Quattro mesi, più di quattro mesi. 122 giorni, per la precisione.
Senza lavoro, senza sentirmi utile.
Non per colpa della crisi, non per colpa della guerra, non per colpa del terrorismo.
Ma per colpa di un nemico invisibile, il virus.
Ora, dopo tutto questo tempo, non nascondo di essere emozionato a tornare al lavoro, qui nel Cubo Verde di Euronews, a Lione.
Ormai non ci speravo più, perchè temo che il virus rischi di diventare una buona scusa per ridurre ancora di più il lavoro e le attività economiche.
Chissà. Per ora non ci penso. Per ora mi godo il ritorno al lavoro, una delle mie ragioni di vita (insieme alla famiglia, s’intende). Ma senza lavoro è dura, e non soltanto per la mancanza di denaro.
Il lavoro è vita.
Sono lieto perciò di pubblicare questa mia foto, per certi versi storica, ma nemmeno bellissima, mi è venuta una strana espressione sardonica.
Sarà stata l’emozione, pochi minuti prima di entrare di nuovo al lavoro.
122 giorno dopo.
23Giu