Ormai è lotta sfida continua, come tra Guelfi e Ghibellini, una sfida all’Ok Corral in stile far west, una divisione netta, tra comunisti e fascisti, bianchi e neri, buoni e cattivi, noi e voi. Le vicende politiche (e sociali) degli ultimi tempi hanno portato alla ribalta il peggio del genere umano: e di queste nefandezze è testimone, principalmente, il mondo effimero e virtuale dei social network, che stanno – loro malgrado – dando voce e spazio, amplificandoli, agli “haters” di ogni risma, da una parte o dall’altra.
Le parole chiave di queste settimane, in Italia, sono state (le cito a memoria): Aquarius, Salvini, migranti, fascismo, comunismo, razzismo, ancora Salvini, Saviano, accoglienza, censimento, rom. Ne ho dimenticata qualcuna? Forse, ma non importa.
Per fortuna, non ho il tempo di aggiornare ogni giorno questo mio blog, altrimenti ogni 24 ore dovrei “rinfrescarlo” di nuove dichiarazioni, di nuovo propositi, di nuovi insulti. Eh già, perchè un altra parola chiave è proprio questa: “insulti”. Quelli che gli odiatori di professione riversano addosso a chi non la pensa come loro: Salvini è forte o Salvini è un coglione, migranti si o migranti a casa loro, tu sei fascista e razzista, gli zingari prendili a casa tua, non al censimento, si all’accoglienza, togliete la scorta a Saviano e via discorrendo. Il tutto, purtroppo, con un linguaggio molto più scurrile e un clima molto più intimidatorio.
Purtroppo, come vedete in una foto qui sul mio blog, spesso anche gli stessi protagonisti ci mettono del loro per scadere di livello….
Chi mi segue sa come la penso io, ma – senza scomodare Rousseau e il suo celebre motto – penso sia arrivato il momento di darci un taglio, di darci tutti una calmata. Io stesso, l’altro giorno, sono stato bonariamente ripreso dal mio capo-redattore, ma non per non aver svolto bene il mio lavoro (ho commentato in diretta per Euronews l’arrivo della nave Aquarius a Valencia, cercando di mantenere un tono il più sobrio e neutro possibile), quanto per il fatto di essermi lasciato andare ad alcune considerazioni eccessive e fuori luogo sul tema-migranti sulla mia bacheca di Facebook, che – però – in quanto pubblica, è visibile a tutti, anche a chi mi ha ha udito commentare un evento così delicato e poi va a vedere sul mio profilo e pensa che sono un giornalista fascista (cosa non vera!), danneggiando di conseguenza anche l’immagine e la credibilità della testata per la quale lavoro. Ho, dunque, deciso di ridurre al massimo le mie esternazioni di natura politica, al massimo condendole di satira e umorismo, come vedrete in uno dei fotomontaggi che corredano questo articolo.
Ricordatevi che è fare i “leoni da tastiera” (altra frase molto gettonata) insultando i ministri e i politici a più non posso, nascosti dietro uno schermo di computer, ma poi si corre il rischio di togliersi il cappello appena li vediamo di persona e vorremmo loro chiedere, che so, una raccomandazione.
Un po’ di coerenza, suvvia.