Ho letto commenti positivi e ho sentito sospiri di sollievo eterni dopo il sudato “Si” del Parlamento greco al nuovo piano di austerity imposto dall’Europa alla Grecia del “ribelle” premier Tsipras. Perché sarà anche vero che, per un paio di settimane, abbiamo fatto tutti il tifo per la piccola Grecia contro il gigante Europa (tralasciando le vere ragioni del mastodontico debito pubblico ellenico), ma alla resa dei conti è meglio che le cose siano state sistemate, anche se alla meno peggio. Tanto cambiare per nulla cambiare. Da italiano in bolletta, ho pensato: se salta la Grecia, possiamo saltare anche noi, intesi come Italia. Se, invece, hanno salvato la Grecia, allora vuol dire che – in caso di necessità, se e quando succederà – salveranno anche l’Italia. Quindi, un po’ egoisticamente: niente Grexit e niente Italexit.
Ma siamo proprio sicuri?
In linea di massima, si. Visto che l’Italia è dotata di una struttura economica e industriale ben più sviluppata della Grecia (che praticamente non ha fabbriche) e, dagli anni di Monti e Fornero fino ad oggi, anche a costo di duri sacrifici, il Belpaese è in qualche modo riuscito a rientrare almeno parzialmente nei limiti imposti impietosamente dall’Europa (pensiamo alle pensioni “allungate). Mentre negli stessi anni, in Grecia – tra spese pazze per le Olimpiadi di Atene, baby-pensioni e niente tasse per gli armatori – la vita è stata piuttosto allegra, almeno dal punto di vista delle finanze dello Stato (non certo da quello dei greci, costretti a vivere con i 60 euro sputati fuori dai pochi bancomat ancora funzionanti: per leggere della crisi greca vi consiglio tutti i libri dello scrittore contemporaneo Petros Markaris). Quindi, a occhio e croce, non c’è paragone, non c’è confronto tra i poveri italiani e i poverissimi greci. Ma fino a quando? Ho letto persino di qualche illustre commentatore europeo che consiglia all’Italia e agli italiani di non dormire sugli allori. Già, ma quali allori? Con tutte queste tasse che dobbiamo pagare? Con tutte queste aziende che licenziano e tirano giù la serrande? Con lo Stato che non interviene minimamente ad abbassare la pressione fiscale?
Se l’italia non diventerà come la Grecia, nemmeno gli italiani vogliono diventare come i greci. E in tanti stanno già pensando a due soluzioni: o non votare più per Renzi (perseverare è diabolico!) e sperare in bene, oppure prendere la via dell’esilio all’estero. Dove? In Germania, ad esempio. E almeno in questo caso, ci ritroveremmo Frau Angela Merkel dalla nostra parte. Dite niente.