Oktoberfest, è sempre come la prima volta
MONACO DI BAVIERA (GERMANIA) – L’Oktoberfest è proprio una festa!
E finalmente, dopo due anni di stop causa pandemia, la Festa della Birra è tornata…e noi non potevamo mancare!
Oggi sono qui, per una “zingarata” da ultra50enni, 9 anni dopo la mia ultima volta, in totale è la mia Oktoberfest numero 7, ed è sempre un piacere.
Anche se ora è una festa meno “libera”, con più controlli di polizia e molti percorsi obbligati.
Anche se ci hanno dato un bel giro ai prezzi (13,50 euro un impareggiabile litro di birra, 25 euro una Wiener Schnitzel, una cotoletta!).
Ma lo spirito è ancora intatto, soprattutto per i tedeschi, che vivono la festa con molta partecipazione, con i loro costumi tradizionali, indossati proprio da tutti.
Festa nei capannoni della Paulaner, dell’Augustiner, della Lowenbrau e delle altre birre, festa nello spettacolare Luna Park, illuminato come se non ci fossero problemi globali di risparmio energetico…
E, in sottofondo, il profumo della salsiccia e quello della cannella. E non fa neppure troppo freddo, ma è piovuto assai…
Una volta nella vita bisogna venirci, dai.
Intanto, godiamoci queste due belle birrone!!!!
MEDIOEVO IRANIANO
IL RICONOSCIMENTO FACCIALE PER IDENTIFICARE CHI NON PORTA IL VELO E PER IL CONTROLLO DI MASSA
Nonostante le proteste in tutto l’Iran dopo la morte di Mahsa, una ragazza curdo-iraniana di 22 anni, pestata a sangue in caserma dopo l’arresto perchè non indossava in maniea “appropriata” l’hijab (il velo), il governo conservatore iraniano del presidente Ebrahim Raisi vuole usare il riconoscimento facciale per identificare le donne che violano le regole sull’abbigliamento.
Da luglio, le regole sono state ancor più inasprite. L’obbligo di indossare il velo, in vigore dalla Rivoluzione Islamica del 1979, ora riguarda tutte le donne, qualunque sia la loro religione. Mentre prima le iraniane dai 9 anni in su dovevano uscire di casa con il capo velato e il corpo coperto da un vestito largo e lungo, ora sono obbligate ad indossare un velo che copra non solo i capelli, ma anche il collo e le spalle.
Come se non bastasse, il regime iraniano ha istituito, per il 12 luglio di ogni anno, la “Giornata Nazionale dell’hijab e della castità”.
L’accesso alle istituzioni pubbliche potrà essere negato a chi non si conforma alle nuove regole in tema di abbigliamento. Nella città di Mashhad, le autorità hanno recentemente vietato l’accesso alla metropolitana alle donne che non usano correttamente il velo, che rischiano, tra l’altro, l’arresto.
Ma il riconoscimento facciale è già usato dal regime di Teheran per “identificare e arrestare manifestanti e dissidenti politici e la raccolta di dati biometrici potrebbe fornirgli gli strumenti per farlo ancora più efficacemente”, secondo l’organizzazione Minority Rights Group International.
Dal 2015, infatti, il governo iraniano ha cominciato ad emettere carte d’identità biometriche, dotate di un chip contenente la scansione della retina, delle impronte digitali e delle immagini facciali di ogni individuo.
UN VERO E PROPRIO “O’MIRACULO” DI SAN GENNARO
Il numero 1 di tutti i tempi
Da troppo tempo alle prese con infortuni che lo tengono fuori dal campo, Federer ha fatto l’unica scelta possibile: fossi stato in lui, avrei provato a giocare – per l’ultima volta – almeno il primo turno al torneo di Wimbledon, sulla sua erba, davanti al suo pubblico….
Il fuoriclasse di Basilea ha conquistato 20 titoli nello Slam, con il record di 8 trionfi a Wimbledon, a cui vanno aggiunti 6 Australian Open, 5 US Open e 1 Roland Garros. In bacheca, in totale, 103 titoli vinti nel Tour.
QUEEN FOREVER!
“La morte della mia amata madre è un momento di grande tristezza per me e per tutta la nostra famiglia. E’ di confortto l’affetto e il rispetto provato per la Regina”.
Queste le prime parole di Re Carlo.
VIETATO AVERE I CAPELLI GRIGI???
La battaglia del “coperto”: una tassa tutta italiana da abolire
Pane e coperto: si o no?
