Quando ci si dimentica (piacevolmente) della mascherina…
La battaglia delle “Crevettes pailletèes” contro l’omofobia in Russia
“Si ride, certo, ma questa volta si tratta anche di una commedia politica”, ha commentato il regista Cédric Le Gallo, che porta in scena gli stessi protagonisti del primo film, in Italia poco brillantemente titolato “Gamberetti per tutti”.
Il film è destinato ad essere nuovamente campione d’incassi, almeno in Francia, e a rilanciare la discussione sui diritti della comunità LGBTQ in alcuni paesi dell’Europa dell’Est. E non soltanto la Russia (ad esempio: Polonia e Ungheria).
Bello e angosciante, il film contro la vita “di corsa”
Che succede se abiti a 50 km da Parigi, hai due figli piccoli e nessun marito e nessuno che ti aiuta, devi arrivare in tempo alla mattina a Parigi, in un hotel di lusso, a pulire la merda dei ricchi e vorresti fare ben altro lavoro e, all’improvviso, uno sciopero di intere settimane dei mezzi pubblici e treni ti costringe, in mezzo a mille peripezie e pericolosi autostop, a partire all’alba – con la sveglia che suona implacabile alle 5 – e tornare che fa già buio?
Un film bellissimo e angosciante – da vedere, se arriva in Italia -, con la straordinaria attrice Laure Calamy, sempre di corsa e sempre con il cuore in gola, premio migliore attrice alla Mostra del Cinema di Venezia 2021.
Un film “forte”, che impone una riflessione sulla nostra vita sempre frenetica, forse inutilmente….
Quando le cose sembrano precipitare, iI finale, almeno, riserva un lieto fine. Che, nella realtà, avviene raramente…
Maglia da record (con polemiche) per Maradona
Un numero 10 per cui spendere sette milioni di euro: quello della maglia storica che accompagnò la leggenda del calcio Diego Armando Maradona in una delle partite più importanti del mondo dello sport, e che ora è in vendita sulla piattaforma online di Sotheby’s.
La maglia passò alla storia durante i Mondiali del 1986, nella sfida contro l’Inghilterra, che si concluse con un trionfo assoluto del calciatore argentino: in un’azione indimenticabile, Maradona riuscì a distrarre il portiere inglese Shilton e a segnare – di mano – il primo gol della partita, un momento che venne da lui stesso definito il risultato della “Mano de Dios”, la Mano di Dio.
Ora Sotheby’s punta a raccogliere una cifra da record nella vendita on-line di questo inestimabile cimelio, il cui prezzo si aggira intorno ai 5,2 milioni di dollari: se questo valore dovesse essere raggiunto o superato, la maglia di Maradona supererebbe per valore stimato e di vendita la divisa indossata dalla leggenda del baseball americano Babe Ruth con i New York Yankees, nel 1920, che è stata acquistata nel 2019 per 5,6 milioni di dollari.
Trattandosi di Maradona, però, non poteva mancare la polemica: una delle figlie, Dalma, ha dichiarato che la maglia messa all’asta – di proprietà del calciatore inglese Hodge, in campo quel giorno del giugno 1986 – non è quella del gol con la “Mano di Dio”, bensì quella del primo tempo, mentre la celeberrima rete fu segnata nella ripresa. “Io so chi ha quella maglia, ma non lo dico”, ha concluso misteriosamente Dalma Maradona, confermando che la maglia non è in possesso della famiglia del calciatore.
A chi crederà il mondo delle aste on-line?
Biglietto da 55 milioni di dollari per i “turisti dello spazio”!
Astronauti “privati” nello spazio. O, per meglio dire: “turisti spaziali”.
Il primo viaggio “commerciale” verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) è giunto a destinazione.
L’uomo d’affari israeliano Eytan Stibbe è stato il primo ad arrivare, a bordo della Crew Dragon “Endeavour” di SpaceX (di proprietà di Elon Musk) della missione “AXiom-1”, che si è agganciata alla Stazione Spaziale Internazionale, in orbita sopra l’Oceano Atlantico.
Aggancio riuscito, ma solo al secondo tentativo.
L’equipaggio resterà nello spazio per dieci giorni: gli imprenditori Larry Connor (americano), Eytan Stibbe (israeliano, ex pilota di caccia F-16) e Mark Pathy (canadese), che hanno pagato 55 milioni di dollari a testa per questo viaggetto, mentre l’ex astronauta della NASA, Michael Lopez-Alegria (258 giorni nello spazio), vice-presidente Business Development della compagnia texana Axiom, ha fatto da “capo-equipaggio”.
