di Cristiano Tassinari
Un vero miracolo. Forse, in realtà, un mezzo miracolo: non tutti gli ospiti dell’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara) sono stati salvati, infatti. Ma è sempre meglio un mezzo miracolo che nessun miracolo. E mentre noi stiamo qui al calduccio, davanti al computer e alla tastiera, a scrivere e a leggere queste righe, i meravigliosi soccorritori sono ancora lassù, alla pendici del Gran Sasso, a scavare disperatamente nella speranza di salvare altre vite umane, il più possibili. Inutile, ora, fare la statistica dei superstiti, di chi non ce l’ha fatta e di chi è ancora tra i dispersi. E’ già incredibile pensare che qualcuno possa essere riuscito a farcela: nemmeno io avevo più speranze, sentendo le ultimissime dai telegiornali, dopo un giorno e mezzo di affannosa impossibilità a raggiungere quel luogo impervio, dove una slavina – forse una vera e propria valanga, causata dalle scosse di terremoto di quelle ore – aveva letteralmente sommerso e stritolato l’albergo. Non avevo più speranze io, figuratevi come dovevano stare i parenti dei famigliari intrappolati lassù! Poi, all’ìmprovviso, la speranza diventa realtà. Con i primi salvataggi. La mamma e il figlio. La bambina. Tutti gli altri, salvati. E allora possiamo proprio dire che è stato un miracolo, possiamo proprio dire che i fantastici soccorritori (pompieri, finanzieri, carabinieri, volontari della Protezione Civili, volontari…) e…Dio hanno sconfitto le negligenze di uno Stato inetto, assolutamente incapace di reagire a questa calamità naturale. Gli uomini si, i mezzi no. Non è il caso, ora, di fare polemiche. Ma, dopo, bisognerà indubbiamente fare il punto della situazione su una penuria organizzativa nella macchina dei soccorsi – pur in condizioni complicatissime – che non fa onore alla nostra tradizione di protezione civile (scritta senza le maiuscole, per indicare l’attività e non la struttura predisposta alla nostra…protezione!).
E i politici? In tutta questa tragedia, si è notata la loro clamorosa assenza, come se non sapessero cosa dire per giustificare quel che è accaduto, come se non sapessero cosa fare per evitare fischi e polemiche. Gli stessi fischi, le stesse lamentele dei cittadini colpiti dal terremoto in agosto e in ottobre, costretti a giocarsi la casa…al sorteggio!
Qualcosa (molto) non va in questo nostro Belpaese: meglio averlo capito subito (ma lo abbiamo capito?) e correre ai ripari.
Non ci saranno sempre i volontari e Dio a proteggerci. A proteggerci anche e soprattutto dallo Stato.