carosello di una vita fa – ma adesso la nostra italica tv è invasa dai divi d’oltreoceano o d’oltremare, famose in ogni dove, che mai avremmo immaginato di vedere pubblicizzare prodotti tutto sommato banali. A parte profumi vari e dive varie e la Schweppes a bollicine con la frizzante e ambigua Uma Thurman, all’inizio della storia cinema & sport ci fu George Clooney, prima con un brillante Martini e uno splendido slogan “No Martini No Party” e la porta chiusagli clamorosamente in faccia dalle due bellone di turno, poi – più ingrigito, imbolsito e antipatichito – nello spot Nespresso, veramente un caffè per fighetti o presunti tali. Crollo verticale, secondo noi. Come del resto è capitato ad altri. Basti pensare a Antonio Banderas, la sua cascina, la sua gallina Rosita e i biscotti del Mulino Bianco. E poi è stato il turno di Kevin Costner, di cui non si ricorda un film decente negli ultimi quattro lustri, ma tornato prepotentemente alla ribalta grazie al tonno che si spezza con un grissino (e lui che dice “Meglio cambiare” e la moglie del suo vicino di tavola che conferma con animo fedifrago sospirando un “Magari”). Ma adesso trionfa il peggio del peggio, un Bruce Willis al limite del trash, per uno spot in realtà carino e simpatico, soprattutto per merito dell’attore romano che lo scorta alla sua festa con l’Ape dopo che il suo telefonino lo ha lasciato a piedi (e scarico). Bruce Willis, notoriamente un duro e un avventuroso, ne esce con le ossa rotte, come il tipo borghesuccio che non sa fare più nulla senza il suo 4G. Altro che Die Hard…E chissà quanti altri divi internazionali del cinema fanno pubblicità in giro per il mondo e noi poveri italiani non riusciamo a vederli! Secondo me c’è chi non va più al cinema proprio per questo: perchè andare a vedere un film di Kevin Costner quando lo puoi avere tutto per te, per pochi secondi, tra l’insalata e i pomodini? Rimane un mistero il perchè attori di questo genere scendano a questo livello, non certo per bisogno di due soldini in più o per una fornitura annuale di tonno in scatola. Forse è vero il vecchio adagio, sempre valido: “Nel bene o nel male l’importante è parlarne”. Sarà anche così, ma noi i suddetti attori preferiamo ancora vederli sul grande schermo. Se non si fanno definitivamente ingabbiare da quello piccolo.