I tre piloti “privati” non sono certo arrivati impreparati al grande appuntamento: hanno svolto circa mille ore di addestramento!
Dopo il decollo, venerdi 8 aprile (ore 17.17 in Italia), dal Kennedy Space Center NASA di Cape Canaveral, in Florida su un razzo Falcon 9 di SpaceX, la capsula Dragon è arrivata alla meta, ma con un ritardo di circa mezzora, dovuto ad un problema con il segnale video, che permette alla Stazione Spaziale di “vedere” il muso della navetta e di seguire cosi ogni manovra che avviene in modo completamente automatico.
Tutti gli altri sistemi di bordo del Crew Dragon – ha fatto sapere la NASA – funzionavano regolarmente e attorno alle ore 14 di sabato (ora locale) si è lavorato per risolvere il problema e completare la manovra di aggancio che, al secondo tentativo, è poi avvenuta alle 14.30.
SpaceX aveva informato che la navetta aveva carburante sufficiente per mantenere la posizione di attesa a 20 metri dall’ISS per almeno due ore.
Il 21 aprile toccherà all’astronauta italiana Samantha Cristoforetti (44 anni) partire con la Crew Dragon “Freedom” per raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale e cominciare una nuova missione scientifica di lunga durata.
Il “paese Z”
Italia battuta dalla Macedonia del Nord: addio ai Mondiali per la seconda volta consecutiva
Italia ancora fuori dai Mondiali di calcio, per la seconda edizione consecutiva!
A Palermo, arriva una incredibile sconfitta per gli Azzurri, battuti dalla coriacea Macedonia del Nord con un gol (bella conclusione dalla distanza, in mezzo ai difensori) al 92′ di Trajkovski, un bomber che in Italia (proprio a Palermo, dove ha giocato qualche anno) se lo ricordano a malapena.
Prima, qualche occasione azzurra, con Berardi e Pellegrini: poca roba. Modestia assoluta.
Finisce 0-1, restiamo (giustamente) a casa.
Finisce nei modi peggiori la “luna di miele” della squadra di Roberto Mancini con i tifosi: otto mesi fa Campioni d’Europa e ora, incredibilmente, eliminati dalla corsa ai Mondiali in Qatar, in programma per la prima volta in autunno-inverno (finale prevista per il 18 dicembre).
Una vittoria con la Macedonia del Nord, giudicata scontata, avrebbe – se non altro – spalancato le porte della finale playoff contro il Portogallo, che oggi ha liquidato in scioltezza la Turchia per 3-1.
E, invece, niente.
Per la seconda volta di fila, i Mondiali, li guarderemo in tv.
Inspiegabile trovare il motivo di una simile involuzione tecnica e morale della Nazionale Italiana, che così brillantemente si era esibita alle partite di Euro2020, giocate l’estate scorsa, fino alla vittoria finale, ai rigori, a Wembley, di fronte ai padroni di casa inglesi.
Probabilmente è l’effetto “pancia piena”, o appagamento, che dir si voglia.
Sicuramente è colpa del livello mediocre del calcio italiano, dove peraltro gli italiani “convocabili” faticano sempre più spesso a trovare spazio. L’Europeo era stato un bellissimo fulmine a ciel sereno, ma che ha semplicemente nascosto gli enormi problemi, anche di natura organizzativa (troppi stranieri?) del nostro calcio.
Forse abbiamo vinto gli Europei “per caso”, come accadde ad altre Cenerentole del passato, come Danimarca (1992) e Grecia (2004). Siamo ridotti così?
Essendo i Mondiali in novembre e dicembre, almeno non dovremo rimpiangere – come, invece, fu nel 2018 in Russia – le belle grigliate e pizze in compagnia all’aperto, ma l’umore dei tifosi Azzurri – ce ne sono tanti, anche se “vittime” dei loro stessi club di tifo – stavolta finisce molto sotto il livello di guardia.
Passi per (S)ventura, ma ora anche Mancini…
Roberto Mancini, il “Golden Boy” del pallone e della panchina, quello che ci ha risollevati, quello che diceva “Andiamo in Qatar per vincere i Mondiali”.
E invece…
E invece, stavolta, risollevarsi (calcisticamente parlando) sarà molto dura.