di Alba Rosa Galleri
(Sardegna Blogger.it)
I favolosi anni sessanta hanno espresso il meglio in molti campi, sicuramente in quello aerospaziale, sollecitato soprattutto dalla competizione tra USA e URSS negli anni della guerra fredda.
Anni di spietata concorrenza, ma anche di fattiva collaborazione tra aziende di diversa nazionalità come quella avviata già nei primi anni sessanta da un consorzio anglo francese, di cui facevano parte la British Aerospace e Aérospatiale, che già nel ’62 intraprese gli studi per la progettazione di un aereo di linea che superasse la velocità del suono.
La costruzione del primo prototipo ebbe inizio nel ’65 a Tolosa, in Francia, e il primo test supersonico nell’ottobre del 1969.
Stava nascendo il Concorde, il primo aereo commerciale occidentale che avrebbe volato a Mach-2 e fatto concorrenza ai sovietici Tu-144 e Tu-144S, costruiti dalla Tupolev e utilizzati dalla Aeroflot.
Dopo i primi voli dimostrativi pareva che la produzione del Concorde dovesse coprire ordini di diverse decine di unità, ma sia la crisi petrolifera dei primi anni settanta, sia gli elevati costi, rivelatisi ben superiori a quelli originariamente previsti (6 miliardi di lire nel 1969), fecero sì che solo la British Airways e l’Air France mantenessero gli ordini effettuati: 14 aerei supersonici il cui costo di produzione, nel 1977, si aggirava intorno ai 23 milioni di sterline.
Così il 21 gennaio 1976 i primi due Concorde di linea decollarono in contemporanea da due aeroporti europei: uno partì da Londra e atterrò nel Bahrein, l’altro da Parigi e atterrò a Rio de Janeiro.
Due voli da favola durante i quali ai passeggeri furono offerti caviale, aragosta, filetto, champagne Dom Perignon e sigari cubani.
Chi ci ha viaggiato parla di avventura, di film americano, di costi abbondantemente coperti dalla soddisfazione per quella esperienza unica.
La distanza tra Londra e New York veniva coperta in tre ore e venti minuti (il volo di linea di un normale Boeing 747 durava oltre sette ore) e gli spazi non comodissimi della fusoliera erano compensati dall’elevato standard del servizio e del personale di bordo. All’interno dell’aereo erano presenti dei display che mostravano l’altezza, la velocità e la temperatura esterna.
Accadeva poi una cosa curiosa: volando verso occidente, partendo da Londra o da Parigi al tramonto, si arrivava a New York ancora in pieno giorno, tanto che la British Airways aveva coniato lo slogan «Arrivare prima di partire».
Sui Concorde ha viaggiato l’élite mondiale, la finanza, la politica, i ricchi della terra: in totale ben 2 milioni e mezzo di passeggeri dal 1976 al 2003..
Il biglietto andata e ritorno della tratta Londra New York costava intorno ai 12 mila dollari, giustificati dai costi di manutenzione e di esercizio molto elevati. Basti pensare che per ogni ora di volo, che costava 175.000 franchi, erano necessarie 18/20 ore di manutenzione, per un totale di 88.000 franchi: la sola manutenzione rappresentava oltre la metà del costo del volo, mentre il consumo di carburante si aggirava intorno ai 17 litri/passeggero per 100 chilometri.
In breve i deficit maturati e il grave incidente del 25 luglio del 2000, durante il quale persero la vita 113 persone, diedero il colpo di grazia ad una stagione durata poco più di un quarto di secolo.
Il 10 aprile 2003 la British Airways e la Air France diedero in contemporanea l’annuncio che alla fine dello stesso anno il Concorde sarebbe stato definitivamente ritirato dalla circolazione.
Un esemplare di quell’aereo e un Tupolev Tu-144 sono esposti al Museo automobilistico e tecnologico di Sinsheim in Germania.