Qualche settimana fa, allo scoccare dei 60 giorni di vita, più o meno, di mio figlio Santiago, l’ho portato a fare i primi vaccini. La prima “ondata” di vaccini (ne seguiranno altri, nei prossimi mesi) ha riguardato la vaccinazione contro poliomelite, difterite, tetano, pertosse, epatite B e H tipo B. Vaccini obbligatori, s’intende. Poi ce n’è qualcuno facoltativo, ma decisamente consigliato. Il prossimo che faremo (che farà Santiago) sarà il meningococco, per combattere la meningite. Non chiedetemi troppo, su come si fanno e su come funzionano: non sono un medico.
Ho fatto vaccinare mio figlio e non ho mai avuti dubbi in proposito, nonostante la grande battaglia – sociale, medica e pure mediatica – che si combatte ogni giorno, più sui social che nei laboratori, a dire il vero, tra i NO VAX, i contrari ai vaccini e chi, invece, è favorevole.
Personalmente, appartengo alla generazione di fine anni ’60, che porta sul braccio sinistro il segno del vaccino anti-vaiolo, cancellato qualche anno dopo. Non ricordo nessun dolore, nessun pianto e nessun dubbio (credo che succederà così anche per Santiago, che si è comportato bene, da vero ometto). E i dubbi non hanno mai attraversato la mente dei miei genitori, a quanto pare. All’epoca, i vaccini si facevano e basta. Ora, sicuramente, abbiamo a disposizione una maggiore e più accessibile quantità di informazioni, a volte anche ingannatorie o, quanto meno, confuse. Ci possono pure, infatti, confondere le idee.
E, purtroppo, mi dispiace che l’obbligatorietà del vaccino come condizione indispensabile per l’iscrizione di un bambino nella scuola pubblica sia stata posticipata di un anno (scolastico) ed entrerà in vigore solo nel 2019-20. Rischiamo di essere sempre il Belpaese delle “cose buone e giuste”, ma rimandabili e condonabili all’infinito.
Perchè, poi, non dovremmo vaccinare i nostri figli? Io stesso ho scritto un post sul mio profilo di Facebook e, tra tanti favorevoli, ho riscontrato anche una buona percentuale di persone contrarie ai vaccini. Raccontando esperienze negative personali, accadute a loro stessi o ai loro figli, subito dopo il vaccino. Di fronte ad un’esperienza negativa, non si può che accettare le perplessità, ma senza generalizzare. E forse, l’unico vero rischio dei vaccini è proprio quello di generalizzare, di essere uguali per tutti, quando non tutti sono uguali di fronte alla reazione ai vaccini. Siamo essere umani, non robot fatti in milioni di copie.
Ma come si potrebbe provvedere a vaccini personalizzati per milioni di bambini? Quasi una mission impossible, ma chissà che un giorno non ci si riesca ad arrivare. Magari con l’aiuto della tecnologia, sempre più sviluppata, che vada a braccetto con la scienza. Ma fino ad allora, per me e per i miei cari, considererò i vaccini fondamentali. Io mi fido del sistema-Medicina. Di chi mi dovrei fidare, sennò? Di presunti santoni o depositari della Verità?
Penso che il non vaccinarsi sia comunque più pericoloso del vaccinarsi. Almeno fino a prova (personale) contraria, che spero di non avere mai. Del resto, quali sono le alternative ai vaccini tradizionali? Esistono vaccini naturali? Omeopatici? O qualcosa del genere? O, secondo i NO VAX, basta non vaccinarsi?
Mi sembra poco per convincermi. Mi serve molto di più.