La Banda delle Malvinas

Era il 2 aprile 1982. Il generale Galtieri, erede del generale Videla alla guida della Junta Militar che nel 1976, con un colpo di stato, aveva soggiogato ad un ruvida dittatura tutta l’Argentina, decise di inviare le truppe ad occupare le Malvinas, piccolo e sperduto arcipelago di isole dell’Atlantico, ricche di pecore e – soprattutto – di petrolio.
Quelle isole al largo dell’Argentina erano sempre state rivendicate dal paese sudamericano, ma dal punto di vista geopolitico erano di “proprietà” del Regno Unito. Gli inglesi le chiamavano “Falklands“. . . Nella capitale, Port Stanley, tutti i locali avevano nomi inglesi, ed erano ormai inglesi tutti gli abitanti, alcuni di loro proprietari di pub, con birre inglesi, scozzesi e irlandesi, fish and chips e cose del genere.
Gli argentini erano solo un folkloristico contorno. Ma non fu esattamente per difendere l’onore dei compatrioti che la Junta Militar decise di avventurarsi in quella guerra, perduta in partenza, contro il Regno Unito. Fu l’ultimo colpo di coda, l’ultimo rigurgito di una dittatura ormai alla fine, strangolata a livello diplomatico internazionale dalla bassa macelleria perpetrata in quei sei anni, compresi, naturalmente, le migliaia di desaparecidos che mai più fecero ritorno a casa. La premier britannica Margareth Thatcher mostrò i muscoli e in poco più di 70 giorni spazzò via le ridicole velleità militari argentine.


E’ una storia che mi ha sempre colpito, una guerra breve e dimenticata, ai confini del mondo. Qualche anno fa ne ho scritto persino un libro, dal titolo “La Banda delle Malvinas”. Lo avranno letto in dodici, pazienza. Volevo attingere da fonti ufficiali, ma gli argentini – soprattutto le associazioni dei reduci – diedero una versione troppo argentina e gli inglesi una versione troppo inglese. Decidi allora di non stare nè con gli uni nè con gli altri, ma di raccontare a modo mio, in maniera anche fantasiosa (in fondo è un romanzo), un episodio sconosciuto di una guerra sconosciuta: la Giunta Militare argentina voleva rapire la Thatcher a Londra. Piano che venne scoperto e che mandò a monte le ultime speranze della dittatura argentina di non perdere una guerra rovinosa. E di non perdere il potere entro le mura di casa.
Una guerra che, se non altro, ebbe poi un risvolto positivo, per quanto positivi possano essere i risvolti di una guerra: la fine della dittatura in Argentina.