La tassa tutta italiana da pagare al ristorante – ormai talmente tradizionale e radicata che nemmeno ci facciamo più caso, rassegnati – conosce una nuova evoluzione: il “coperto da spiaggia”. La comunità social, sempre molto battagliera anche sulle piccole cose (ammesso che questa sia una piccola cosa, con tutto quello che c’è da pagare di questi tempi), è insorta quando una giornalista in vacanza nelle Marche, in particolare a Portonovo, località chic del Conero, si è vista recapitare il conto del ristorante: nemmeno troppo salato, a dire il vero, per quello (pesce) che hanno mangiato, in sette, ma con una nota stonata, stonatissima: il prezzo del coperto, arrivato a 5 euro. Totale, in sette: 35 euro. Quasi il 20% del conto totale. Tantissimo. Ma la risposta alle rimostranze dei clienti è stata ancor peggiore, quasi surreale: “Apparecchiare e sparecchiare in spiaggia è molto più complicato che farlo in una sala interna”.
Più complicato???? Giustificazione incredibile e inaccettabile. Ci mancava solo che dicesse “eh, ma ci sono il Covid e la guerra, le bollette sono aumentate, il gas non arriva, l’acqua scarseggia….”.
Speriamo che la tovaglia e i tovagliolini non fossero di carta, ma anche fossero stati di stoffa – poi da mandare in lavanderia – 5 euro sono e restano troppi. E lo sarebbero anche se fossero di seta sopraffina…
“5 euro a persona: roba che una tavolata di 20 persone, quindi 100 euro, si paga un cameriere personale”, continua la recensione della giornalista capitata nelle Marche.
Fai o non fai il ristoratore? Quindi deve offrire le migliori condizioni possibili ai tuoi clienti, sapendo che sei già fortunato se – tra mille ristoranti a disposizione, di tutti i tipi – scelgono proprio il tuo…
Certo, da Roma a Venezia a Firenze, da sempre esiste l’animo italico (vedi Totò che voleva vendere la Fontana di Trevi) di fregare il turista di passaggio, che tanto non tornerà comunque mai più, ma nell’epoca dei social e delle recensioni istantanee, può essere assai controproducente per i ristoratori fare i furbi…
Soprattutto perchè sui tratta di una tassa soltanto italiana e nemmeno di tutta Italia: a Roma, ci dicono, viene considerata addirittura “illegale” e nessun ristoratore si azzarda a mettere il coperto in conto.
Soprattutto, vallo spiegare agli stranieri, che il coperto non sanno nemmeno cosa sia. Ad un francese, ad esempio: i prezzi sono mediamente più alti nei ristoranti di Francia rispetto all’Italia, ma almeno è tutto chiaro e tondo e appena ti siedi a tavola arriva subito una bottiglia d’acqua, gratis.
Direte: eh, ma negli altri paesi non c’è il coperto, ma c’è comunque la mancia obbligatoria da lasciare al cliente. Vero: tradizione soprattutto anglosassone, in particolare in Inghilterra, in Canada e, soprattutto, negli States, dove – raccontano i viaggiatori intercontinentali – si paga con il bancomat e la carta di credito, aggiungendo direttamente al conto il 25%, il 18% o il 15% della mancia per il cameriere, a seconda del livello di soddisfazione del cliente. Altra tassa iniqua, secondo me: e se il cameriere non si fosse per niente meritato la mancia? Del resto, quando mai un cameriere – che fa il proprio lavoro, intendiamoci, mica del volontariato – fa qualcosa di particolarmente sensazionale da meritare una mancia? Praticamente mai.
Pare che la moda della mancia obbligatoria stia prendendo piede, purtroppo, anche in alcuni luoghi turistici europei, come Barcellona. Se li conosco, li evito. Ci potete giurare. Quindi, il consiglio che vi do è questo: occhi aperti sul menu, sui prezzi e sulle fregature dei contorni (il coperto e le mance, mica le patatine!).
Voi fate come vi pare: io pago solo il conto e basta, mi pare più che sufficiente. Non si fanno regali a nessuno. Piuttosto, nell’attesa dell’abolizione del coperto, sapete cosa? Mi faccio una bella scorpacciata a casa e magari la mancia la do a mia moglie che cucina…
L’uomo che amava le donne!
Ho trascorso un paio di ore del pomeriggio di Ferragosto al cinematografo. In un cinema d’essai di Lione ho trovato una retrospettiva dedicata François Truffaut, uno dei grandi registi del cinema francese. Oggi era in programmazione uno dei suoi film che non ho mai visto: “L’uomo che amava le donne”.
È la storia di un insospettabile playboy 40enne (uno straordinario Charles Denner), nè bello nè aitante, aria tenebrosa e naso aquilino, ma con un incredibile successo sulle donne. E lui, Bertrand, è letteralmente ossessionato dalle donne (e, in particolare, dalle loro gambe).
Un film girato a Montpellier nel 1976, un film modernissimo e ironico, con alcune scene di nudo.
Il film comincia con il funerale di Bertrand, a cui partecipano solo donne, almeno 50 donne. E una di loro dice: “Bertrand sarebbe felice di vedere lo spettacolo del suo funerale”…..
Piero Angela, il signore della scienza
Il papà, il mitico Piero Angela, ci ha lasciati. Aveva 93 anni.
Tanti anni fa – forse venti – ebbi anche l’occasione di conoscerlo e intervistarlo: molto gentile, un signore.