Per gli amanti della musica da ballo, Raoul Casadei era semplicemente il re del liscio (o, per meglio dire, del “lissio”).
Per colpa del maledetto Covid, dopo un ricovero all’ospedale Bufalini di Cesena, Raoul Casadei se n’è andato in punta di piedi, a 83 anni, dopo aver fatto ballare tanto, i piedi di migliaia e milioni di sconosciuti ballerini, nella balere della Romagna e di tutta Italia.
Casadei era ed è ancora il nome di famiglia del liscio, soprattutto per merito di Secondo Casadei, lo zio di Raoul, il fondatore della storica orchestra: pensate, era il 1928…. Ma è stato con lui à alla guida dell’orchesta per 40 anni, dal 1960 al 2000 – che il liscio è entrato in una nuova dimensione, più popolare e meno folkloristica, non solo la Romagna e le feste di paese, ma tutta l’Italia e persino le piazze televisive più importanti, dove canticchiare – insieme a fior di cantanti, come la mitica Luana Babini, voce femminile per più di dieci anni – l’indimenticabile “Romagna Mia” o la solare “Ciao, Mare” con quel suo sorriso largo, bonario e sincero da vero romagnolo che ama la vita.
Raoul si è spento nella sua tenuta di Villamarina di Cesenatico, circondato dall’affetto della sua “tribù”, a cominciare dal figlio Mirko, che ha modernizzato ancor di più il sound dei Casadei, ma sempre nel solco di quella tradizione “made in Romagna” che tanto piaceva al papà Raoul.