Il terremoto ha colpito ancora. Stavolta senza lasciare alcuna striscia di morte, ma solo distruzione, macerie, rovine, disperazione e paura. E’ il terremoto del terrore. Lo sanno tutti quelli che hanno dovuto subire un sisma pesante di una magnitudo particolarmente alta. E le popolazioni italiane, da Nord a Sud, cominciano ad essere parecchie ad aver avuto questa ben poco piacevole esperienza. Da L’Aquila 2009 all’Emilia 2012, passando per il Centro Italia, due volte, in questo maledetto 2016. Quasi 300 vittime ad Amatrice, Accumoli e Arquata, “soltanto” danni materiali a Visso, a Ussita, a Castelsantangelo sul Nera, a Norcia e a Tolentino, dove si registra l’unica vittima, causata dal crepacuore, da un infarto. Un terremoto devastante per i 22mila sfollati e per il nostro povero patrimonio culturale (penso, ad esempio, alla Basilica di San Benedetto di Norcia). Perchè è proprio la paura a dominare il futuro di queste popolazioni: la paura che il maledetto terremoto possa tornare. La paura che è che queste non siano solo scosse di assestamento del sisma del 24 agosto, ma una nuova, bastarda faglia che va a squarciare chissà fino a quando il nostro angusto Appennino dell’Italia Centrale, spaccando intere montagne e terreni.
La paura, quella, ci accompagnerà sempre: e lo posso dire anch’io, come lo possono dire tutti gli emiliani colpiti dalle due scosse del 20 e del 29 maggio 2012. La paura è la cicatrice pià profonda, che resta, che nessuna ricostruzione (ricostruiremo davvero tutto, come hanno assicurato Mattarella, Renzi ed Errani?) potrà mai rimarginare. E poi, possiamo pure dire, stavolta, di essere stati fortunati: la prevenzione è servita a qualcosa, in questa occasione. Perchè i danni di questo devastante terremoto di magnitudo 6.5 avrebbero potuto essere molto più terrificanti, se non ci fossero stati i lavori di adeguamento antisismico fatti proprio in queste zone dopo il terremoto del 1997, che anche allora colpì Marche e Umbria, con il famoso crollo all’interno della Basilica di San Francesco di Assisi. Almeno, quell’esperienza ci è stata utile, ora. Almeno questo. Poi, bisogna chiedersi – e chiedere agli esperti geologi e sismologi – perchè questo maledetto terremoto non ci lascia più in pace? Una volta, i terremoti così distruttivi erano più rari, meno frequenti, ma poi forse non è nemmeno così vero (1968 Belice, 1976 Friuli, 1980 Irpinia…). O no? Come facciamo a convivere sempre con questo terremoto del terrore? Non c’è nessuno che ci possa confortare? Altrimenti, lo scrivo con preoccupazione, siamo messi male.