C’è stata un’epoca in cui il mio soprannome era “Virus“. Tutta colpa della mononucleosi che mi presi nell’agosto del 1984. Era l’estate dei miei 14 anni. Sono stato male parecchio per quella malattia, causata – appunto – da un virus, ma al tempo fu una sorta di iniziazione verso l’adolescenza vera e propria, visto che la mononucleosi è conosciuta anche come la “malattia del bacio“. Non ho mai saputo se è verità o leggenda, ma allora si diceva che la mononucleosi si prendeva soprattutto scambiandosi la saliva in appassionati baci giovanili… sarà vero? O, come si direbbe oggi, si tratta di una fake news?
Purtroppo credo che nel mio caso andò diversamente, me la beccai e basta, senza tanto “cinema” e storie romantiche dietro. Passai almeno venti giorni di agosto a letto, con febbre anche a 39 gradi. Ricordi torridi pomeriggi madido di sudore. Non fu una passeggiata. Una influenza pesante, con placche, puntini rossi, febbre e diarrea. Poi, quando uscii dal letto, una ventina di giorni dopo, il medico dottor Lenzi disse a mia madre che stavo diventando un uomo: ero cresciuto di 8 centimetri! Ma è vero che ci si può allungare cosi tanto – “grazie” ad una malattia – nell’età dello sviluppo? In questo caso, nel mio caso, confermo che è possibile, a me è successo.
Quando tornai alle normali attività, alla scuola e al calcio, cominciarono a chiamarmi proprio “Virus”, come se fossi stato segnato in modo indelebile da quella “malattia del bacio”. La cosa durò qualche mese, poi per fortuna tutti si dimenticarono di quel soprannome, tornando ai più comuni “Cistano”, “Cisti”, “Tasso” e persino “Fixtury” (che non ho mai capito da dove derivasse).
In buona sostanza: tutti si erano dimenticati del “mio” virus.
Speriamo accada presto anche in tutto il mondo.
(c.t.)