SALVINI: “NON RIEMPIAMO L’ITALIA DI AFRICANI”

di Cristiano Tassinari
salvini(tratto da “Saluzzo Oggi”, 15.9.2015)
Immaginiamo Matteo Salvini alla mattina davanti allo specchio, tutto preso dalla scelta della felpa giusta al posto giusto. Per venire a Saluzzo e fare una capatina sul Monviso, in questa sua “due giorni” cuneese tra venerdì sera e sabato, ha scelto quella più adatta, proprio con la scritta: “Monviso”. E la sua immagine se la saranno ritrovata in tanti, vista la quantità spropositata di fotografie e di selfie che Salvini ha dovuto scattare, per tutti, con grande disponibilità. “Se prendessi un euro per ogni foto, le casse della Lega sarebbero piene”, dice sorridendo. “Io sono una persona normale, un Salvini qualunque, non un genio come, invece, crede di essere qualcun altro”, dice lo stesso segretario della Lega, molto disponibile anche nei confronti dei giornalisti. E giù applausi. Salvini va sul palco della “cena leghista” di Saluzzo, venerdi sera, parla a braccio per 45 minuti (e dire che era circolata voce che non avrebbe fatto nessun discorso…) e oscura tutti: nessuno si fila nemmeno di striscio alcune vecchie glorie padane, come Borghezio o tantomeno Cota, e loro hanno la faccia lunga così, da gregari che non vinceranno più nemmeno una corsa. Un po’ di luce propria, almeno non del tutto riflessa, la guadagna Gianna Gancia, sempre molto elegante, a cui tutti danno baci e abbracci soprattutto per il suo recente matrimonio con Calderoli, assente alla serata di Saluzzo. 18 euro per la cena agli affamati simpatizzanti e militanti leghisti (quasi 600): antipasto con battuta di fassone, toma e noci, risotto mantecato, capocollo di maiale, chantilly di yogurt con geleè di fragole, gelato, caffè, ammazzacaffè, vini piemontesi e…il discorso di Salvini. Che attacca così: “Voglio un’Italia con meno burocrazia, meno tasse e meno immigrati. L’ho detto e lo ripeto: prendiamo solo i profughi che provengono dalle zone di guerra e, attualmente, ci sono solo tre zone di guerra: Libia, Siria e Eritrea. Sapete quanti libici, siriani e eritrei ci sono tra i 3042 immigrati del centro d’accoglienza di Catania? Due: un libico e un eritreo. Nessun siriano, quelli li prende tutti la Merkel! In compenso ci sono 96 immigrati del Bangladesh: è forse scoppiata la guerra in Bangladesh? Non mi risulta. Ci sono pure quattro indiani: ho proposto di scambiarli con i nostri due marò”. Apoteosi. Zenith di applausi. Salvini è un fiume in piena. “Tutta l’Africa non ci sta in Italia. Non possiamo svuotare l’Africa e riempire Cuneo di africani. Pensate a quando gli immigrati eravamo noi e gli italiani emigravano in Sudamerica: trovavano forse qualcuno che li ospitava in albergo, con colazione, pranzo, cena e parabola satellitare? Non credo proprio. Qualcuno si lamentava forse che non c’erano le lasagne? Non credo proprio. Pensateci: chi scappa dalla guerra è già felice di non essere più a rischio della vita, chi scappa dalla guerra non si lamenta delle lasagne”. Poi il leader della Lega si butta a capofitto sulla crisi e i problemi economici. “Occuperemo la sede del Ministero dell’Economia”, dice Salvini, “perchè dobbiamo far cancellare una schifezza come la Legge Fornero. Mi dispiace che sia piemontese, ma la sua riforma delle pensioni, che Renzi non ha cancellato, sta rovinando la vita a milioni di persone. E se il Parlamento dice che quest’anno si occuperà dei matrimoni gay e solo l’anno prossimo della Legge Fornero, io dico che c’è qualcosa che non va. I matrimoni gay non sono un’emergenza. Le pensioni si. Soprattutto per le donne, perchè così come stanno le cose adesso saranno le più penalizzate e potranno andare in pensione solo a 65 anni e 7 mesi. Ma vi sembra una cosa da paese civile?”. Salvini annuncia per l’8 novembre una grande manifestazione della Lega a Bologna, nel “cuore rosso” dell’Italia. Proprio dall’Emilia arriva la storia dell’azienda Faac, cancelli automatici, un’azienda che funziona, ereditata dalla Curia di Bologna, che ha subito licenziato 50 dipendenti della sede di Bergamo per aprire in Bulgaria. “Una vergogna!”, tuona Salvini. E snocciola la sua ricetta per migliorare l’Italia: “Abbassiamo le tasse, cancelliamo i terribili studi di settore che rovinano artigiani, commercianti e professionisti, chiudiamo tutte le inutili Prefetture, tassiamo e regolamentiamo la prostituzione, via lo stupido limite dei 999 euro per i pagamenti in contanti, via l’obbligo di pagare con il bancomat, togliamo i vincoli alle aziende, soprattutto a quelle agricole, così importanti qui in provincia di Cuneo, smettiamola con questa accoglienza buonista, controlliamo le false cooperative sociali che sfruttano i lavoratori stranieri, perchè le prime vittime sono proprio i lavoratori italiani in concorrenza con loro. La vicenda dei braccianti agricoli di Saluzzo?  O del Meridione o della provincia di Milano? Un’immigrazione fuori controllo porta allo sfruttamento, allo schiavismo, al caporalato: non è possibile essere pagati 3 euro all’ora!”. Salvini si intenerisce soltanto un attimo, quando parla di figli e di famiglia. “Voglio un’Italia piena di culle, vorrei che gli italiani riprendessero a fare figli. Ma lo sapete perchè non li fanno più? Non perchè abbiamo disimparato come si fa, ma solo perchè avere un figlio costa caro. Perchè l’asilo costa, perchè il papà è un artigiano strangolato dalle tasse, perchè la mamma ha un lavoro precario e non sa se le rinnovano il contratto, perchè se vanno in banca a chiedere il mutuo per la casa, ridono loro in faccia. Ecco perchè gli italiani non fanno più figli. E allora cosa si può fare? Abbiamo guardato cosa succede in Francia, qui vicino a noi. I francesi hanno un tasso di natalità quasi il doppio degli italiani, e non è certo merito dei vini francesi: il merito è del fatto che tutti gli asili nido pubblici sono gratuiti per tutti i bambini fino ai due anni. Ecco perchè loro possono permettersi di fare più figli. Prendiamo esempio da loro! Ditelo a Renzi!”. E a proposito delle famiglie: “Io ho una bambina che sta per compiere tre anni e vorrei lasciarle un paese come mio padre l’ha lasciato a me. Ho amici della mia età che hanno figlie di 14-15 anni e quando, verso sera, sono in giro per Milano, vivono con l’angoscia, con il cellulare sempre acceso e, quando finalmente le ragazze tornano a casa, tirano un enorme sospiro di sollievo e ringraziano il Cielo: ‘Anche per oggi è andata bene’. Non va bene così, non possiamo vivere nel terrore che là fuori possa succedere qualcosa alle nostre figlie”. E giù applausi, sempre più scroscianti. Poi le note di Va’ Pensiero, l’orchestrina che suona brani vagamenti celtici e, il sabato mattina, il “pellegrinaggio politico” alla foce del Po e alle pendici del Monviso. E Salvini sembra sempre più in alto.