BISOGNA SAPER PERDERE…

In un mondo dove tutti voglio solo vincere, può diventare effettivamente difficile riuscire a saper perdere. Lo cantavano persino i Rokes, attualmente misconosciuto gruppo musicale tirato puntualmente in ballo (come sto facendo io) in queste occasioni, grazie a quel loro brano del 1967. Bisogna sapere perdere. Già. Si potrebbe cominciare a parlarne da certi politici, che – ad ogni elezione – invece di pronunciare la fatidica maledetta parola “sconfitta” preferiscono un biblico giro di parole per dire che “abbiamo ottenuto qualcosa meno del previsto, ma sostanzialmente abbiamo tenuto”. Ecco, sapere perdere, appunto. Con stile. Lo spunto me lo dà, viceversa, una vicenda di cronaca sportiva marginale che viene dalle mie parti, esattamente dalla provincia di Bologna: una partita del campionato giovanissimi provinciale tra Ponte Ronca e Persiceto 85 è stata sospesa dall’arbitro sul punteggio di 31-0 per il Persiceto. “Manifesta inferiorità”, il motivo ufficiale dell’interruzione dell’incontro. “Ormai era un massacro”, ha dichiarato l’arbitro, un 20enne alla settima direzione arbitrale, in questo caso d una partita tra 14enni con, a quanto pare, evidenti differenze di talento. E poi, che è successo? Apriti cielo! L’AIA, la sezione arbitrale di Bologna, ho subito sospeso il giovane arbitro – che, crediamo, non avrà più tanta voglia di fischiare ancora – reo di non aver applicato il regolamento, che non prevede mai la fine della partita neppure in casi di risultati estremi come questo 31-0. Ma non è tutto: su questa notiziola si sono buttati a capofitto eminenti psicologi, ex arbitri ed ex calciatori. E, improvvisamente, mi sono sentito chiuso all’angolo: già, perchè io sto dalla parte dell’arbitro e degli allenatori delle due squadre. Il motivo? Tra ragazzi credo che il rispetto degli avversari possa essere manifestato anche e soprattutto cosi, con la fine anticipata di una gara che sta mettendo in forte imbarazzo – direi, in umiliazione – una delle due partecipanti. Magari il discorso sulla sportività vale per i professionisti (“il rispetto agli avversari si dimostra anche impegnandosi al massimo fino alla fine qualunque sia il risultato”, hanno filosofeggiato, tra gli altri, l’ex arbitro Paolo Casarin e l’ex azzurro Beppe Bergomi), ma non tra i ragazzi. Almeno io la penso così. Sarebbe come continuare a prendere in giro un compagno di scuola che prende sempre zero in pagella, e non perchè non si impegni, ma soltanto per manifeste inferiori capacità. Non vi sentireste un po’ cattivelli a farlo? Secondo il mio giudizio, il giovane arbitro è stato molto “umano” (andava premiato, non punito!), ma il migliore di tutti è stato l’allenatore del Ponte Ronca, sotto di 31 gol, che ha voluto risparmiare una figuraccia ancora più pesante ai suoi ragazzi ai quali è sicuramente molto affezionato. In certi casi, come questo, “gettare la spugna” è segno di classe, di coscienza dei propri limiti. Va bene mettercela tutta, ma non si può sempre e comunque andare avanti, a tutti i costi, sbattendo la testa contro il muro o contro una squadra molto più forte. Sarebbe un utile insegnamento anche per certi nostri politici e dirigenti, che non mollano mai la presa e non si dimettono mai, nemmeno quando mollare la presa, dimettersi e uscire dignitosamente di scena. sarebbe la sola cosa signorile da fare. Ma non la fa nessuno. calcio giovanile bis