L’ABC dei cambiamenti climatici: cinque fatti di cui non si può dubitare

Con il Cop25, in corso di svolgimento a Madrid, il cambiamento climatico torna al centro dell’agenda politica. Nonostante se ne parli tanto da anni, anche al di fuori della comunità scientifica, è un argomento su cui il giudizio dell’opinione pubblica è ancora polarizzato: sono in molti a dubitare dell’effettiva consistenza del fenomeno e, anche quando se ne riconosce l’esistenza, lo si ritiene un semplice fenomeno naturale, non causato dall’azione umana. La conferenza mondiale sul clima è una buona occasione per ripassare i concetti chiave del cambiamento climatico. Ecco cinque fatti che, dati scientifici alla mano, non possono essere messi in discussione.

1) Aumento delle temperature
È un fatto di cui nessuno può dubitare. La temperatura globale è aumentata di 0,6°C dalla fine del XIX secolo. Il riscaldamento ha subito un’accelerazione esponenziale negli ultimi 40 anni. Le temperature sono sempre più “anormalmente elevate” rispetto alla media del periodo.
Oltre alla temperatura globale, gli scienziati hanno osservano anche un aumento della temperatura del suolo, della bassa atmosfera e degli oceani.

2) Sempre più emissioni di gas serra
Come suggerisce il nome, i gas serra riscaldano la Terra come una serra di plastica riscalda l’aria e permette ai pomodori di crescere fuori stagione.Il gas serra più noto è senza dubbio la CO2, l’anidride carbonica emessa bruciando combustibili fossili per l’attività umana (ma non solo, anche la natura genera CO2: fuochi, vulcani, piante, oceani e anche il nostro respiro). Come mostrano i dati raccolti dalla Nasa, le emissioni di CO2 sono cresciute notevolmente dal 1950.
L’anidride carbonica non è l’unico gas serra in aumento. Sono cresciute anche le emissioni di monossido di carbonio, metano, ozono, formaldeide, biossido di azoto, anidride solforosa, raggi ultravioletti (UV), aerosol e… vapore acqueo. L’incremento delle emissioni di metano (CH4) è particolarmente preoccupante: la sua concentrazione aumenta rapidamente e il suo potere calorifico è addirittura superiore alla CO2.
Anche il vapore acqueo è una causa dell’effetto serra, ma non è possibile limitarlo in un pianeta composto per il 71% di acqua (e con le temperature in aumento). Possiamo solo cercare di limitare le fonti di altri gas, in particolare la combustione di combustibili fossili: trasporti, industria, agricoltura intensiva, ma anche incendi boschivi che generano un cocktail di gas serra o lo scioglimento del permafrost – il suolo ghiacciato delle regioni polari e dei ghiacciai – che a sua volta rilascia metano. In altre parole, le conseguenze del cambiamento climatico (incendi, riduzione del permafrost) stanno alimentando l’accelerazione del cambiamento climatico.

3) I ghiacciai si sciolgono
Il 2019 non è stato così catastrofico come il 2012 per quanto riguarda lo scioglimento dei ghiacci artici, ma al Polo Nord è stato un anno particolarmente caldo con eventi estremi. Superficie e spessore del ghiaccio si sono ridotti, rilasciando milioni di tonnellate di acqua dolce negli oceani. Gli scienziati temono che questo fenomeno stia accelerando più velocemente del previsto. Anche i ghiacciai sono a rischio. Dal 1997 i ghiacciai europei hanno perso tra gli otto e i 25 metri.

Reuters/Alexandre Meneghini/File Photo


4) Meteo e clima non sono la stessa cosa

Ad ogni ondata di freddo gli scettici del cambiamento climatico – tra cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump – sostengono che le temperature in picchiata sono la prova che il cambiamento climatico non esiste. Dimostrando così di non conoscere la differenza tra meteo e clima.
Le temperature invernali sono una funzione delle condizioni meteorologiche: sono locali e limitate ad un breve periodo di tempo. Inoltre si tratta di fenomeni naturali che si verificano nella parte inferiore dell’atmosfera.
Il clima, d’altro canto, è definito da dati regionali di ampia portata, stabiliti su un lungo periodo di tempo. Il clima coinvolge l’intera atmosfera ma anche le acque, la terra e i ghiacci. Ci sono diversi climi sulla Terra con variazioni annuali: è il sistema climatico ed è soggetto a forze esterne.
Attualmente l’intero sistema climatico è fuori controllo e le forze esterne che hanno innescato questo cambiamento sono legate alle azioni dell’uomo. Come si vede nel grafico sottostante il solo impatto della natura sul clima avrebbe causato un aumento della temperatura di 0,4°C rispetto all’era preindustriale. Nel peggiore dei casi. Ma l’attività umana ha fatto si che l’aumento effettivo sia stato di 0,6°C. L’obiettivo, fissato dagli accordi di Parigi, è di limitare l’aumento a 1,5°C, anche se secondo alcuni modelli si potrebbe arrivare addirittura ad un incremento di 7°C.

5) Il 99,9% degli scienziati è d’accordo
Gli scienziati, colpiti dagli scettici secondo cui non tutti gli scienziati concordano sul cambiamento climatico, hanno iniziato a studiare il consenso scientifico in materia. Risultato: tra il 97% e il 99,94% delle pubblicazioni scientifiche afferma che il cambiamento climatico esiste ed è generato dall’attività umana. In altre parole, c’è consenso sul cambiamento climatico antropogenico (causato dall’uomo) e consenso su questo consenso.