Non ho mai avuto particolare stima per chi indossa una divisa, troppo spesso viene usata solo come “potere personale”. Trovo, però, che il livello post-pandemia delle forze dell’ordine sia sceso a livelli infimissimi, credo dovuti ad ordini superiori.
L’altro giorno, alla stazione dei treni di Cervia, sono stato fermato dal solito zelante appuntato dei caramba, che mi ha scoperto in flagranza di reato: stavo guardando gli orari dei treni, dentro la stazione, senza la mascherina, che mi ero tolto per vedere meglio gli orari con gli occhiali, senza quel caxxo di appannamento a cui ci costringe la mutanda in faccia. Me lo fa notare con tono da Walker Texas Ranger (senza esserlo) e gli rispondo un po’ sgarbatamente, lo ammetto. Il caramba ringhia e mi chiede: “Dogumendi”. Faccio il bravo cittadino, esibisco la carta d’identità, il caramba dimostra di saper almeno leggere perché dice “Ah, abita a Torino. E che ci fa a Cervia?”. “Le ferie, guarda un pò”, gli rispondo.
Il salvatore della patria mi lascia finalmente andare, senza arrestarmi, e mi dispensa consigli non richiesti su come non far appannare gli occhiali con la mutanda in faccia.
Nel frattempo, la stazione ferroviaria di Cervia è piena di facce sospette con bustina nel taschino (si vede lontano un miglio che sono li per spacciare), gente che non credo che abbia nè il green pass nè tantomeno il permesso di soggiorno e – sdraiato sul bancone (non per terra, ma sul bancone) della biglietteria (chiusa) della stazione – c’è un barbone che dorme beato come un angioletto, ma non mi pare avesse addosso la mascherina….
Sarà andato a chiedere i “dogumendi” anche a loro, il nostro sagace 007 della Benemerita?
Non credo proprio.
Ma, a quanto pare, va bene cosi.
O no?