SE LA SATIRA NON ABITA PIU’ QUI, ABOLIAMOLA.

Sono passati alcuni giorni, ma la vergogna delle vignette di Charlie Hebdo sul terremoto in Centro Italia è ancora forte. Sono stati milioni gli italiani che, sui social network, si sono sentiti “feriti” da quei disegni di cattivissimo gusto, fatti da un giornale che – dopo quelli che gli è accaduto nel gennaio del 2015 – avrebbe dovuto già capire da un pezzo che non è più il caso di scherzare con i morti. I propri e quelli degli altri.
Un’ondata di indignazione ha attraversato tutto il paese, facendoci dimenticare che noi eravamo gli stessi che mettevamo la foto con la scritta “Je Suis Charlie” sui nostri profili ‘social’. Ma se allora farlo aveva ragione e senso, stavolta quasi tutti abbiamo gettato alle ortiche il presunto sacrosanto diritto alla satira. Anch’io mi sono indignato di fronte allo stupido gioco di parole della prima vignetta, dedicato alla pasta italiana, culminato con le “lasagne” rappresentata dai palazzi crollati “farciti” dai cittadini di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto, morti sotto le macerie. 295 vittime. Una vignetta vomitevole. E dopo le reazioni veementi sui social network italiani, i geni malefici di Charlie Hebdo cosa pensano (male) di fare? Un’altra vignetta, in cui si difendono dagli attacci ricevuti, scrivendo: “Italiani, non è Charlie Hebdo che ha costruito le vostre case, ma la mafia”. Senza parole. Eppure dovrebbero sapere, gli amici del giornale satirico parigino, che non è il caso di scherzare troppo: da noi italiani si sono presi solo degli insulti via etere, da altri si sono presi pure delle pallottole. E qualcuno, maligno, scrisse che se l’erano pure cercate. Frase altrettanto orrida, al pari delle suddette vignette. Lo stesso “Libero”, sempre provocatoriamente oltre le righe, ha addirittura scritto che “anche a noi viene voglia di sparargli”, a quelli di Charlie. No, non condividiamo. Assolutamente no. Ma un freno a questa satira che non fa nè ridere nè riflettere bisogna darlo.
Qualche “buonista” della primissima ora ci ha rinfrescato la memoria: “ma non eravate voi che ve la prendevate con i musulmani solo perchè sono permalosi e non vogliono che Maometto venga disegnato come un maiale? La satira va bene per i musulmani, ma non per noi italiani? Satira con due pesi e due misure?” Non so dare torto nemmeno a loro. Dopotutto hanno ragione. Eccome. Guai a toccarci da vicino, noi. Ma questa, di Charlie Hebdo, è solo immondizia spacciata per satira. Io ho nostalgia di Forattini, certo che si. Al massimo si beccava una denuncia da Spadolini disegnato nudo o una querela da D’Alema Baffone. Ma almeno, con un semplice tratto di matita, faceva ridere. E non cercava di farlo sulla pelle dei morti. E poichè la satira non abita più qui, allora sapete cosa possiamo fare? Abolirla.

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