“SALTO UN TURNO” di Marco Sanfelici

SALTO UN TURNO
di Marco Sanfelici
marcosanfelici.ilbombarolo.it934159_923055817815858_9048977487836435898_n

Mi mancano 5 secondi nella mia vita, il tempo di un colpo di sonno che mi ha colpito in autostrada un giorno di sole pieno. Sarà che era dopo pranzo e la prima auto era a 200 metri, saranno state le gomme ben equilibrate, la velocità non esagerata, ma lo posso raccontare. A differenza di 7 povere ragazze, fiori dai petali vellutati, che un attimo di cedimento ha spazzato via con le speranze dei familiari.

Potevano essere figlie nostre, sorelle, amiche. E dovrei scrivere di calcio… Magari si trattasse di sport nobile o di contenuti seri; si tratta di entrare nelle baruffe da bar di bassa lega. Non me la sento. Rigore, non rigore, espulsione, non espulsione. Il regolamento del “giuoco del calcio” non l’ha letto nessuno, eppure tutti blaterano, soprattutto gli addetti ad indirizzare il “sentimento popolare”, a volte chiamati “addetti ai lavori”. E mentre la mia Torino osserva il lutto cittadino, dovrei alimentare la vacuità di ragionamenti a cui manca sempre il buon senso? Non me la sento, mi fermo un turno tra le spirali di quel gioco dell’oca che è la vita.

Stamane ho tirato un sospiro di sollievo perchè un caro amico di Gand, di passaggio a Bruxelles, ha mandato a dire che sta bene. Da Gand a Torino per la Juve, 3 o 4 volte all’anno, tanto è il suo amore per la Signora. Incomincio a chiedermi se davvero la mia generazione resterà vergine da guerre. I morti si moltiplicano e sono di un solo tipo: civili. Questa porca guerra non viene fatta da militari, ma in nome di credi religiosi che di religioso hanno la follia. Ed io dovrei dedicare il mio tempo ad una coppia di imbavagliati, dalle sembianze di razziatori di bestiame della “mutua”, per dirla alla torinese? Non ce la faccio, dopo avere udito le grida di terrore di pendolari nel metro a Meelbeck. Tanto l’Ordine dirà che esiste la libertà di espressione. D’accordo, ma io intanto mi domando dove passa il confine tra la libertà e la cialtoneria. Per fortuna che Togliatti era juventino, altrimenti nell’articolo 1, oltre al lavoro ed alla sovranità del popolo si parlerebbe della Juve che ruba. Per Costituzione.

Che cosa c’è da agitarsi tanto, di fronte alle notizie che ci invadono? Le notizie, signori direttori, non i fazzoletti. Di fronte a vite entusiaste tranciate da un salto di corsia, di fronte a voragini di odio che esplode oggi qui domani là, la canea dei luoghi comuni è un’offesa alle coscienze. Mi astengo, non so far altro, ma lo faccio.

Mi chiedo spesso se Dio, che è grande per tutti, si distragga ogni tanto dal suo compito di “misericordioso”. E con me se lo chiederanno di certo padri e madri senza più le loro ragioni di vita, persone ignare che camminavano verso il luogo di lavoro, passeggeri soffocati dal fumo acre di una galleria. Tra qualche giorno quel Dio che non diciamo “grande” solo per noi, verrà messo sulla croce un’altra volta, anche per questi poveretti. E’ dura spiegarglielo, ma è così. Non posso fare altro che stare muto e presente, attingendo alle parole di DOM HELDER CAMARA, arcivescovo di Recife: ” Se nonostante tutto siamo ottimisti, è perchè Cristo è risorto”.

Buona Pasqua a tutti, ma proprio a tutti, anche a quelli che non scendono in campo da 6 mesi e pretendono di vincere i derby. Lo sapevo, è più forte di me.