L’incredibile vicenda della prima (e finora unica) “foreign fighters” italiana, Maria Giulia Sergio, e della sua famiglia, originari della provincia di Napoli e trapiantati ad Inzago nel Milanese, tutti pronti a licenziarsi, a vendere macchina e mobili e partire in fretta e furia per il presunto paradiso promesso dallo Stato Islamico mi fa veramente riflettere ad alta voce: ma siamo così tutti facilmente convertibili all’Islam? Siamo davvero così “arrabbiati” da voler mollare tutto e andare ad ammazzare “50 miscredenti al giorno” (come abbiamo letto dalle intercettazioni telefoniche) per sentirci meglio? L’Operazione “Martese” (parola che in albanese significa “matrimonio”: di mezzo, infatti, c’è anche uno jihadista albanese, marito di Maria Giulia), messa in atto dalla squadra mobile di Milano proprio un attimo prima che la famiglia Sergio prendesse il volo per l’Eldorado della Siria ha scoperchiato l’incredibile (ma vero) mondo parallelo dei terroristi dell’Isis, molto più di un semplice gruppo terroristico (con propaggini sempre più ramificate in vari paesi musulmani), ormai un vero e proprio stato a tutti gli effetti, dotato persino di un sistema di welfare che permette ad interi nuclei familiari di arrivare a Mosul e dintorni, nei quartieri generali del Califfo, e potersi sistemare come una normale famiglia che ha semplicemente traslocato. Senza rendersi conto di non aver solo cambiato paese e continente, ma anche tempo storico: dal presente, indietro indietro fino al Medioevo, dove di fatto è rimasto ancorato il sogno impossibile del Califfo dalla barba lunga.
“Ma poi potrò comprare una macchina?”, chiede il padre di Maria Giulia, preoccupato, alla figlia. “Ma poi potrò usare la lavatrice?”, chiede stavolta la mamma. Chissà se, sotto le bandiere nere, si può avere un’auto di proprietà e addirittura una lavatrice. Personalmente credo che chi si ponga queste domande di normale vita quotidiana non sia affatto pronto, vivaddio, a cambiare vita solo per assecondare i folli progetti di una figlia che, un tempo brava studentessa, ora non vede l’ora di diventare una martire della jihad, la Guerra Santa.
Basta così poco per convertirsi all’Islam, a questo Islam, fatto di morte, di orrore, di barbarie, di kamikaze e di innocenti turisti uccisi in spiaggia? Basta così poco? Basta sentirsi schiavi della società, basta non vedere un barlume di speranza verso il futuro, basta essere disoccupati o abbandonati dalla moglie per diventare dei sanguinari tagliagole? Per fortuna no. Eppure l’Isis sta avanzando, sta facendo sempre più adepti, anche insospettabili, giovani e meno giovani, anche nel cuore dell’Europa decadente. Qui qualcosa bisogna farlo. Per forza. Prima che sia troppo tardi. Prima che pure noi corriamo il rischio di convertirci a qualcosa in cui non crediamo.