Personaggio eclettico, il Tassinari: giornalista, autore e conduttore di programmi tv, scrittore, sceneggiatore, autore e attore di teatro, organizzatore di eventi, uomo di comunicazione, dalla personalità variegata, sempre in cerca di nuove sfide.
1. Come mi descrivo?
Io non faccio il giornalista, io sono un giornalista.
2. Data di nascita.
Il giorno di Natale 1969.
3. In quali città hai vissuto?
Ho vissuto a: Sant’Agostino (Ferrara), Lione (Francia), Mantova, Caravaggio (Bergamo), Torino e None (Torino). Adesso abito a None.
4. I tuoi studi.
Ho il diploma commerciale-alberghiero-turistico, preso a Ferrara, la laurea in lingue e letterature straniere conseguita a Bologna.
5. Cosa vuol dire, per te, essere “Incasinato si, ma con stile” ?
Per me significa fare mille cose tutte di corsa, arrivare spesso in ritardo, ma abbinare sempre il colore della montatura degli occhiali al colore della cravatta.
Una volta avevo anche gli evidenziatori dello stesso colore, ma mi sembrava un filo impegnativo…
6. Quanti libri hai scritto?
Dopo “Volevo solo fare il giornalista”, ho scritto altri 6 libri di…nessun successo (tranne forse il secondo, una sorta di seguito di “Volevo…”, dal titolo “Benvenuto su TeleParadiso”.
Ma, come autore, tutti mi ricordano solo per “Volevo…”, di cui volevo fare una “Ten Years edition” aggiornata, ma sono già in ritardo. Dovrei chiedere aiuto al mio consigliere Darwin Pastorin, ma anche lui sta un po’ chiuso in casa!
7. Come è nata la tua passione per diventare un giornalista?
Semplice! Facendo la telecronaca di calcio con i soldatini nel corridoio di casa e andando a leggere, da bambino, il giornale sportivo al bar… (cose che, adesso, non si usa più fare).
8. Come sei arrivato a Euronews?
Ci avevo già lavorato (e vissuto a Lione, tra il 2003 e il 2005).
Ci sono tornato, da free lance, 14 anni dopo.
Prima della pandemia, ci andavo spesso, ora il lavoro è molto (più comodo e più da casa) prevalentemente in smartworking con qualche capatina in Francia (l’ultima volta mi hanno fatto impazzire con il tampone per il rientro…).
Il lavoro? E’ un mix di doppiaggio e traduzione di grandi notizie a carattere internazionale, in onda sul canale satellitare nella versione italiana.
9. Parlaci del tuo MITTTTICO programma su Quartarete “Gentecheparla”, che ha visto passare, come ospite, anche Emma Travet.
Gente che parla: 780 puntate a cui sono molto affezionato, e molte di loro si possono trovare ancora su YouTube, forse comprese quelle con ospite la Travet.
E’ una trasmissione “generalista” che mi rappresenta molto, di tutto un po’: a tal punto che ho registrato il marchio e vorrei riproporla, un giorno o l’altro.
10. Domanda che ti faranno spesso… perchè tuo figlio si chiama Santiago?
Mio figlio Santiago si chiama così perchè volevamo un nome spagnoleggiante, in quanto abbiamo un “debito” nei confronti della Spagna. Fosse stata una femmina, sarebbe stata Isabel o Marisol…
11. Un ricordo su David Sassoli.
Lo incontrati un quarto di secolo fa, a Modena, in una tv locale, quando lui – già famoso giornalista del Tg1 – si appoggiò per il montaggio di una servizio sull’assassinio di alcune prostitute.
Persona a modo, per bene, un vero…democristiano: ricordo benissimo che, nel servizio sulle prostitute, non fece vedere nemmeno un’immagine notturno delle prostitute. Disse: “Potrebbe turbare il pubblico familiare del Tg1”. Poi si è piazzato bene in politica.
12. Piatto preferito?
Pizza e tortellini alla panna
13. Musica preferita?
Tre generi molti diversi: Pink Floyd, U2 e…Laura Pausini.
Il Festival di Sanremo non è esattamente il mio genere, però.
Gli unici concerti della mia vita, pochi, sono stati di Vasco Rossi. Ma non mi fa più impazzire come una volta.
14. Dove possiamo trovarti sui Social?
Sono tutti i giorni su Facebook, un pochino meno, ma comunque presente, anche su Twitter e Instagram, e da pochissimo su Snapchat.
Mi manca ancora TikTok… il mio sito, che cerco di tenere aggiornato, è www.cristianotassinari.com.
15. Progetti futuri?
Tanti, troppi. Come scritto, riproporre Gentecheparla o un programma simili, in tv o sui social.
Poi qualche altro libro, giallo magari.
E ancora commedie teatrali, perchè – forse non lo sai – ma dal 2015 ho anche una compagnia tutta mia, dal nome che è un programma: Teatroci (ufficialmente “TTT The Teatroci Theatre”, che fa più cool…).