di Riccardo Cestaro
Poco più di vent’anni fa, un gruppo di sconosciuti mise in ginocchio l’onore del calcio professionistico fatto di soldi, fama e infine di passione. Già la passione, questa sconosciuta che nel mondo del pallone non esiste quasi più. Ebbene fu così che il Calais Racing Union Football Club, squadra dilettantistica francese allenata dallo spagnolo Ladislas Lozano, decide di iscriversi alla Coppa di Francia 99/2000. Sì, perché a differenza della Coppa Italia, nello stato transalpino, anche i club non professionisti minori possono partecipare. Per vincere bisogna inanellare una sequela di ben 13 partite a eliminazione diretta. Sembra impossibile e invece il Calais si qualifica per i trentaduesimi di finale il 22 gennaio 2000. Da quel momento in poi ci sono le grosse squadre di prima e seconda divisione da affrontare, che equivalgono a serie A e B del calcio italiano. Ma contro ogni pronostico i ragazzi di Lozano, compiono un vero e proprio miracolo sportivo senza precedenti vincendo su tutto e tutti. Giocando in modo ottimale e mettendo in campo una tenacia e una determinazione da campioni, questi valorosi calciatori, entrarono a far parte della storia di quella coppa da protagonisti indimenticati. Prima il Lille superato ai rigori 7-6, poi il Langon-Castet nei tempi regolamentari per 3-0; e ancora il Cannes sempre ai rigori per 4-1, lo Strasburgo per 2-1 e infine il Bordeaux (la seconda squadra in carriera di Zidane) per 3-1 nei tempi supplementari. Una storica cavalcata di 12 vittorie su 13. Si arriva così alla finale del 7 maggio allo Stade de France di Parigi. Di fronte a circa ottantamila spettatori, dopo una gara combattuta fino all’ultimo, i calesiani purtroppo capitolarono per 2-1 a causa di un rigore più che dubbio. Il trofeo lo vinse il Nantes, ma la notizia era che una squadra di impiegati, giardinieri, con un presidente parrucchiere e un allenatore geometra, avevano dimostrato al mondo intero che nello sport c’è anche divertimento, fatica, spirito di squadra ma soprattutto lealtà. Al rientro dalla capitale, quella magica compagine, fu accolta da un bagno di folla che riempi la piazza del comune per accogliere trionfalmente i propri beniamini. È una vicenda che vale la pena di essere ricordata. È l’essenza del vero calcio. È la storia di piccoli grandi eroi!
13Ott