Solo ieri la notizia del suo ricovero in ospedale.
Oggi la notizia della morte di David Sassoli, giornalista e presidente del Parlamento europeo.
Aveva 65 anni.
Era ricoverato al centro oncologico di Aviano (Pordenone).
Rip.
Un ricordo personale, seppur offuscato dal tempo, mi riporta a metà degli anni Novanta. Un pomeriggio, nella redazione di TeleModena, nella quale lavoravo all’epoca, si presentò il giovane inviato David Sassoli, già famoso perchè lavorava al Tg1 e spesso ne conduceva l’edizione delle 13.30.
Aveva fatto un servizio sulle prostitute alla Bruciata (un tempo, mitico luogo di…piacere modenese), località appena fuori Modena, dove si erano verificati dei casi di cronaca nera, prostitute picchiate e derubate, forse persino una ammazzata, se non ricordo male. Per montare e inviare il servizio, Sassoli si appoggiò quindi ad una tv locale, come capitava di fare spesso a quei tempi, anche a chi lavorava in Rai.
Ricordo bene che, durante il montaggio – noi tutti eravamo “emozionati” dall’avere un cotanto celebre collega così vicino… – Sassoli disse più volte al montatore: “Non mettere immagini delle prostitute! Non è il caso di farle vedere ai nostri telespettatori del Tg1”.
Il montatore, piuttosto sbalordito, eseguì comunque senza fiatare e ne uscì un servizio “politicamente corretto” (come si direbbe oggi): un servizio sulle prostitute…senza fare vedere nessuna prostituta, ma solo il buio della notte, il cartello “Bruciata” e le file dei camion in attesa del…momento di svago.
“Servizio perfetto per il Tg1!”, esclamò a fine montaggio Sassoli. “Sapete, lo guardano famiglie e bambini…”.
Era bravo, non si dava delle arie, sembrava persino timido.
E aveva capito come fare giornalismo (di stato) senza turbare le (delicate) coscienze altrui.
Un ricordo personale, seppur offuscato dal tempo, mi riporta a metà degli anni Novanta. Un pomeriggio, nella redazione di TeleModena, nella quale lavoravo all’epoca, si presentò il giovane inviato David Sassoli, già famoso perchè lavorava al Tg1 e spesso ne conduceva l’edizione delle 13.30.
Aveva fatto un servizio sulle prostitute alla Bruciata (un tempo, mitico luogo di…piacere modenese), località appena fuori Modena, dove si erano verificati dei casi di cronaca nera, prostitute picchiate e derubate, forse persino una ammazzata, se non ricordo male. Per montare e inviare il servizio, Sassoli si appoggiò quindi ad una tv locale, come capitava di fare spesso a quei tempi, anche a chi lavorava in Rai.
Ricordo bene che, durante il montaggio – noi tutti eravamo “emozionati” dall’avere un cotanto celebre collega così vicino… – Sassoli disse più volte al montatore: “Non mettere immagini delle prostitute! Non è il caso di farle vedere ai nostri telespettatori del Tg1”.
Il montatore, piuttosto sbalordito, eseguì comunque senza fiatare e ne uscì un servizio “politicamente corretto” (come si direbbe oggi): un servizio sulle prostitute…senza fare vedere nessuna prostituta, ma solo il buio della notte, il cartello “Bruciata” e le file dei camion in attesa del…momento di svago.
“Servizio perfetto per il Tg1!”, esclamò a fine montaggio Sassoli. “Sapete, lo guardano famiglie e bambini…”.
Era bravo, non si dava delle arie, sembrava persino timido.
E aveva capito come fare giornalismo (di stato) senza turbare le (delicate) coscienze altrui.