Tutti lo chiamano “Il Derby d’Italia” e chissà perchè. Forse questa definizione non ha un esatto valore storico, ma sicuramente negli ultimi 15-20 anni è la partita più attesa dell’anno calcistico italiano, con buona pace del Milan, del Napoli, della Roma e compagnia bella. Quindi: se non va bene “Derby d’Italia”, “Rivalità d’Italia” può essere la definizione più azzeccata. Anche se, diciamo sinceramente, di italiano è rimasto ben poco: i due allenatori, qualche giocatore (nella Juve), la proprietà della Juve e basta. Visto che il padrone dell’Inter è un certo indonesiano. A parte l’italianità pressochè andata perduta, spesso in gioco c’è stato lo scudetto e, se non il triangolino tricolore, c’è sempre stata di mezzo una certa supremazia, tecnica e soprattutto dirigenziale e societaria, solitamente appannaggio della Juve. Con l’inevitabile contorno di polemiche, di rigori non dati, di scandali, di calciopoli, di passaportopoli, di scudetti cartonati e scudetti tri-stellati. Ma è sempre Inter-Juve, una signora partita. Nell’immaginario collettivo e nella memoria storica, forse sono tre (forse quattro) le partite bianconereazzurre rimaste scolpite: il 9-1 della Juve del 10 giugno 1961, il match-farsa da cui, probabilmente, prese il via la grande rivalità tra le due squadre. La storia è arcinota: in seguito ad una partita interrotta per invasione di campo al Comunale di Torino, invece della vittoria a tavolino all’Inter, fu decisa la ripetizione della gara e, per polemica, il presidente Moratti senior e l’allenatore Helenio Herrera mandarono in campo la squadra Primavera. Finì 9-1, (sei gol di Omar Sivori, uno di un certo Sandro Mazzola e ultima partita di Giampiero Boniperti) con conseguente scudetto alla Juve, che peraltro l’aveva vinto matematicamente già in anticipo, dopo una clamorosa sconfitta nerazzurra a Catania (da cui il famoso “Calmoroso al Cibali!” di Sandro Ciotti).
Gli interisti ricordano più volentieri il 4-0 dell’11 novembre 1979: tripletta di Spillo Altobelli e gol di Muraro. L’Inter era allenata da Bersellini, poi destinata a vincere il titolo, la Juve del Trap era una Juve di transizione, con Fanna, Verza e Marocchino. Un altro poker l’Inter lo rifila alla Juve un altro 11 novembre, cinque anni dopo, nel 1984: ispirazioni dell’ex Liam Brady, doppietta di Kalle Rummenigge (i suoi primi gol italiani) e reti di Ferri e Collovati. Castagner mette…in castagna il Trap, costretto a fare a meno di Boniek e, a partita in corso, anche di Paolo Rossi, sostituiti da Vignola e Koetting. Non proprio la stessa cosa…
Infine, la madre di tutte le polemiche: 26 aprile 1998, arbitro Ceccarini. Finisce 1-0, ma tutti si ricordano solo del celeberrimo fallo di Juliano su Ronaldo non punito con il calcio di rigore e la celeberrima sfuriata finale di Gigi Simoni, uno dei pionieri del genere “piangina”.
Anche per queste sfide, Juve-Inter non è, non può essere, una partita come le altre.
18Ott